venerdì 10 novembre 2017

Passeggiate autunnali (Penne con cavolo romanesco e pangrattato)

C'è un momento del giorno in cui amo uscire per una passeggiata in paese, all'imbrunire, quando gli ultimi raggi di sole fanno capolino; prima del buio, quando una luce calda avvolge tutto in un silenzio ovattato. Le strade sono deserte, tutti sono già rientrati da lavoro e si accendono le prime luci. Attraverso le finestre illuminate si possono scorgere fuggevoli immagini di vita casalinga: bambini che si rincorrono, signore intente ai fornelli, TV accese. Non è solo la vista di queste scene a incuriosirmi, ma sono soprattutto gli odori a intrigarmi. Mi piace aggirarmi per le strade vuote e avvertite il profumo di un minestrone che sobbolle sul fornello, un sugo o un soffritto in preparazione, il fumoso odore delle caldarroste e delle braci o dell'arrosto in forno, silenziosa testimone di frammenti di quotidianità.
Mi farebbe piacere sapere che là fuori qualcuno si compiace dell'odore proveniente dalla mia cucina, passando accanto alle mie finestre.
Stasera non so se proprio tutti apprezzerebbero la mia cena: il cavolo non è certo la verdura più amata ma a me piace molto, in tutte le versioni possibili. Oggi l'ho utilizzato per un primo piatto semplice ma molto saporito. È piuttosto veloce da preparare anche se occorre un po' di tempo per la cottura del cavolo (tempo che può essere impiegato in altre faccende mentre si aspetta).




PENNE con CAVOLO ROMANESCO e PANGRATTATO

Ingredienti  (per 2-3 persone):
Un piccolo cavolfiore romanesco
250 g pasta
Una foglia di alloro
2 filetti di acciughe sottolio
1 spicchio d'aglio
1 peperoncino piccante  (fresco o secco)
3 cucchiai di pangrattato
3 cucchiai di parmigiano
3 cucchiai di pecorino grattugiato
Olio evo
Sale

Lavare il cavolo, asciugarlo e dividerlo in cimette. In una tegame far scaldare un fondo di olio evo con la foglia di alloro, i filetti di acciuga sottolio, lo spicchio d'aglio sbucciato e schiacciato e il peperoncino spezzettato (facoltativo se non piace il gusto piccante). Togliere l'aglio prima che diventi scuro e aggiungere il cavolo. Rosolare alcuni minuti, poi aggiungere un bicchiere di acqua calda (meglio ancora sarebbe del brodo vegetale), incoperchiare e lasciare cuocere 15/20 minuti a fiamma media. Il cavolo dovrà risultare cotto ma non sfatto. Aggiustare di sale verso fine cottura poi schiacciare il cavolo con una forchetta tenendo intatte alcune cimette per decorare.
Far scaldare bene una padella antiaderente e tostare per alcuni minuti il pangrattato, fino a che non è dorato. Tenere da parte e quando si è un po' raffreddato mescolarlo con il pecorino e il parmigiano grattugiati.
Cuocere la pasta al dente in abbondante acqua salata, scolarla mantenendo un po' di acqua di cottura e far saltare un paio di minuti insieme al cavolo in modo che si insaporisca bene. Prima di servire ben calda cospargere con il mix di pangrattato e formaggi e mescolare.
Decorare con le cimette tenute da parte e servire.
Buon appetito!



N.b. Io ho usato delle penne per preferenza personale ma niente vieta di usare altri formati, anche lunghi, tipo spaghetti, perché il pangrattato fa si che il condimento si attacchi magnificamente a qualunque tipo di pasta.

martedì 3 ottobre 2017

Dolce low-cost (Torta di pane e mele)

Ogni giorno, l'ormai ex maschio alfa, torna a casa da lavoro e porta in dono un piccolo obolo dalla mensa aziendale: un panino e una mela. Non essendo grandi mangiatori di pane spesso il panino risulta essere più che sufficiente per il fabbisogno giornaliero, così pure le mele, che si accumulano nel cesto della frutta. Il risultato è che al termine della settimana ho in casa un cumulo di mele e di pane avanzato. Che fare? Di buttarlo neanche a parlarne, specialmente dopo che l'ex maschio alfa si è procacciato il cibo con tanto amore. E allora pappa al pomodoro, panzanella, carcerato e porrata. Tutti ottimi modi di riciclare il pane ma se volessi farci qualcosa di dolce? Improvvisamente mi sono ricordata di una vecchissima ricetta scritta da un'amica su un post-it riguardante una torta di pane e cioccolato, e di un seminario sulle torte di mele cui ho partecipato alcuni mesi fa: ho deciso di fare una sorta di mix di ricette e di eliminare in un colpo solo pane e mele!
Posso solo dire che si tratta di una delle migliori idee che ho avuto di recente in cucina perchè la torta di pane e mele che ne è venuta fuori è veramente deliziosa, oltre che di semplicissima esecuzione. Inoltre è facilmente personalizzabile: le nocciole possono essere sostituite da qualunque altra frutta secca come noci, mandorle o pinoli e può essere aromatizzata da vaniglia, cannella o scorza di limone secondo il proprio gusto. Insomma da provare e rifare e rifare e rifare.




TORTA di PANE e MELE

Ingredienti:
150 g pane secco
300 ml latte
3-4 mele
Una manciata di uvetta
vino dolce (passito, moscato, vinsanto)
2 uova
90 g zucchero
100 g burro fuso
Una manciata di nocciole

Mettere in ammollo l'uvetta in mezzo bicchiere di vino dolce (io ho usato del vinsanto).
Scaldare il latte e quando è bollente versarlo in una ciotola insieme al pane tagliato a fettine in modo che si impregni bene. lasciare ammollare il pane per almeno mezz'ora poi frullare tutto nel mixer insieme allo zucchero, le due uova e il burro fuso (ma non caldo).
Rimettere l'impasto nella ciotola, aggiungere l'uvetta insieme al vino e le mele sbucciate e tagliate a pezzetti. Amalgamare bene. Rivestire con carta da forno una teglia quadrata di circa 25 cm di lato, versare l'impasto, livellare bene (deve essere alto circa 2 dita) e cospargere la superficie con nocciole tritate grossolanamente. Infornare in forno preriscaldato a 180°C per 45-50 minuti. Sfornare e lasciare raffreddare prima di servire (ma è buona anche tiepida).
Buon appetito!

N.b. Il segreto della bontà di questa torta sta nella quantità di mele: non abbiate paura di esagerare! Si possono usare le mele che si preferiscono ma trovo che se sono un po' vecchiotte e avvizzite la torta sia ancora più dolce e "melosa".


lunedì 18 settembre 2017

Un'altra estate se ne va (Vellutata di melanzane e fagioli)

Il tempo è cambiato,  le giornate si sono fatte più corte e le temperature sono già scese. Anche questa per me strana estate sta finendo. Ultime melanzane dall'orto e invece di usarle per piatti freschi ed estivi mi trovo a pensare di farci una vellutata. E perchè no? La sera fa freschetto e io esibisco già il pigiama a manica lunga perciò qualcosa di morbido e caldo (oltre al piccolo maschio alfa) mi farebbe proprio piacere!
Ecco quindi una delle mie amate vellutate che, anche se da gustare calda, porta con sè ancora i profumi e la freschezza dell'estate.



VELLUTATA di MELANZANE e FAGIOLI

Ingredienti (per 2-3 persone):
1 scalogno
1 melanzana
250 g fagioli cannellini lessati
scorza di limone
rosmarino
sommacco
olio evo
pepe nero
sale

Porre la melanzana intera su una teglia antiaderente e cuocerla in forno preriscaldato a 200°C per 25-30 minuti. Sfornare, lasciare raffreddare qualche minuto, poi eliminare la buccia e i semi della melanzana e tenere solo la polpa.
Sbucciare e tagliare a fettine sottili lo scalogno, poi farlo appassire in una casseruola con un paio di cucchiai di olio  evo e un rametto di rosmarino, a fiamma vivace. Eliminare il rosmarino e aggiungere i fagioli scolati, la polpa di melanzana e circa mezzo litro di acqua calda. Portare il tutto a bollore e poi frullare con il pimer a immersione fino a ottenere una crema. Se la consistenza fosse troppo liquida lasciare cuocere ancora qualche minuto, se troppo densa aggiungere acqua.
Aggiustare di sale e pepe nero e servire calda cosparsa con buccia di limone tritata e un po' di sommacco (facoltativo ma dà una nota di colore carina).
Buon appetito!

martedì 12 settembre 2017

Momento di quiete (Insalata di quinoa con peperoni piccanti e rucola)

Negli ultimi 4 mesi ho approfittato del mio pochissimo tempo libero per i bisogni primari tipo dormire, mangiare e per l'igiene personale. Stasera, per la prima volta da tanto tempo mi ritrovo sola in casa, con il pargolo che dorme beatamente accanto a me e io che ho già mangiato, fatto la doccia e non ho sonno. Un evento epocale per il mio stile di vita recente. In realtà non credo che riuscirò mai più ad annoiarmi in vita mia: non ne avrò il tempo materiale!
Ma bando alle ciance che il tempo stringe e il mio piccolo supremo padrone potrebbe svegliarsi da un momento all'altro ed esigere la mia totale attenzione. Ne approfitto finché posso per tornare a far visita al mio sgangherato e semi-abbandonato blog, per pubblicare una ricetta dedicata a chi è a corto di tempo ma non ha voglia delle solite cose, ottima per gustare gli ultimi peperoni di stagione che fanno tanto estate e mi piacciono tanto. Un pizzico di piccantezza per dare una marcia in più, qualche foglia di rucola per rinfrescare e in poco tempo si ottiene un piatto completo, perfetto da preparare in anticipo (anche il giorno prima), fresco e colorato.
Godiamoci questi ultimi giorni di estate e i momenti di quiete!



INSALATA di QUINOA con PEPERONI PICCANTI e RUCOLA

Ingredienti (per 2 persone):
120 g quinoa
2 peperoni (per me uno rosso e uno verde)
1 cipolla rossa
Un pezzetto di ginger fresco
1 spicchio d'aglio
Un mazzetto di rucola
Il succo di mezzo lime
Olio evo
Sale
Peperoncino in polvere


Lessare la quinoa per 15 minuti in abbondante acqua bollente salata, poi scolarla (io uso un setaccio) e lasciarla raffreddare a temperatura ambiente.
Sbucciare aglio e ginger e tritarli insieme. Affettare sottilmente la cipolla. Eliminare picciolo, semi e filamenti bianchi dai peperoni,  poi tagliarli a dadini.
In una padella scaldare un fondo di olio evo e farvi soffriggere per alcuni minuti il trito di aglio e ginger e la cipolla. Quando quest'ultima è diventata trasparente aggiungere i peperoni e lasciare cuocere a fiamma vivace per circa 10 minuti. Salare e cospargere di peperoncino a piacere.  Aggiungere poi anche la quinoa, saltare per un minuto per fare insaporire tutto, poi spegnere il fuoco e aggiungere anche la rucola tritata grossolanamente. Condire con il succo di lime e una ulteriore spolverata di peperoncino. Riporre in frigo a riposare almeno un'ora prima di servire.
Buon appetito!


lunedì 17 luglio 2017

Innamorata (Polpettonno)

Non credevo che sarebbe potuto succedere di nuovo e invece. ...mi sono innamorata!
Ci conosciamo da soli 2 mesi ma sono stati sufficienti a farmi perdere la testa. Lui è molto giovane ma irresistibile: fini capelli color del grano, occhi grandi dal colore indecifrabile, sguardo innocente e un sorriso che farebbe impazzire qualsiasi donna. È molto alto e ben piantato per la sua età: ben 4,360 kg per 53 cm quando l'ho visto la prima volta ....e continua a crescere! Un peso massimo, anche se non è un culturista!
Ci siamo visti la prima volta durante una sessione di taglio e cucito chirurgico ma non mi ha impressionato granché: sarà che ero impegnata in altro. È stato mezz'ora dopo, quando l'ho rivisto in amabile conversazione con il maschio alfa, che mi sono sciolta come neve al sole.
Si chiama J (ha la mia stessa iniziale!), è dolcissimo e mi fa sentire una persona migliore, anche se a volte è massacrante stare sempre insieme.
Il suo candore e la sua innocenza mi hanno conquistato e non vedo l'ora di vivere tante fantastiche avventure insieme.
Si tratta di una relazione estremamente impegnativa, che mi tiene lontano dalla cucina se non per la stretta sopravvivenza: per questo motivo, per un po' di tempo, SE riuscirò a scrivere post, saranno ricette d'archivio che non avevo avuto tempo di pubblicare prima dell'avvento del nuovo mini maschio alfa.
Per il mio ritorno sul web però ho scelto la prima ricetta che sono riuscita a cucinare in due mesi con un esigente bebè in braccio: il polpettonno. E' ovvio che si tratta di qualcosa di veramente superveloce e poco impegnativo anche se in tavola fa una bella figura. Inoltre può essere preparato in anticipo e consumato freddo, che è una bella comodità quando non esistono più orari per i pasti!



POLPETTONNO

Ingredienti  (per 3-4 persone ):
250 g tonno al naturale
250 g patate (o 2 patata di medie dimensioni)
1 uovo
1 spicchio d'aglio
3 cucchiai di parmigiano grattugiato
Una manciata di capperi sotto sale
2 filetti di acciughe sott'olio
Un ciuffo di prezzemolo
Sale e pepe nero
Pangrattato (facoltativo)
Maionese (per guarnire)

Lessare le patate intere (o cuocerle al vapore o nel microonde), poi sbucciarle e schiacciarle (meglio con uno schiacciapatate). Nel mixer frullare il tonno ben sgocciolato con il prezzemolo, lo spicchio d'aglio sbucciato, i filetti di acciughe e i capperi dissalati sotto acqua corrente. In una terrina unire il composto di tonno e le patate; aggiungere l'uovo e il parmigiano grattugiato e amalgamare tutto. Aggiustare di sale e pepe sempre mescolando. Se il composto dovesse risultare troppo morbido aggiungere poco pangrattato, altrimenti formare un cilindro e avvolgerlo prima nella carta forno e poi nell'alluminio. Infornare a 180 C per circa 40 minuti. Sfornare e lasciare raffreddare completamente prima di tagliare a fette e servire guarnito con insalata e ciuffi di maionese.
Buon appetito!


martedì 2 maggio 2017

Dolce attesa (Biscotti al caffè e cioccolato bianco)

Lentamente, molto lentamente scorrono queste mie ultime giornate di snervante attesa. Un senso di ineluttabilità mi pervade mentre me ne sto seduta in terrazza, al sole. Già in ritardo di una settimana, la stanchezza inizia a farsi sentire e mi sento come prima di un esame: tranquilla eppure ansiosa, fino a che non mi siederò davanti al professore e inizierà l'interrogazione, che richiederà tutta la mia forza e concentrazione. Ormai ogni momento è buono anche se il pargolo non dà cenno di voler uscire. Evidentemente il mio utero è più confortevole di un resort a cinque stelle!
Nel frattempo un libro, una tazza di thè, qualche biscotto per ingannare l'attesa.
Spero che questo sia il mio ultimo post, prima del lieto evento, poi credo che sarò costretta a prendermi un periodo di pausa per riorganizzare la mia vita. Non posso che lasciare con qualcosa di dolce, dei biscotti che definirei "da inzuppo". Sono veloci da preparare, con un cuore appena morbido e un gusto che è una sferzata di energia: caffè e cioccolato bianco, un binomio che amo particolarmente.



BISCOTTI al CAFFE' e CIOCCOLATO BIANCO

Ingredienti (circa 40 biscotti):
2 uova
220 g zucchero semolato
100 g maizena
60 ml caffè espresso
3 cucchiaini di caffè solubile
125 g burro
420 g farina 00
1 cucchiaino di lievito per dolci
100 g gocce di cioccolato bianco
zucchero a velo

Sciogliere il caffè solubile nel caffè espresso quando è ancora caldo e lasciarlo raffreddare. Sciogliere  il burro a bagnomaria (o nel microonde) e lasciare intiepidire.
In una ciotola mescolare le uova, lo zucchero, la maizena, il lievito, il caffè e il burro. Aggiungere la farina un po' per volta e continuare a mescolare. Quando il composto inizia ad assodarsi aggiungere anche le gocce di cioccolato, poi la restante farina. Quando tutto è ben amalgamato formare con l'impasto delle palline grandi come delle noci e adagiarle su una leccarda da forno foderata di carta da forno. Infornare in forno preriscaldato a 180°C per 20 minuti. Sfornare e lasciare raffreddare. Spolverizzare con zucchero a velo e servire con un bel bicchierone di latte!
Buon appetito!

venerdì 28 aprile 2017

Stato interessante (Scampi in guazzetto)

Sentendomi parte in causa mi sono chiesta perché una donna incinta si dice "in stato interessante". Sono giunta alla conclusione che effettivamente è interessante: non ho mai ricevuto così tanta attenzione in vita mia e non solo da parte di amici e parenti ma, soprattutto, da parte di perfetti sconosciuti. Non sono abituata a sentirmi al centro dell'attenzione e la cosa talvolta mi mette un po' in imbarazzo: quando ignote anziane signore di paese mi fermano chiedendomi sesso, nome e data presunta del parto penso sempre che mi abbiano scambiata per qualcun altra. La cosa ha poi degli innegabili risvolti negativi. Tipo: mi viene chiesto di continuo quando "fa la luna". Ora....io non sono un astronomo e non ho la più pallida idea in quale fase lunare ci troviamo; oltre a ciò il mio pargolo non è un campo di pomodori e ciò che può avere qualche sciamanico collegamento con l'agricoltura dubito molto lo abbia con l'inizio del mio travaglio!
Altra situazione più frequente di quanto io riesca a sopportare, che mi pone in grande difficoltà con sconosciute ma espansive signore, si verifica quando, dopo le suddette domande di rito, improvvisamente e senza chiedere il permesso, "tac" mi piazzano la mano sulla pancia per accarezzarmi. Orrore!!! Posso sopportare il contatto fisico da chi conosco, non da quelle stesse vecchiette sempre pronte a investirmi con il carrello al supermercato! Mi fanno sentire come se fossi una specie di portafortuna da strofinare tipo la Fontana del Porcellino di Firenze! Non riesco proprio a tollerarlo. Giuro che ieri sono stata vicina a schiaffeggiarne una particolarmente insistente. Poi mi sono limitata ad arretrare e incrociare le braccia sul petto: non sa quanto ha rischiato!!!
Un consiglio generale per chi ha la passione per le pance: chiedere il permesso è segno di educazione e la futura mamma, che può essere già molto stanca e nervosa per la gravidanza, lo apprezzerà!

Personalmente, più di una panciona, trovo molto più interessante un bel piatto di crostacei: mi fanno letteralmente impazzire! Sarei capace di mangiarne tutti i giorni, in tutti i modi possibili. Oggi una ricetta super-classica e super-buona: scampi in guazzetto (sostituibili con gamberi o gamberoni), per premiarmi per non aver ancora preso nessuno a ceffoni!



SCAMPI in GUAZZETTO

Ingredienti (per 2-3 persone):
400 g di scampi
10-15 pomodorini (ciliegini, datterini, piccadilly ...)
1 bicchiere di vino bianco secco
2 spicchi di aglio
prezzemolo fresco
1/2 peperoncino fresco piccante (facoltativo)
olio evo
sale

Sbucciare i due spicchi di aglio, schiacciarli e farli soffriggere a fuoco vivace in una casseruola con 3 cucchiai di olio evo e il peperoncino tagliato a fettine. Lavare gli scampi sotto acqua corrente, poi aggiungerli al soffritto di aglio, olio e peperoncino. Farli saltare un paio di minuti, poi sfumare con il vino.
Lavare e tagliare a spicchi i pomodorini e, quando l'alcool è evaporato, aggiungerli agli scampi. Incoperchiare e lasciare cuocere per una decina di minuti, fino a che i pomodorini sono cotti e si è formato un bel sughetto sul fondo. Aggiustare di sale e qualche minuto prima di togliere dal fuoco spolverizzare con abbondante prezzemolo tritato. Servire subito con fette di pane tostato.
Buon appetito!


lunedì 24 aprile 2017

Ultime coccole (Spaghetti cozze e pecorino)

Quest'anno, visto che per pranzo ero a casa da sola, per la festa della donna mi sono fatta coccolare dai miei genitori. Mi hanno portata al mare. Era una giornata splendida, con un sole magnifico e senza una sola nuvola in cielo. Abbiamo mangiato in un ristorantino che sembrava quasi un bar-tavola calda, tanto era piccolo. Nonostante i miei problemi di stomaco mi sono lasciata tentare da un monumentale fritto misto di mare preparato a regola d'arte e da un assaggio di un primo piatto che ho trovato a dir poco curioso: spaghetti cozze e pecorino. Una rivelazione. Un'esplosione di gusto. Un abbinamento ardito eppure azzeccatissimo al palato.
Come potevo non replicarlo per il povero maschio alfa, che adora sia le cozze che i formaggi ma che non aveva potuto essere presente? Una coccola per il futuro papà, prima che le nostre vite vengano stravolte e dovremo accontentarci di mangiare solo tonno in scatola per mancanza di tempo!



SPAGHETTI COZZE e PECORINO

Ingredienti (per 3 persone):
300 g spaghetti
1,5 kg cozze
70 g pecorino toscano stagionato grattugiato + scaglie di pecorino a piacere
2 spicchi aglio
Prezzemolo fresco
2 pomodori maturi
Peperoncino fresco (facoltativo )
50 ml vino bianco secco
Olio evo
Sale

Mettere a bollire 2 pentole piene di acqua: una per cuocere la pasta, l'altra abbastanza capiente per sbollentare le cozze.
Pulire bene le cozze eliminando tutte le alghette attaccate ai gusci, poi sciacquarle sotto acqua corrente. Appena l'acqua per le cozze bolle sbollentarle per un paio di minuti in modo che si aprano, poi scolarle.
Salare l'acqua per la pasta e appena ricomincia a bollire buttare gli spaghetti. Lasciarli cuocere per il tempo indicato nella confezione.
Tritare grossolanamente gli spicchi di aglio con un mazzetto di prezzemolo ben lavato e asciugato. In una larga padella (o saltapasta), soffriggere per un paio di minuti il trito di aglio e prezzemolo con 1/2 peperoncino piccante fresco (se piace, altrimenti si può omettere) e olio evo (deve coprire bene il fondo della padella). Aggiungere le cozze e farle insaporire nel soffritto per un minuto mescolando continuamente. Sfumare con il vino bianco e, quando l'alcool è evaporato, salare poco. Tagliare i pomodori a dadini e tenerli da parte. Scolare gli spaghetti al dente conservando un po' di acqua di cottura e buttarli nella padella con le cozze. Saltare gli spaghetti con le cozze a fiamma vivace, aggiungere i pomodori tagliati a dadini e mantecare con il pecorino grattugiato aggiungendo anche l'acqua di cottura per rendere il fondo più cremoso. Servire immediatamente guarnendo i piatti con abbondanti scaglie di pecorino.
Buon appetito!

N.B. Fondamentale la scelta del pecorino che deve essere di tipo toscano di media stagionatura: non troppo fresco perchè si scioglierebbe, nè troppo stagionato perchè troppo duro e sapido (sconsigliato il classico pecorino romano perchè troppo salato).



Con questa ricetta partecipo al Meat free contest di marzo-aprile, ospitato da Sabrina, il cui tema stavolta sono i formaggi!

mercoledì 19 aprile 2017

Pasquetta con chi vuoi (Gateau di patate ricco)

Vivo queste mie ultime giornate di gravidanza il più possibile in compagnia di parenti e amici. So che fra pochissimo le cose cambieranno radicalmente e probabilmente per un bel po' di tempo la mia attenzione esclusiva sarà rivolta al piccolo alien. Tra una poppata e un cambio pannolino spero di riuscire almeno a continuare a scrivere un po' sul blog.
Intanto, per Pasquetta, complice un tempo insolitamente clemente per un giorno simile, ne ho approfittato per partecipare ad una ricca grigliata a casa di amici: buon cibo e tante risate in compagnia. Mi sono gustata ogni attimo e ho fatto tesoro di ogni momento.
Tradizione di Pasquetta sarebbe stato anche un bel pic-nic ma perché rischiare un acquazzone a cielo aperto quando si può optare per l'asciutta sicurezza di un bel porticato???
Sempre tradizionale per un pic-nic è un bel gateau di patate, stavolta arricchito di formaggi, cipolla e salsiccia, facilmente trasportabile e buono anche se mangiato freddo, anzi, freddo è decisamente meglio che caldo! Perciò ecco una bella idea per il prossimo weekend all'aria aperta, sperando in un meteo favorevole!



GATEU di PATATE RICCO

Ingredienti (per 5-6 persone):
1,5 kg di patate
1 cipolla rossa
2 salsicce fresche
3 uova
60 g di burro + il necessario per la teglia
150 g di parmigiano grattugiato
150 g di scamorza affumicata
pangrattato
olio evo
noce moscata
sale, pepe nero

Porre le patate intere e con la buccia in una pentola capiente, riempire la pentola di acqua e portare a ebollizione. Lasciare cuocere le patate per circa un'ora. Per capire se sono cotte alla perfezione infilzare una patata con una forchetta: deve essere morbida ed entrare facilmente.
Mentre le patate cuociono sbucciare la cipolla e affettarla sottilmente. Soffriggere la cipolla in una padella con un paio di cucchiai di olio evo, poi aggiungere le salsicce spellate e spezzettate. Cuocere per circa 5 minuti, poi spengere il fuoco e lasciare raffreddare.
Sbucciare le patate calde e passarle allo schiacciapatate. Mentre sono ancora calde mettere le patate schiacciate in una terrina capiente e aggiungere il burro, mescolare bene in modo che il burro si sciolga e si amalgami.
Aggiungere cipolla e salsicce alle patate schiacciate, poi le uova, 100 g di parmigiano grattugiato e la scamorza tritata. Profumare tutto con una generosa macinata di noce moscata e del pepe nero, aggiustare di sale e amalgamare bene il tutto.
Imburrare bene e cospargere con del pangrattato una teglia da forno a bordi alti o una lasagnera. Versare il composto di patate nella lasagnera, stenderlo bene e pareggiarlo. Cospargere la superficie con il restante parmigiano e pangrattato. Infornare a 180°C per almeno 45 minuti: sulla superficie deve essersi formata una bella crosticina dorata. Sfornare e lasciare raffreddare completamente prima di servire. Meglio se preparato il giorno prima.
Buon appetito!

N.B. Il tempo di riposo è fondamentale perché  il gateau acquisisca la giusta consistenza: appena uscito dal forno è terribilmente morbido e impossibile da porzionare!!!


giovedì 13 aprile 2017

"A caval donato non si guarda in bocca" (Pasta con porri, crescenza e sfilacci di cavallo)

Oggi voglio parlare di un alimento molto poco utilizzato perfino nei blog di cucina: la carne di cavallo. Si tratta di carne rossa molto magra ma molto ricca di ferro, consigliata in caso di anemia ma che, per ragioni che ignoro, sembra essere piuttosto snobbata
Grazie ad una cara amica ho scoperto che intorno a Padova esiste una florida tradizione di allevamenti di cavalli da macello e, viste le mie attuali carenze di ferro, non mi sono lasciata pregare quando si è offerta di procurarmene un po' sotto varie forme. Nonostante ne abbia da sempre fatto uso non mi era mai capitato di assaggiarne di così deliziosa, tenera e succulenta. In particolar modo sono rimasta colpita dagli sfilacci di cavallo, di cui ignoravo bellamente l'esistenza, una sorta di trito di carne affumicata, molto saporita e in grado di dare un tocco di carattere a una gran varietà di piatti come pizza, pasta e semplici verdure saltate. Ho usato gli sfilacci in molti modi ultimamente e questa è la mia prima proposta, davvero golosa e saporita:




PASTA con PORRO, CRESCENZA e SFILACCI di CAVALLO

Ingredienti (per 3 persone):
300 g pasta corta
1 porro
150 g di crescenza
50-60 g di sfilacci di cavallo
olio evo
sale

Mettere a bollire abbondante acqua in una pentola per cuocere la pasta. Salare l'acqua in ebollizione con un cucchiaio di sale grosso e cuocere la pasta per il tempo indicato. Mentre l'acqua si scalda preparare il condimento: lavare il porro, eliminare le radichette e le foglie verdi, poi affettarlo finemente. Stufare il porro per una decina di minuti in una padella con 3 cucchiai di olio evo e mezzo bicchiere di acqua così che cuocia e si ammorbidisca fino quasi a sfaldarsi. Aggiungere la crescenza e farla sciogliere a fuoco dolce in modo che si formi una bella cremina con il porro. Quando la crescenza è ben fusa e amalgamata aggiungere anche gli sfilacci di cavallo e lasciare insaporire il tutto per un paio di minuti, sempre a fiamma bassa. Aggiustare di sale. Scolare la pasta e aggiungerla al condimento. Far saltare un paio di minuti a fiamma alta per insaporire il tutto e servire subito guarnendo eventualmente con altri sfilacci di cavallo.
Buon appetito!

N.B. Questo condimento è ottimo anche per gli gnocchi di patate!


sabato 8 aprile 2017

Alien (Burger di cavolfiore e farina di ceci al curry)

Il titolo di questo post niente ha a che vedere con il film in imminente uscita, quanto piuttosto con la mia prima ecografia. Lo so che suona strana una simile affermazione ma giuro che mentre ero lì, sdraiata sul lettino, che guardavo il monitor, a un certo punto sono sicura di aver visto una testa allungata senza naso e con gli occhi oblunghi. Una cosa tipo così:


Possibile che sia stata rapita dagli alieni senza che me ne accorgessi??? Il maschio alfa non la prenderà affatto bene....
In seguito sono stata sempre più convinta di portarmi appresso un agitatissimo essere alieno che cerca di uscire dalla via sbagliata.
Al momento sono talmente gonfia che mi aspetto da un momento all'altro di fare questa fine:


Che posso dire? Speriamo che almeno non somigli a E.T.!!!

Oggi un piatto che fortunatamente non ha niente a che fare con gli alieni, anche se si tratta di una deliziosa deviazione dai classici hamburger di carne: dei burger delicatamente speziati a base di cavolfiore e farina di ceci. Vegani, nutrienti e leggeri, gluten free e non contengono alcun tipo di grasso: nè olio, nè burro, nè latte o formaggi. Nonostante ciò sono buoni davvero: persino il maschio alfa li ha apprezzati, sebbene sostenga di odiare i ceci! A buon intenditore, poche parole!



BURGER di CAVOLFIORE e FARINA di CECI al CURRY

Ingredienti (per 6-7 burger):
un piccolo cavolfiore (500-600 g)
1 patata
1 cipollotto fresco
farina di ceci (circa 6 cucchiai)
curry in polvere
sale

Per la salsa di yoghurt all'aglio:
125 g yoghurt bianco intero
1 spicchio di aglio
2 cucchiai di olio evo
sale

Sbucciare la patata e tagliarla a quadrotti. Lavare il cavolfiore e dividerlo in cimette. Cuocere insieme, al vapore, cavolfiore e patata per circa mezz'ora: devono essere entrambi morbidi. Lasciare raffreddare a temperatura ambiente, poi schiacciare  in una terrina fino a ridurre tutto in poltiglia. Aggiungere un paio di cucchiai di polvere di curry e circa 6 cucchiai di farina di ceci. Tritare grossolanamente il cipollotto e aggiungerlo all'impasto. Amalgamare tutto. Aggiustare di sale e porre tutto in frigo a rassodare per circa mezz'ora poichè l'impasto è piuttosto morbido senza riposo.
Dopo che il composto ha riposato formare 6-7 polpette schiacciate delle dimensioni di un burger (io ho usato uno stampo circolare). Porre i burger su una placca da forno rivestita di carta da forno e infornare a 200°C per 30 minuti (girare i burger a metà del tempo di cottura). Sfornare e servire caldi.  Accompagnare con  panini da hamburger e salsa di yoghurt all'aglio (preparata mescolando 1 spicchio di aglio tritato, 125 g di yoghurt bianco neutro, un paio di cucchiai di olio evo e una presa di sale. Meglio se fatta riposare in frigorifero mezz'ora).
Buon appetito!


martedì 4 aprile 2017

London calling (Mushroom & Chicken pie)

Sono stata tante volte a Londra e ogni volta è una scoperta: è una città che mi piace molto, che non mi annoia mai e a cui sono particolarmente legata. Solo lo scorso anno ci sono stata due volte: a maggio, dove io e il maschio alfa abbiamo iniziato a prendere in considerazione l'idea di un pargolo, e a novembre, già con il pancione, dove per la prima volta ho sentito qualcosa che si muoveva e non era colpa della digestione! Ho colto l'occasione per portare in gita i miei genitori che mai, e dico mai, si sarebbero avventurati da soli in terra anglosassone. Tre giorni in cui ho fatto da Cicerone ai miei e a una coppia di loro amici: in quei momenti ho capito che decisamente non avrei la pazienza per fare la guida turistica! E' stata durissima scontrarsi con l'immagine dell'italiano medio in terra straniera, in perenne ricerca di caffè espresso, pane, vino e pastasciutta! In questo senso a ben poco sono valsi i miei sforzi per far apprezzare la gastronomia locale come fish&chips, pies e sandwich.
Meta praticamente obbligata di ogni mia visita è Covent Garden, che mi piace da matti da gironzolare, e, in particolare modo, il Battersea Pie, un minuscolo ristorantino dove si possono assaggiare delle fantastiche pie salate.


Ce ne sono di veramente deliziose, con il loro guscio croccante di pasta briseè e un morbido e succoso stufato come ripieno: agnello alla menta, manzo e cipolle, stufato alla Guinness...
In occasione di un brunch a casa nostra ho voluto ricreare un po' di quell'atmosfera londinese che tanto mi affascina e ho preparato la pie preferita di un caro amico, colui che mi ha fatto innamorare di questa città: la torta ripiena di pollo e funghi!



MUSHROOM & CHICKEN PIE (torta di pollo e funghi)

Ingredienti (per 8 persone - tortiera da 24-26 cm a bordi alti):
300 g farina 00
150 g burro
90 ml acqua ghiacciata
sale

1 grosso petto di pollo
300 g funghi champignon freschi
1 porro
1 bicchiere vino bianco secco
100 ml panna fresca liquida
30 g farina 00 + per infarinare stampo
dragoncello secco
40 g burro + per imburrare stampo
brodo di pollo o vegetale caldo
1 uovo
olio evo
sale, pepe nero

Preparare la pasta briseè: frullare nel mixer la farina, con un pizzico di sale e il burro tagliato a tocchetti freddo di frigorifero fino a ottenere un composto sabbioso. Versare il composto in una ciotola e impastare velocemente con l'acqua freddissima, aggiunta poco per volta. Lavorare l'impasto fino a che non è omogeneo (attenzione a non scaldarlo con il calore delle mani), poi formare un panetto e avvolgerlo nella pellicola da cucina. Far riposare in frigorifero almeno un'ora prima di utilizzare.

Preparare il ripieno: tagliare il petto di pollo a bocconcini eliminando gli eventuali ossicini e parti grasse. Lavare e tagliare molto sottilmente il porro fino a che la parte verde non è troppo dura. Pulire molto bene i funghi dal terriccio sotto acqua corrente, eliminare poi la parte finale e tagliarli a fettine.
Scaldare in una casseruola capiente 3-4 cucchiai di olio evo e farvi appassire bene il porro a fettine. Aggiungere eventualmente qualche cucchiaio di acqua per evitare che si bruci.
Versare nella casseruola i bocconcini di pollo facendoli rosolare su tutti i lati a fiamma vivace; infine unire i funghi tagliati a fettine e lasciare insaporire alcuni minuti. Sfumare con il vino, insaporire con un cucchiaino abbondante di dragoncello, salare e pepare, poi portare lentamente a cottura il pollo su fiamma bassa.
Scaldare il brodo. In un tegame a parte sciogliere il burro a fiamma bassa, poi aggiungere la farina setacciata mescolando con una frusta, come per preparare una besciamella. Aggiungere lentamente 3-4 mestoli di brodo caldo (circa 400 ml) continuando a mescolare con la frusta per non formare grumi fino a che il composto non si è addensato (deve avere la consistenza della besciamella). Salare appena, poi versare nel tegame dove sta cuocendo il pollo. Aggiungere anche la panna fresca al pollo e mescolare fino a che la crema non si è leggermente addensata. Aggiustare eventualmente di sale, poi spengere il fuoco e lasciare raffreddare.
Imburrare e infarinare uno stampo a cerniera di 24-26 cm a bordi alti. Dividere la pasta briseè in due panetti (uno leggermente più grande dell'altro). Stendere il panetto più grande ad uno spessore di circa 2 mm (non deve essere troppo sottile perché il ripieno ha una consistente parte semiliquida) e usarla per rivestire lo stampo, facendola ben aderire ai bordi. Versare nello stampo lo spezzatino di pollo e funghi ormai freddo. Stendere il secondo panetto di pasta e usarlo per coprire lo stampo. Premere bene la pasta briseè sui bordi in modo che aderisca bene e si formi uno scrigno ben chiuso, poi ritagliare gli eccessi di impasto dai bordi e usarli per fare delle eventuali decorazioni. Con una forchetta praticare alcuni fori al centro della torta, poi spennellare la superficie con l'uovo sbattuto e cuocere in forno preriscaldato a 190°C per circa un'ora (la superficie della torta deve essere ben dorata). Sfornare e lasciare raffreddare un po' prima di servire. E' buona anche fredda e tiepida, se servita il giorno successivo alla preparazione.
Buon appetito!

N.B.1 Per una variante ancora più golosa si possono aggiungere una manciata di gherigli di noci grossolanamente tritati allo spezzatino di pollo mentre ancora sta cuocendo.
N.B.2 Si possono preparare anche delle monoporzioni molto carine con adeguati stampini!


lunedì 27 marzo 2017

Toxoplasmosi (Straccetti di manzo con olive, capperi e pomodori secchi)

Dopo l'incredibile scoperta sono stata immediatamente risucchiata nel vortice in cui, presumo, cadono tutte le donne gravide che si affidano al Sistema Sanitario Nazionale. Innanzitutto c'è stata la consegna del libretto verde, in cui sono indicati tutti gli esami clinici da fare lungo tutta la gravidanza. Ancora incosciente del fatto che avrei dovuto cambiare stile di vita, mi sono presentata all'ostetrica tutta sudata, in tenuta da tennis e lei, come se niente fosse mi ha sparato lì la presunta data del parto. Ma come? Io dovevo ancora realizzare di essere incinta e questa già sapeva quando avrei partorito??? Mi è salita un'ansia che l'affanno da scambio lungo a tennis era nulla! Poi la sorpresa e l'incredulità:  la scala temporale è in settimane! Non in mesi. In settimane. E io non le so contare. A intervalli regolari mi si può trovare a vagare senza meta per la ASL, in cerca di qualche anima pia che mi dica che esami devo fare. Alla fine il ginecologo ha avuto pietà di me e, invece delle settimane, mi ha segnato le date in cui effettuare gli esami. Non si è mai guadagnato meglio la sua parcella. Sono seguite poi le prime analisi del sangue, per verificare se avessi avuto oppure no la toxoplasmosi. Mi sentivo tranquillissima al riguardo: come è possibile che non l'avessi avuta? Teniamo un gatto in casa, non sono una maniaca della pulizia, ho mangiato carne cruda e semicruda un giorno si e l'altro pure in Sudafrica, ho brucato per anni more e fragole direttamente dalla pianta, per non parlare dello stretto contatto avuto in India con cammelli, elefanti e altri cibi crudi.
Responso: negativo. Non ho mai contratto la toxoplasmosi. Cacchio!
Nonostante il gatto possa restare in casa purchè io non maneggi la sua lettiera, io ho dovuto rinunciare a: prosciutto crudo, salame, lardo, finocchiona, bresaola, speck, frutta e verdura non sbucciabile, tartare, sushi, bistecca al sangue, carpaccio, tagliata di manzo e qualsiasi altro tipo di carne che non sia stracotta, formaggi freschi o erborinati, vino, birra e alcolici in generale. E' stato un momento estremamente drammatico.
"Signora, può comunque mangiare una bistecca o un filetto di manzo basta che sia ben cotto!"
Non ho insultato il mio ginecologo solo perché non ho tutta questa confidenza ma avrei voluto dirgli:"preferisco farne a meno che compiere un simile scempio!" Non tollero proprio che la prelibata carne di dolci e innocue mucchine, sacrificate per nutrirci, venga trattata con così poco rispetto!....Una bistecca ben cotta....rabbrividisco al solo pensiero. Mi rifarò al momento opportuno di tutti gli arretrati.
Sarò superficiale e meschina ma mentre tutte le altre gravide che ho incontrato pensano al momento del parto come all'inizio di una nuova famiglia, una nuova vita, il neonato etc etc etc, l'unico traguardo che riesco ad  immaginare come post-partum è un panino con il prosciutto crudo e una birretta fresca. Sono assolutamente irrecuperabile.....

A causa della mia innata bassa conta emoglobinica, resta comunque la necessità di mangiare carne rossa, sebbene ben cotta e senza troppi condimenti grassi. Ciò mi ha portata a riscoprire gli straccetti di manzo, un taglio sottovalutato da chi, come me sarebbe di natura un carnivoro da bistecca al sangue e tartare cruda. Li trovo molto versatili, ovviamente velocissimi da cuocere e, in questa versione, estremamente saporiti. Un buon modo per fare buon viso a cattivo gioco.



STRACCETTI di MANZO con OLIVE, CAPPERI e POMODORINI SECCHI

Ingredienti (per 2 persone):
300-400 g fettine di manzo per pizzaiola
1 cipolla piccola
4-5 pomodorini secchi sott'olio
1 filetto di alice sott'olio
una manciata di capperi sotto sale
una manciata di olive nere secche
origano secco
olio evo
sale

Con le forbici eliminare il grasso e i nervetti dalle fettine di manzo, poi tagliare ciò che rimane a straccetti. Mettere gli straccetti tra due fogli di carta da forno e batterli con un batticarne in modo che si assottiglino. In questo modo la carne si sfibra e diventa più morbida in cottura. Inoltre è anche un trucchetto psicologico pro-dieta: assottigliandola sembra di mangiarne molta di più! Affettare finemente la cipolla, tagliuzzare a pezzetti i pomodorini secchi ben sgocciolati, sciacquare sotto acqua corrente i capperi per eliminare il sale.
In una padella far scaldare un paio di cucchiai di olio evo con il filetto di alice, poi aggiungere lo scalogno e farlo appassire a fiamma vivace. Quando lo scalogno si è ammorbidito aggiungere gli straccetti e farli cuocere velocemente su tutti i lati (basteranno un paio di minuti). Aggiungere anche le olive, i pomodori secchi spezzettati e i capperi. Condire con abbondante origano secco e lasciare insaporire tutto ancora per alcuni minuti. Aggiustare di sale solo alla fine e solo se necessario (gli ingredienti usati sono tutti molto sapidi e per quanto mi riguarda non ce ne è bisogno). Servire gli straccetti immediatamente, ben caldi.
Buon appetito!


giovedì 23 marzo 2017

La scoperta (Insalata di patate)

Se fino ad ora sono stata abbastanza brava da tacere, da qui in avanti temo che i miei post saranno alquanto monotematici. La verità è che in questi 8 mesi sono successe un sacco di cose che, causa inadeguatezza, inesperienza e una buona dose di stupidità di coppia, risultano perlopiù buffe, in perfetto stile sit-com.
C'è stato da ridere fin dall'inizio: dopo una settimana di ritardo sospetto perchè recarsi dal medico e fare delle analisi serie quando si può cedere alla tentazione di provare il mitico test di gravidanza da supermercato che si vede in tutti i film? La gente normale sogna di rivivere scene da film epici o romantici, con scenari esotici, emozioni forti, abiti d'epoca.... noi ci siamo accontentati di un bagno e un bastoncino presumibilmente reattivo agli ormoni della gravidanza. De gustibus!

"Una linea rosa è normale, due significa che siamo incinti"
"Ok, aspettiamo 5 minuti"
...
"Fatto! Guardiamo!"
"Ok.....dunque....una linea rosa e.....cosa è quella?"
"La seconda linea rosa?!"
"Mmmm....sei sicura? Secondo me te la stai immaginando!"
" Ma no! Vedi che c'è un'altra linea? Certo che è molto tenue....e pure di un colore diverso?"
"Non è che magari c'era anche prima?"
"Boh....non lo so....rileggi le istruzioni sulla confezione!"
"Ma hai fatto la pipì dalla parte giusta???"
"Mi hai preso per scema? Guarda che riesco a mirare un bastoncino! Mica come voi maschi dal getto incontrollato!"
"Forse abbiamo aspettato troppo tempo per guardare?"
" Non credo......certo che non è molto chiaro il risultato"
"E quindi che facciamo? Io non ci ho capito nulla!"
" Domani vado a farmi le analisi alla ASL...."

Una settimana dopo sventolavo orgogliosa la prova medica, certa e documentata, della mia gravidanza. Però vuoi mettere l'ebbrezza di sentirsi una star di Hollywood con un test di gravidanza farlocco in mano?

Oggi patate ma in versione insalata un po' "ammerigana", tanto per restare in tema. Perchè è buona e sostanziosa ma anche fresca, per le prime avvisaglie di primavera. Noi ce ne mangiamo delle ciotole giganti come piatto unico pratico e veloce ma è da provare assolutamente in occasione di un picnic con annesso barbecue!



INSALATA di PATATE

Ingredienti (per 4-5 persone):
1 kg di patate
125 g yoghurt intero
2 cucchiai abbondanti di maionese
1 cucchiaino di senape rustica in grani
1 cucchiaio di senape in crema
1 cipolla di Tropea
sale

Sbucciare le patate e tagliarle a dadi piuttosto grandi. Cuocere le patate in una vaporiera per circa 35 minuti (devono risultare morbide se infilzate con una forchetta). In alternativa bollire le patate intere e con la buccia in abbondante acqua per circa 1 ora, poi sbucciarle e tagliarle a pezzi. Personalmente preferisco la versione al vapore perchè le patate restano meno acquose secondo me.
In una ciotola capiente preparare il condimento: tritare la cipolla di Tropea privata della pellicola esterna e delle radichette. Aggiungere lo yoghurt, la maionese e i due tipi di senape e mescolare tutto.Aggiungere anche le patate ormai a temperatura ambiente (meglio se non sono calde), condire bene e aggiustare eventualmente di sale. Porre in frigo a raffreddare almeno per un'ora, poi servire in accompagnamento a carne alla griglia.
Buon appetito!

sabato 18 marzo 2017

Festa del papà (Cookies al cioccolato)

Mugugni. Del maschio alfa, ovvio.
"Domenica è la festa del papà ma io dovrò aspettare un altro anno per essere festeggiato!"
Muso lungo e prosegue con "...Invece tu festeggerai la festa della mamma!"
Se le premesse sono queste che il cielo mi aiuti, però non potevo non cedere ai suoi occhietti da cucciolone triste!
Festeggio il futuro papà che, presumo, dovrà cedere lo scettro di maschio alfa al  piccolo in arrivo, con i classici biscotti americani, i cookies con gocce di cioccolato!
Sono una porcata piena di burro, zucchero e cioccolato ma sono sicura che tutti i papà li gradirebbero! Anche perchè, si sa, i maschietti sono molto meno attenti alla linea!



COOKIES AMERICANI al CIOCCOLATO FONDENTE

Ingredienti (per circa 25 cookies):
260 g farina 00
1/2 cucchiaino di bicarbonato di sodio
1/2 cucchiaino di sale
una bustina di vanillina
170 g burro
220 g zucchero di canna
100 g zucchero bianco semolato
1 uovo intero
1 tuorlo
200 g cioccolato fondente

Lasciare ammorbidire il burro a temperatura ambiente (in alternativa scaldarlo appena con il microonde ma senza farlo fondere). Con le fruste elettriche mescolare il burro con lo zucchero di canna, lo zucchero bianco e la vanillina fino a ottenere una crema. Aggiungere l'uovo intero e il tuorlo continuando a mescolare. Incorporare la farina setacciata con il sale e il bicarbonato usando una spatola. Infine aggiungere il cioccolato spezzettato e mescolare. Far riposare l'impasto in frigo mezz'ora circa. Scaldare il forno a 170°C. Con l'impasto freddo formare delle palline poco più grandi di una noce e adagiarle ben distanziate fra loro su una teglia da forno rivestita di carta da forno. Far cuocere circa 15 minuti, fino a che i bordi dei biscotti non si dorano leggermente. Sfornare e lasciare riposare alcuni minuti (appena sfornati i biscotti sono ancora morbidi e troppo fragili per poterli spostare). Quando si saranno induriti spostarli su una griglia per farli raffreddare completamente prima di servirli.
Buon appetito!




martedì 14 marzo 2017

A tutta pasta! (Tagliolini al ginger)

Abbiamo aspettato tanto, io e il maschio alfa, a divulgare la notizia dell'arrivo di un bebè: un piccolo rischio di rigetto durante il secondo mese ci ha spaventato a sufficienza da preferire uno stretto riserbo sulla questione. Nonostante le cose possano andare storte nell'arco di 5 minuti ormai siamo in dirittura di arrivo, come si suole dire e, a parte quell'episodio iniziale che si è risolto velocemente da solo, la gravidanza sta procedendo in modo perfetto, per non dire invidiabile. In realtà auguro a tutte le donne una gravidanza come la mia! Basti pensare che (almeno fino ad ora) non ho avuto nausee, né svenimenti, né dolori, gonfiori, ritenzione idrica, mal di schiena, gestosi, diabete gestazionale....nulla. Eppure ho sempre creduto che arrivata al dunque mi sarei trasformata nella bambina de "l'esorcista" e invece ho avuto la fortuna di poter fare una vita normale nonostante il pancione come continuare a guidare, camminare, cucinare e persino viaggiare senza troppi disagi. Il risvolto della medaglia è che sono già ingrassata un po' più del dovuto perché, diciamo la verità, senza nausee ma senza poter fare una attività fisica degna di nota, come si fa a non ingrassare???? Senza contare il fatto che durante i primi mesi mi si aprivano delle voragini nello stomaco che mi svegliavano in piena notte con un solo pensiero in testa: il cibo! A onor del vero ci ho provato a essere virtuosa; ecco allora che alle 3 di notte mi si poteva trovare in cucina a trangugiare mandarini o a sgranocchiare gallette o biscottini, giusto per tentare di tamponare una fame incontrollabile e indescrivibile, mai provata prima. Poi, però, in altri momenti della giornata, sempre lo stesso pensiero, un chiodo fisso, una scimmia urlatrice sulla spalla che gridava: pastasciutta!!!!
Poco importa che fossero penne all'olio o tagliatelle al ragù, l'importante era che fosse pasta, sempre e comunque. Ditemi poi come potevo non prendere peso, nonostante le raccomandazioni del mio nazi-ginecologo! Per fortuna quella fase è finita.....
Nel pieno della mia fase pastasciuttara ho sperimentato diversi nuovi condimenti, anche semplici, giusto per non degenerare nell'anarchia alimentare. Questo che propongo oggi è indubbiamente uno dei più leggeri e salutari, sebbene molto saporito e originale. Certo, deve piacere il ginger perché il gusto è piuttosto forte!



TAGLIOLINI al GINGER

Ingredienti (per 1 persona):
80-100 g di tagliolini (non all'uovo)
1 spicchio di aglio
un pezzo di ginger fresco
curcuma in polvere
semi di sesamo neri
olio evo
sale grosso

Far bollire abbondante acqua in pentola e, quando ha raggiunto l'ebollizione, salare con un pugno di sale grosso. Far riprendere il bollore, poi buttare la pasta.
Mentre i tagliolini cuociono preparare il condimento: in una padella scaldare circa 3 cucchiai di olio evo con lo spicchio d'aglio sbucciato e schiacciato e lasciarlo soffriggere per un paio di minuti facendo attenzione che non imbrunisca. Eliminare l'aglio e aggiungere mezzo cucchiaino di curcuma in polvere in modo che si stemperi nell'olio. Non far cuocere a lungo la curcuma affinché non perda le sue proprietà benefiche.
In una padellina antiaderente tostare per un minuto a fiamma vivace un cucchiaino di semi di sesamo e tenerli da parte. Appena prima di scolare la pasta sbucciare il ginger con un pelapatate e grattugiarlo nell'olio in modo che si insaporisca. Sconsiglio di tritarlo perché conserva la sua parte legnosa che può essere fastidiosa quando si tratta dell'unico condimento. Attenzione a non esagerare con il ginger che ha un gusto molto forte e piccante: il quantitativo ideale da usare dipende da persona a persona, in base ai propri gusti e alla piccantezza del pezzo in particolare. Scolare la pasta conservando poca acqua di cottura per poterla mantecare meglio nel condimento se dovesse risultare troppo asciutta. Saltare la pasta nell'olio al ginger per un minuto a fiamma alta, aggiungendo eventualmente altro ginger grattugiato e i semi di sesamo tostati. Impiattare guarnendo con alcune fettine di ginger fresco e servire.
Buon appetito!


giovedì 9 marzo 2017

C'è trippa e trippa (Trippa alla fiorentina)

Inutile negare che negli ultimi mesi l'attività nel mio blog è decisamente aumentata: i post sono più frequenti, i toni più pacati e il ritmo più lento e tranquillo. Qualcuno se ne è accorto? Non è che cucini più di prima, è solo che ho più tempo libero per applicarmi a foto e scrittura. No, non sono stata licenziata: ho ancora il mio lavoro, solo che al momento non posso esercitarlo perché, beh....sono in maternità. Nonostante abbia ormai superato abbondantemente i 7 mesi mi fa ancora strano dirlo. Non che non si veda eh?! Ormai ho una pancia che sembra abbia infilato un cocomero sotto i vestiti  e portarsela appresso non è sempre agevole. Ammetto che non sono affatto pronta per tutto ciò che verrà. E come potrei esserlo? Non ho mai, e dico MAI, avuto a che fare con bambini: figlia unica, senza cugini, prima fra gli amici più stretti a figliare, gli unici bambini che ho frequentato erano coetanei. Da sempre sono considerata, da chi mi conosce bene, una donna anti-bambino: non provo alcun tipo di attrazione verso questi esserini urlanti, non li capisco, non ho voglia di spupazzarli, né di prenderli in braccio. Nella migliore delle ipotesi li ignoro. Confido nel fatto che con il mio piccolo sarà diverso e che quell'istinto materno che aspetto da una vita si faccia finalmente vivo! Ma allora perché decidere di riprodursi? La realtà è che non lo so: da anni sapevo del desiderio paterno del maschio alfa e solo adesso mi sono decisa a capitolare. Strano a dirsi ma, benché non abbia sentito emergere in me questa voglia matta di bebè, ho capito che era il momento di provarci. Detto, fatto: nell'arco di un paio di mesi la frittata era fatta! Lavorando in un laboratorio chimico ciò ha comportato il mio immediato congedo, catapultandomi dall'oggi al domani in un mondo, di cui ignoravo l'esistenza, fatto di corsi pre-parto, liste di nascita, culle e passeggini. Da donna in carriera a donna ripiena: sembro un tacchino farcito!
Dunque l'inverno sta per finire e una nuova stagione sta per iniziare, una nuova stagione della mia vita, per quanto mi riguarda, ma prima di abbandonare il freddo voglio proporre una ricetta calda, corposa e tradizionale che di più non si può. Ovviamente a base di trippa, tanto per restare in tema!
La trippa alla fiorentina, il modo più semplice e classico di cucinare questo taglio di carne, almeno dalle mie parti! Sugosa, saporita e deliziosa, la trippa alla fiorentina è un autentico comfort food, adatto a scaldare le ultime sere invernali.



TRIPPA alla FIORENTINA

Ingredienti (per 3-4 persone):
700-800 g trippa già lessata (per una trippa di buona qualità rivolgersi al proprio macellaio di fiducia)
1 spicchio d'aglio
1 foglia di alloro
1 cipolla rossa
1 carota
1 costola di sedano
3 bacche di ginepro
1 bicchiere di vino bianco secco
400 g pomodori pelati
parmigiano reggiano grattugiato
brodo vegetale o di carne (facoltativo)
olio evo
sale

Tagliare la trippa a listarelle e sciacquarla molto bene sotto acqua corrente. Tenere da parte a sgocciolare. Preparare un trito molto fine con lo spicchio d'aglio sbucciato, la cipolla, il sedano e la carota raschiata. In un ampio tegame a bordi alti far soffriggere a fiamma vivace con abbondante olio evo (circa 50-60 ml) il trito preparato insieme alla foglia di alloro e alle bacche di ginepro schiacciate. Lasciare appassire il soffritto per circa 5 minuti facendo attenzione che non bruci. Aggiungere la trippa tagliata a  listarelle e farla rosolare alcuni minuti. Salare e poi sfumare con il vino bianco. Quando l'alcool sarà evaporato aggiungere i pomodori pelati schiacciati, portare a bollore, poi abbassare la fiamma al minimo. Lasciare cuocere almeno 1 ora e mezza. Aggiungere eventualmente qualche mestolo di brodo caldo (o acqua calda) per mantenere sempre bella umida la trippa. Aggiustare eventualmente di sale a fine cottura. Servire ben calda spolverizzata di parmigiano grattugiato e abbondante pane.
Buon appetito!


sabato 4 marzo 2017

Cucina svedese (Patate Hasselback)

Ho già parlato della mia cena ispirata dall'Ikea e delle deliziose polpettine che avevo preparato in tale occasione (talmente buone che me le ha copiate perfino mia mamma!), ma non ero entrata nei particolari del contorno che ho servito insieme a tali polpettine. Ebbene, sono rimasta sul classico: patate al forno! Ma non le solite patate: mi sono cimentata con le famosissime patate Hasselback, così chiamate dall'omonimo ristorante di Stoccolma (ristorante Hasselbacken) che le ha inventate. Non era la prima volta che le preparavo e devo ammettere che sono proprio buone, oltre che scenografiche! D'altronde a chi non piacciono le patate arrosto??? Sono un modo originale di servire le patate come contorno e non presentano particolari difficoltà di esecuzione. Ammetto che ho modificato leggermente la ricetta originale aggiungendo al trito di erbe aromatiche anche del formaggio grattugiato che, a parer mio, ci sta benissimo e le rende ancora più saporite. Non aspettate a provarle....il pranzo della domenica si avvicina ed è un'ottima occasione per testarle e fare bella figura con la famiglia!



PATATE HASSELBACK

Ingredienti (per 3 persone):
3 patate di media grandezza
1 spicchio di aglio
 un paio di cucchiai di parmigiano reggiano grattugiato (o grana padano o pecorino romano)
abbondanti erbe aromatiche miste fresche e secche (prezzemolo, salvia, rosmarino, origano, timo, erba cipollina, dragoncello....)
50 g burro fuso
sale, pepe nero

Pulire molto bene la buccia delle patate sotto acqua corrente, in modo da rimuovere ogni traccia di terriccio. Asciugare e infilzare per lungo ogni patata con uno spiedo di legno a circa un centimetro dalla base. Mantenere la buccia e incidere la patata nel senso della larghezza per creare delle fettine molto sottili: lo stecco di legno serve per non rischiare di tagliare la fetta fino in fondo. Una volta praticate le incisioni lo stecco di legno può essere rimosso. Immergere le patate in una ciotola piena d'acqua per una decina di minuti: in questo modo la patata perderà gran parte del suo amido e in cottura la buccia diventerà più croccante. Scolare le patate e asciugarle. Preparare un trito fine con le erbe aromatiche a piacere e lo spicchio d'aglio sbucciato, poi aggiungere il formaggio grattugiato, salare e pepare a piacere.
Farcire ogni fetta di patata con il trito di erbette e formaggio. Ungere una teglia da forno con poco burro e adagiarvi le patate farcite. Spennellare le patate con il restante burro fuso e, se è avanzato del trito, distribuirlo sopra le patate.


Infornare in forno statico preriscaldato a 200°C per circa un'ora e mezza, poi sfornare e lasciare intiepidire prima di servire.
Buon appetito!

domenica 26 febbraio 2017

Innocenti peccati di gola (Tortine di albumi e marmellata)

Era da tanto tempo che non mi applicavo ad una qualsiasi preparazione dolce ma stavolta, nonostante i miei propositi depurativi, non ho saputo resistere. In totale controtendenza, nella settimana dedicata al fritto, complici degli albumi avanzati che non mi andava di buttare, sono venute fuori delle tortine buone, semplici e simpatiche, così candide e soffici da apparire innocenti e innocue. E innocue lo sono veramente: si può forse parlare di peccato di gola senza burro, nè tuorli? Senza latticini nè cioccolata? Andiamo....cerchiamo di essere indulgenti e godiamoci un dolcetto perfetto per la colazione o la merenda, senza rimorsi.
Ammetto che sono state una sorpresa: sono davvero incredibilmente morbide  e saporite pur nascendo da una necessità di riciclo. Personalmente le ho arricchite con della marmellata di limoni, sia per mantenerne il candore, sia per dare loro un gusto e un profumo più fresco e primaverile. Beh, ho trovato azzeccatissimo l'abbinamento anche se possono essere farcite a piacere anche con altre marmellate o cioccolata o lasciate semplicemente senza niente altro che una spolverata di zucchero a velo. Provare per credere.



TORTINE di ALBUMI e MARMELLATA

Ingredienti (per 8 tortine):
3 albumi
80 g di zucchero semolato
90 g farina 00
1 cucchiaino di lievito vanigliato per dolci
40 ml di acqua
30 ml di olio di semi di girasole
1 pizzico di sale
marmellata di limoni (facoltativa)
zucchero a velo per decorare

Montare a neve fermissima gli albumi con un pizzico di sale. A parte setacciare zucchero, farina e lievito, poi aggiungervi l'acqua e l'olio mescolando con una spatola: si ottiene un impasto piuttosto denso. A questo punto aggiungere molto delicatamente gli albumi montati: poco alla volta e con movimenti dal basso verso l'alto per amalgamarli all'impasto senza smontarli. Quando l'impasto risulta omogeneo riempire per metà degli stampini (io uso quelli a forma di rosa per muffin), aggiungere al centro un cucchiaino di marmellata di limoni e coprire con altro impasto, tanto da nascondere completamente la marmellata. Cuocere in forno caldo a 170°C per 20 minuti (fare comunque la prova stecchino per verificare la cottura). Sfornare e lasciare raffreddare. Solo a questo punto togliere dagli stampini e decorare con zucchero a velo prima di servire. Buon appetito!


mercoledì 22 febbraio 2017

Smaltimento (Insalata tiepida di lenticchie)

So bene che Natale è ormai passato da quasi due mesi ma le sue conseguenze continuano ancora a farsi sentire, almeno in cucina. La necessità di cibi più leggeri per depurarsi e rimettersi in forma mi porta a consumare più legumi e verdura piuttosto che carne e pastasciutte e la cosa mi fa sentire bene. Oltre a ciò mi trovo ancora nella necessità di smaltire un po' di cose che abbiamo trovato nelle ceste natalizie che ci sono state regalate: biscotti, cioccolatini, vini e le immancabili lenticchie.
Quest'anno, in particolar modo, me ne sono ritrovata in dispensa svariate confezioni e sebbene le adori anche solo semplicemente lessate, ho dovuto pensare a modi un po' più originali per utilizzarle tutte, che esulassero dal solito condimento "olio, sale e pepe".
Ecco quindi che ho riesumato una vecchia rivista di cucina che proponeva questa interessantissima insalata tiepida di lenticchie, molto saporita e originale.
Secondo me non sfigurerebbe nemmeno sul tavolo delle feste come simpatico antipasto o ricco contorno. Magari provo a riproporla in famiglia per le prossime festività natalizie! Nel frattempo me la gusto insieme al maschio alfa!



INSALATA TIEPIDA di LENTICCHIE

Ingredienti (per 6 persone):
200 g lenticchie secche
1 carota
1 scalogno
1 spicchio d'aglio
1 costola di sedano
1 cipollotto di Tropea
1 arancia bio
3 bacche di ginepro
senape rustica
aceto balsamico
olio evo
sale

Partendo da abbondante acqua fredda lessare le lenticchie con carota, sedano, scalogno, lo spicchio d'aglio sbucciato e le bacche di ginepro: abbassare la fiamma al minimo all'inizio dell'ebollizione e lasciare cuocere parzialmente incoperchiate per 30-40 minuti, salando solo verso fine cottura.
Affettare finemente il cipollotto e tenere da parte. Grattugiare la scorza dell'arancia e spremerne il succo che dovrà poi essere emulsionato con 2 cucchiai di aceto balsamico, 4 cucchiai di olio evo, un cucchiaino di senape rustica e una presa di sale. Scolare molto bene le lenticchie dal liquido di cottura e mescolarle con il cipollotto affettato e  parte della scorza di arancia grattugiata. Condire le lenticchie con l'emulsione preparata e guarnire eventualmente con altra scorza d'arancia grattugiata. Servire tiepide.
Buon appetito!

Con questa ricetta partecipo al "Meat free contest" di gennaio-febbraio 2017, ospitato da Le mie ricette collaudate


sabato 18 febbraio 2017

La cena Ikea (Polpette di carne al sugo)

Le mie recente incursioni all'Ikea devono avermi influenzato più di quanto pensassi. Questi svedesi sanno come prendere per la gola i clienti: trascorri un paio d'ore a fare tutto il giro dell'esposizione, guardi, provi letti e poltrone, cerchi suppellettili, prendi misure e poi, quando inizi a essere davvero stanco e con "quella voglia di qualcosa di sfizioso" ecco sistemato in modo strategico il ristorante! Salmone e polpettine con salsa di ribes occhieggiano dalle vetrine e il loro profumino inizia a far brontolare lo stomaco. Facendo appello a tutto il mio autocontrollo tiro dritto per terminare i miei acquisti e tornare stoicamente a casa. No, non mi lascerò sedurre da un self service svedese! ma ormai sono le otto di sera e il ricordo delle polpettine svedesi mi accompagna fino a casa, facendomi pentire un pochino di non averci fatto almeno uno spuntino.
L'idea fissa delle polpettine è rimasta e qualche giorno dopo, quando ho invitato a cena un'amica, ne ho approfittato per prepararle una cena Ikea: polpettine di carne al sugo accompagnate da patate Hasselback, che ho scoperto essere anch'esse di origine svedese.
Certo, le mie polpettine poco hanno a che vedere con quelle dell'Ikea, se non la forma: sono delle classiche polpettine al sugo di pomodoro...ma quanto sono buone però?!!! Altro che Ikea... io me ne servo una seconda porzione e tanti saluti agli svedesi!



POLPETTE di CARNE al SUGO

Ingredienti (per 3-4 persone):
400 g di macinato di manzo
1 salsiccia fresca
un pugno di mollica di pane raffermo
2 albumi d'uovo (oppure un uovo intero)
1 scalogno
2 cucchiai di pecorino romano grattugiato (o parmigiano o grana)
latte
400 ml di passata di pomodoro
paprika dolce
noce moscata
aglio in polvere
origano secco
olio evo
sale

Ammollare la mollica di pane sbriciolata in qualche cucchiaio di latte caldo. Sbucciare e tritare finemente lo scalogno. In una ciotola mescolare bene il macinato, la salsiccia spellata e spezzettata, lo scalogno tritato, il pane ammollato e ben strizzato, gli albumi e il formaggio grattugiato. Condire l'impasto con sale, un cucchiaino di aglio in polvere e uno di paprika dolce, una generosa macinata di noce moscata e amalgamare bene tutto. Far riposare l'impasto in frigo almeno mezz'ora.
Una volta trascorso questo tempo sagomare con le mani delle polpettine grandi più o meno come una noce (con queste dosi ne vengono fuori poco più di una ventina).
In un tegame a bordi abbastanza alti scaldare un fondo di olio evo; quando è caldo adagiare le polpettine sul fondo in un solo strato e farle rosolare uniformemente su tutti i lati.
A questo punto aggiungere la passata di pomodoro e mezzo bicchiere di acqua calda, mescolando delicatamente per far si che tutte le polpette fossero immerse nel pomodoro. Portare a bollore a fiamma alta poi salare (poco) e insaporire con origano secco a piacere. Abbassare il fuoco al minimo e lasciare cuocere circa 45 minuti in modo che il sughetto si addensi un po'. Servire calde con tanto pane per fare scarpetta!
Buon appetito!

N.b. Si possono aggiungere erbe aromatiche a piacere (tipo prezzemolo, timo o basilico) sia nell'impasto delle polpette che nel sugo.
N.b.2 Trovo che usare un trito misto di carne (nel mio caso manzo e maiale) renda le polpette più morbide e saporite rispetto all'utilizzo di solo manzo.


martedì 14 febbraio 2017

Un buon San Valentino (Pasta con ricotta e pomodoro)

Che cos'è l'amore? Le immagini che i mass media ci propongono giornalmente hanno solitamente a che fare con baci appassionati, dichiarazioni plateali in luoghi improbabili, batticuori e tormenti che rendono gli interessati a perenne rischio di infarto. Ma la realtà è davvero così? Io non credo proprio. Sarebbe piuttosto imbarazzante per i miei gusti.
Che cos'è per me l'amore? Sentirsi dire che sei bellissima con 38 di febbre, occhi gonfi, naso rosso e screpolato, capelli impazziti e pigiama infilato nei calzettoni; un massaggio ai piedi che non hai avuto bisogno di chiedere; ridere delle stesse cose; fare gli idioti insieme; quando mi dice "riposati, penso io a lavare i piatti". Questo e mille altri piccoli gesti, molto più del grande gesto, sono un segno d'amore. E quando di amore si parla non si può certo prescindere dalla cucina! Una pietanza cucinata pensando a qualcuno cui si vuol bene avrà sicuramente un qualcosa in più.
Questo è uno dei primi piatti che ho preparato al maschio alfa, un millennio fa, quando iniziavo timidamente ad avvicinarmi alla cucina e altrettanto timidamente ci tenevamo per mano. Copiata da una vecchia rivista di cucina, per forza di cose si tratta di una ricetta talmente semplice da essere quasi ridicola e talmente veloce da occupare la cucina di mamma per un tempo massimo di 15 minuti. E' passata tanta di quell'acqua sotto i ponti da sommergere il pianeta ma la ricetta mi è rimasta nel cuore e mi piace riproporla periodicamente, un po' perchè è sempre buona e confortante, un po' per ricordare come eravamo.



PASTA con RICOTTA e POMODORO

Ingredienti (per 2 persone):
200 g pasta corta
150 ml passata di pomodoro
100 g ricotta
1 spicchio d'aglio
noce moscata
olio evo
sale

Cuocere la pasta in abbondante acqua bollente salata.
Mentre la pasta cuoce preparare il condimento in una casseruola: soffriggere lo spicchio d'aglio sbucciato e schiacciato in un paio di cucchiai di olio evo e toglierlo appena inizia a scurire. Aggiungere la passata di pomodoro e far sobbollire alcuni minuti. Aggiungere anche la ricotta (di mucca, di pecora, mista....secondo i propri gusti. Io preferisco quella di mucca perchè ha un gusto più delicato che trovo più adatto per questa preparazione) e amalgamare. Profumare con una bella grattugiata di noce moscata, aggiustare di sale e spengere il fuoco dopo un paio di minuti.
Scolare la pasta e condire con la salsa preparata. Servire subito eventualmente spolverizzando con parmigiano grattugiato (io preferisco senza perchè la salsa è già saporita per i miei gusti).
Buon appetito!


mercoledì 8 febbraio 2017

Perseveranza (Arista con salsa al vinsanto e cipolle)

Se mi metto in testa che devo fare una cosa è difficile smuovermi: non ho fretta, so aspettare, ma prima o poi, caschi il mondo, devo fare ciò che mi sono prefissata.
E' andata così con la ricetta di questa arista. Ci è stata regalata una bottiglia di vinsanto prima di Natale ma, non essendone grandi bevitori, non sapevo bene come utilizzarla tutta. Prima ho preparato una gelatina per formaggi (la ricetta è ancora da ottimizzare), poi ho pensato di proporre, per il famoso cenone della Vigilia, l'arista al vinsanto: una ricetta classica, sebbene con un tocco di originalità, che avrebbe accontentato tutti, anche i più tradizionalisti.
Purtroppo la sfiga ha voluto che il cenone sia saltato a causa di improvvisi problemi di salute del parentame: niente di grave ma l'arista è rimasta in frigo, visto che non l'avevo ancora cucinata.
Però non l'avevo dimenticata e a distanza di quasi due mesi l'ho proposta al maschio alfa che ne è rimasto entusiasta: la carne resta morbida e si percepisce l'aroma del vinsanto, che si sposa molto bene con la dolcezza delle cipolle nella salsa. Trovo che sia un'ottima variante alla solita cottura dell'arista con il vino e può essere servita anche fredda. Consigliatissima!



ARISTA con SALSA al VINSANTO e CIPOLLE

Ingredienti (per 3-4 persone):
500 g di arista
1 grossa cipolla rossa
1 spicchio d'aglio
1/2 bicchiere abbondante di vinsanto
2-3 bacche di ginepro
1 cucchiaio di farina 00
1 bicchiere di latte
olio evo
sale, pepe nero

Tritare finemente la cipolla e farla appassire un paio di minuti in una casseruola a bordi alti insieme a 2-3 cucchiai di olio evo, allo spicchio d'aglio sbucciato e schiacciato e alle bacche di ginepro schiacciate. Quando la cipolla è trasparente aggiungere il trancio di arista e farlo dorare su tutti i lati a fiamma alta, in modo da sigillare ben tutti i bordi (in questo modo al a carne mantiene i suoi succhi all'interno e rimane più tenera). Sfumare con il vinsanto caldo (basta scaldarlo un pochino nel microonde), poi salare e pepare. Abbassare la fiamma e lasciare cuocere lentamente per circa 30 minuti. Se il fondo si asciugasse troppo aver cura di aggiungere dell'acqua calda (meglio ancora del brodo vegetale caldo). E' importate che i liquidi aggiunti siano caldi per evitare shock termici alla carne che la farebbero irrigidire.
A fine cottura prelevare il trancio di carne dalla casseruola e avvolgerlo nella stagnola per farlo riposare senza che si raffreddi troppo. Nel frattempo preparare la salsa con il fondo di cottura: togliere lo spicchio d'aglio e le bacche di ginepro, poi versare la farina setacciata mescolando con una frusta. A questo punto aggiungere gradualmente il latte, sempre mescolando, scaldando a fuoco medio, fino ad ottenere una cremina densa. Aggiustare eventualmente di sale e pepe. Per una salsa più liscia passare al tritatutto ma io preferisco una salsa più "rustica" in cui siano individuabili i pezzettini di cipolla.
Tagliare a fette l'arista (calda o anche fredda, a piacere) e servire irrorando con la salsa tiepida.
Buon appetito!

venerdì 27 gennaio 2017

Il giorno della memoria (Minestra di ceci e finocchi)


Ho parlato poco di quando sono stata in vacanza a Cracovia e mi sono recata in visita ad Auschwitz e a Birkenau. Un momento privato, di raccoglimento e riflessione. Doloroso ma doveroso: tutti dovrebbero vedere. Tutti dovrebbero sapere. Poi, col tempo, le informazioni sedimentano in fondo all'animo, i ricordi si assottigliano ma resta quella sensazione di profondo disagio, quel groppo in fondo allo stomaco che ti fa dire "Come è stato possibile tutto questo?". All'epoca mi parve strano che in luoghi del genere potesse ancora splendere il sole. Ho trovato profondamente sbagliato che nei campi intorno alle baracche crescessero ancora erba e fiori. Luoghi di puro, abbacinante, sconvolgente dolore ma anche di memoria che non deve andare perduta.  Tutto ha un aspetto così normale e allo stesso tempo agghiacciante e alieno, come se fosse un set cinematografico. Eppure sai che non è così: l'impronta del male vero esiste e io l'ho sentita lungo quei binari maledetti, nelle baracche coi ripiani di legno come letti, nelle macerie bruciate e annerite dei forni crematori. E' un'esperienza surreale ma che non ha niente di ultraterreno, tutt'altro; la cosa più spaventosa è proprio la natura umana e tutte le nefandezze che è riuscita a creare ed evocare. Rendersi conto di questo è stato l'orrore più grande. Davvero ho avuto vergogna di appartenere al genere umano.
Da ragazzina ho letto tanti libri sull'argomento, visionato foto e filmati, studiato, eppure niente ti prepara ad una simile esperienza. La vita e gli scritti di Primo Levi hanno avuto un impatto fortissimo su di me e sul mio modo di pensare ed è a lui che affido il mio pensiero in questo giorno della memoria:

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.

Torno in cucina (perchè questo è pur sempre un blog di cucina) con la consapevolezza che se non posso cambiare ciò che è stato, posso pur sempre ricordare per evitare che qualcosa di simile accada ancora.
Ricetta rustica oggi, con ingredienti di stagione, velocissima (se abbiamo i ceci già cotti) e super gustosa. Della serie "ci si può nutrire con gusto anche con sola verdura".



MINESTRA di CECI e FINOCCHI

Ingredienti (per 2 persone):
150 g ceci secchi
1 grosso finocchio (o 2 piccoli)
2 spicchi di aglio
1 rametto di rosmarino
qualche foglia di salvia
olio evo
sale
pepe nero

Tenere i ceci in ammollo in acqua fredda per almeno 12 ore, cambiandola un paio di volte in totale. Trascorso il tempo di ammollo, scolare i ceci e metterli in una pentola capiente insieme a uno spicchio d'aglio sbucciato, il rametto di rosmarino e le foglie di salvia lavate e asciugate. Riempire la pentola di acqua fredda fino a coprire abbondantemente i ceci (devono esserci almeno due dita di acqua sopra il livello dei ceci). Portare a ebollizione, poi incoperchiare parzialmente e abbassare la fiamma al minimo. Lasciare sobbollire i ceci circa 2 ore. Aggiustare di sale solo a fine cottura.
Lavare e asciugare i finocchi, eliminare le radichette verdi e il torsolo duro. Affettare finemente i finocchi e farli saltare in padella per una decina di minuti insieme al secondo spicchio di aglio sbucciato e schiacciato e 2-3 cucchiai di olio evo: devono risultare cotti ma ancora sodi. Salare a fine cottura.
Eliminare dai ceci il rosmarino, la salvia e lo spicchio di aglio e frullarli parzialmente in modo da creare una sorta di crema molto grossolana, con alcuni ceci ancora interi. Se la consistenza dovesse risultare troppo soda aggiungere del brodo vegetale o dell'acqua calda, se troppo liquida rimettere sul fuoco fino a che non si è ristretta. Personalmente questa la minestra mi piace piuttosto brodosa ma è questione di gusti.
Quando la minestra di ceci è pronta e calda aggiungere i finocchi spadellati e lasciare insaporire una decina di minuti a fuoco basso. Servire calda irrorando con un filo di olio evo a crudo e poco pepe nero appena macinato.
Buon appetito!