lunedì 27 marzo 2017

Toxoplasmosi (Straccetti di manzo con olive, capperi e pomodori secchi)

Dopo l'incredibile scoperta sono stata immediatamente risucchiata nel vortice in cui, presumo, cadono tutte le donne gravide che si affidano al Sistema Sanitario Nazionale. Innanzitutto c'è stata la consegna del libretto verde, in cui sono indicati tutti gli esami clinici da fare lungo tutta la gravidanza. Ancora incosciente del fatto che avrei dovuto cambiare stile di vita, mi sono presentata all'ostetrica tutta sudata, in tenuta da tennis e lei, come se niente fosse mi ha sparato lì la presunta data del parto. Ma come? Io dovevo ancora realizzare di essere incinta e questa già sapeva quando avrei partorito??? Mi è salita un'ansia che l'affanno da scambio lungo a tennis era nulla! Poi la sorpresa e l'incredulità:  la scala temporale è in settimane! Non in mesi. In settimane. E io non le so contare. A intervalli regolari mi si può trovare a vagare senza meta per la ASL, in cerca di qualche anima pia che mi dica che esami devo fare. Alla fine il ginecologo ha avuto pietà di me e, invece delle settimane, mi ha segnato le date in cui effettuare gli esami. Non si è mai guadagnato meglio la sua parcella. Sono seguite poi le prime analisi del sangue, per verificare se avessi avuto oppure no la toxoplasmosi. Mi sentivo tranquillissima al riguardo: come è possibile che non l'avessi avuta? Teniamo un gatto in casa, non sono una maniaca della pulizia, ho mangiato carne cruda e semicruda un giorno si e l'altro pure in Sudafrica, ho brucato per anni more e fragole direttamente dalla pianta, per non parlare dello stretto contatto avuto in India con cammelli, elefanti e altri cibi crudi.
Responso: negativo. Non ho mai contratto la toxoplasmosi. Cacchio!
Nonostante il gatto possa restare in casa purchè io non maneggi la sua lettiera, io ho dovuto rinunciare a: prosciutto crudo, salame, lardo, finocchiona, bresaola, speck, frutta e verdura non sbucciabile, tartare, sushi, bistecca al sangue, carpaccio, tagliata di manzo e qualsiasi altro tipo di carne che non sia stracotta, formaggi freschi o erborinati, vino, birra e alcolici in generale. E' stato un momento estremamente drammatico.
"Signora, può comunque mangiare una bistecca o un filetto di manzo basta che sia ben cotto!"
Non ho insultato il mio ginecologo solo perché non ho tutta questa confidenza ma avrei voluto dirgli:"preferisco farne a meno che compiere un simile scempio!" Non tollero proprio che la prelibata carne di dolci e innocue mucchine, sacrificate per nutrirci, venga trattata con così poco rispetto!....Una bistecca ben cotta....rabbrividisco al solo pensiero. Mi rifarò al momento opportuno di tutti gli arretrati.
Sarò superficiale e meschina ma mentre tutte le altre gravide che ho incontrato pensano al momento del parto come all'inizio di una nuova famiglia, una nuova vita, il neonato etc etc etc, l'unico traguardo che riesco ad  immaginare come post-partum è un panino con il prosciutto crudo e una birretta fresca. Sono assolutamente irrecuperabile.....

A causa della mia innata bassa conta emoglobinica, resta comunque la necessità di mangiare carne rossa, sebbene ben cotta e senza troppi condimenti grassi. Ciò mi ha portata a riscoprire gli straccetti di manzo, un taglio sottovalutato da chi, come me sarebbe di natura un carnivoro da bistecca al sangue e tartare cruda. Li trovo molto versatili, ovviamente velocissimi da cuocere e, in questa versione, estremamente saporiti. Un buon modo per fare buon viso a cattivo gioco.



STRACCETTI di MANZO con OLIVE, CAPPERI e POMODORINI SECCHI

Ingredienti (per 2 persone):
300-400 g fettine di manzo per pizzaiola
1 cipolla piccola
4-5 pomodorini secchi sott'olio
1 filetto di alice sott'olio
una manciata di capperi sotto sale
una manciata di olive nere secche
origano secco
olio evo
sale

Con le forbici eliminare il grasso e i nervetti dalle fettine di manzo, poi tagliare ciò che rimane a straccetti. Mettere gli straccetti tra due fogli di carta da forno e batterli con un batticarne in modo che si assottiglino. In questo modo la carne si sfibra e diventa più morbida in cottura. Inoltre è anche un trucchetto psicologico pro-dieta: assottigliandola sembra di mangiarne molta di più! Affettare finemente la cipolla, tagliuzzare a pezzetti i pomodorini secchi ben sgocciolati, sciacquare sotto acqua corrente i capperi per eliminare il sale.
In una padella far scaldare un paio di cucchiai di olio evo con il filetto di alice, poi aggiungere lo scalogno e farlo appassire a fiamma vivace. Quando lo scalogno si è ammorbidito aggiungere gli straccetti e farli cuocere velocemente su tutti i lati (basteranno un paio di minuti). Aggiungere anche le olive, i pomodori secchi spezzettati e i capperi. Condire con abbondante origano secco e lasciare insaporire tutto ancora per alcuni minuti. Aggiustare di sale solo alla fine e solo se necessario (gli ingredienti usati sono tutti molto sapidi e per quanto mi riguarda non ce ne è bisogno). Servire gli straccetti immediatamente, ben caldi.
Buon appetito!


giovedì 23 marzo 2017

La scoperta (Insalata di patate)

Se fino ad ora sono stata abbastanza brava da tacere, da qui in avanti temo che i miei post saranno alquanto monotematici. La verità è che in questi 8 mesi sono successe un sacco di cose che, causa inadeguatezza, inesperienza e una buona dose di stupidità di coppia, risultano perlopiù buffe, in perfetto stile sit-com.
C'è stato da ridere fin dall'inizio: dopo una settimana di ritardo sospetto perchè recarsi dal medico e fare delle analisi serie quando si può cedere alla tentazione di provare il mitico test di gravidanza da supermercato che si vede in tutti i film? La gente normale sogna di rivivere scene da film epici o romantici, con scenari esotici, emozioni forti, abiti d'epoca.... noi ci siamo accontentati di un bagno e un bastoncino presumibilmente reattivo agli ormoni della gravidanza. De gustibus!

"Una linea rosa è normale, due significa che siamo incinti"
"Ok, aspettiamo 5 minuti"
...
"Fatto! Guardiamo!"
"Ok.....dunque....una linea rosa e.....cosa è quella?"
"La seconda linea rosa?!"
"Mmmm....sei sicura? Secondo me te la stai immaginando!"
" Ma no! Vedi che c'è un'altra linea? Certo che è molto tenue....e pure di un colore diverso?"
"Non è che magari c'era anche prima?"
"Boh....non lo so....rileggi le istruzioni sulla confezione!"
"Ma hai fatto la pipì dalla parte giusta???"
"Mi hai preso per scema? Guarda che riesco a mirare un bastoncino! Mica come voi maschi dal getto incontrollato!"
"Forse abbiamo aspettato troppo tempo per guardare?"
" Non credo......certo che non è molto chiaro il risultato"
"E quindi che facciamo? Io non ci ho capito nulla!"
" Domani vado a farmi le analisi alla ASL...."

Una settimana dopo sventolavo orgogliosa la prova medica, certa e documentata, della mia gravidanza. Però vuoi mettere l'ebbrezza di sentirsi una star di Hollywood con un test di gravidanza farlocco in mano?

Oggi patate ma in versione insalata un po' "ammerigana", tanto per restare in tema. Perchè è buona e sostanziosa ma anche fresca, per le prime avvisaglie di primavera. Noi ce ne mangiamo delle ciotole giganti come piatto unico pratico e veloce ma è da provare assolutamente in occasione di un picnic con annesso barbecue!



INSALATA di PATATE

Ingredienti (per 4-5 persone):
1 kg di patate
125 g yoghurt intero
2 cucchiai abbondanti di maionese
1 cucchiaino di senape rustica in grani
1 cucchiaio di senape in crema
1 cipolla di Tropea
sale

Sbucciare le patate e tagliarle a dadi piuttosto grandi. Cuocere le patate in una vaporiera per circa 35 minuti (devono risultare morbide se infilzate con una forchetta). In alternativa bollire le patate intere e con la buccia in abbondante acqua per circa 1 ora, poi sbucciarle e tagliarle a pezzi. Personalmente preferisco la versione al vapore perchè le patate restano meno acquose secondo me.
In una ciotola capiente preparare il condimento: tritare la cipolla di Tropea privata della pellicola esterna e delle radichette. Aggiungere lo yoghurt, la maionese e i due tipi di senape e mescolare tutto.Aggiungere anche le patate ormai a temperatura ambiente (meglio se non sono calde), condire bene e aggiustare eventualmente di sale. Porre in frigo a raffreddare almeno per un'ora, poi servire in accompagnamento a carne alla griglia.
Buon appetito!

sabato 18 marzo 2017

Festa del papà (Cookies al cioccolato)

Mugugni. Del maschio alfa, ovvio.
"Domenica è la festa del papà ma io dovrò aspettare un altro anno per essere festeggiato!"
Muso lungo e prosegue con "...Invece tu festeggerai la festa della mamma!"
Se le premesse sono queste che il cielo mi aiuti, però non potevo non cedere ai suoi occhietti da cucciolone triste!
Festeggio il futuro papà che, presumo, dovrà cedere lo scettro di maschio alfa al  piccolo in arrivo, con i classici biscotti americani, i cookies con gocce di cioccolato!
Sono una porcata piena di burro, zucchero e cioccolato ma sono sicura che tutti i papà li gradirebbero! Anche perchè, si sa, i maschietti sono molto meno attenti alla linea!



COOKIES AMERICANI al CIOCCOLATO FONDENTE

Ingredienti (per circa 25 cookies):
260 g farina 00
1/2 cucchiaino di bicarbonato di sodio
1/2 cucchiaino di sale
una bustina di vanillina
170 g burro
220 g zucchero di canna
100 g zucchero bianco semolato
1 uovo intero
1 tuorlo
200 g cioccolato fondente

Lasciare ammorbidire il burro a temperatura ambiente (in alternativa scaldarlo appena con il microonde ma senza farlo fondere). Con le fruste elettriche mescolare il burro con lo zucchero di canna, lo zucchero bianco e la vanillina fino a ottenere una crema. Aggiungere l'uovo intero e il tuorlo continuando a mescolare. Incorporare la farina setacciata con il sale e il bicarbonato usando una spatola. Infine aggiungere il cioccolato spezzettato e mescolare. Far riposare l'impasto in frigo mezz'ora circa. Scaldare il forno a 170°C. Con l'impasto freddo formare delle palline poco più grandi di una noce e adagiarle ben distanziate fra loro su una teglia da forno rivestita di carta da forno. Far cuocere circa 15 minuti, fino a che i bordi dei biscotti non si dorano leggermente. Sfornare e lasciare riposare alcuni minuti (appena sfornati i biscotti sono ancora morbidi e troppo fragili per poterli spostare). Quando si saranno induriti spostarli su una griglia per farli raffreddare completamente prima di servirli.
Buon appetito!




martedì 14 marzo 2017

A tutta pasta! (Tagliolini al ginger)

Abbiamo aspettato tanto, io e il maschio alfa, a divulgare la notizia dell'arrivo di un bebè: un piccolo rischio di rigetto durante il secondo mese ci ha spaventato a sufficienza da preferire uno stretto riserbo sulla questione. Nonostante le cose possano andare storte nell'arco di 5 minuti ormai siamo in dirittura di arrivo, come si suole dire e, a parte quell'episodio iniziale che si è risolto velocemente da solo, la gravidanza sta procedendo in modo perfetto, per non dire invidiabile. In realtà auguro a tutte le donne una gravidanza come la mia! Basti pensare che (almeno fino ad ora) non ho avuto nausee, né svenimenti, né dolori, gonfiori, ritenzione idrica, mal di schiena, gestosi, diabete gestazionale....nulla. Eppure ho sempre creduto che arrivata al dunque mi sarei trasformata nella bambina de "l'esorcista" e invece ho avuto la fortuna di poter fare una vita normale nonostante il pancione come continuare a guidare, camminare, cucinare e persino viaggiare senza troppi disagi. Il risvolto della medaglia è che sono già ingrassata un po' più del dovuto perché, diciamo la verità, senza nausee ma senza poter fare una attività fisica degna di nota, come si fa a non ingrassare???? Senza contare il fatto che durante i primi mesi mi si aprivano delle voragini nello stomaco che mi svegliavano in piena notte con un solo pensiero in testa: il cibo! A onor del vero ci ho provato a essere virtuosa; ecco allora che alle 3 di notte mi si poteva trovare in cucina a trangugiare mandarini o a sgranocchiare gallette o biscottini, giusto per tentare di tamponare una fame incontrollabile e indescrivibile, mai provata prima. Poi, però, in altri momenti della giornata, sempre lo stesso pensiero, un chiodo fisso, una scimmia urlatrice sulla spalla che gridava: pastasciutta!!!!
Poco importa che fossero penne all'olio o tagliatelle al ragù, l'importante era che fosse pasta, sempre e comunque. Ditemi poi come potevo non prendere peso, nonostante le raccomandazioni del mio nazi-ginecologo! Per fortuna quella fase è finita.....
Nel pieno della mia fase pastasciuttara ho sperimentato diversi nuovi condimenti, anche semplici, giusto per non degenerare nell'anarchia alimentare. Questo che propongo oggi è indubbiamente uno dei più leggeri e salutari, sebbene molto saporito e originale. Certo, deve piacere il ginger perché il gusto è piuttosto forte!



TAGLIOLINI al GINGER

Ingredienti (per 1 persona):
80-100 g di tagliolini (non all'uovo)
1 spicchio di aglio
un pezzo di ginger fresco
curcuma in polvere
semi di sesamo neri
olio evo
sale grosso

Far bollire abbondante acqua in pentola e, quando ha raggiunto l'ebollizione, salare con un pugno di sale grosso. Far riprendere il bollore, poi buttare la pasta.
Mentre i tagliolini cuociono preparare il condimento: in una padella scaldare circa 3 cucchiai di olio evo con lo spicchio d'aglio sbucciato e schiacciato e lasciarlo soffriggere per un paio di minuti facendo attenzione che non imbrunisca. Eliminare l'aglio e aggiungere mezzo cucchiaino di curcuma in polvere in modo che si stemperi nell'olio. Non far cuocere a lungo la curcuma affinché non perda le sue proprietà benefiche.
In una padellina antiaderente tostare per un minuto a fiamma vivace un cucchiaino di semi di sesamo e tenerli da parte. Appena prima di scolare la pasta sbucciare il ginger con un pelapatate e grattugiarlo nell'olio in modo che si insaporisca. Sconsiglio di tritarlo perché conserva la sua parte legnosa che può essere fastidiosa quando si tratta dell'unico condimento. Attenzione a non esagerare con il ginger che ha un gusto molto forte e piccante: il quantitativo ideale da usare dipende da persona a persona, in base ai propri gusti e alla piccantezza del pezzo in particolare. Scolare la pasta conservando poca acqua di cottura per poterla mantecare meglio nel condimento se dovesse risultare troppo asciutta. Saltare la pasta nell'olio al ginger per un minuto a fiamma alta, aggiungendo eventualmente altro ginger grattugiato e i semi di sesamo tostati. Impiattare guarnendo con alcune fettine di ginger fresco e servire.
Buon appetito!


giovedì 9 marzo 2017

C'è trippa e trippa (Trippa alla fiorentina)

Inutile negare che negli ultimi mesi l'attività nel mio blog è decisamente aumentata: i post sono più frequenti, i toni più pacati e il ritmo più lento e tranquillo. Qualcuno se ne è accorto? Non è che cucini più di prima, è solo che ho più tempo libero per applicarmi a foto e scrittura. No, non sono stata licenziata: ho ancora il mio lavoro, solo che al momento non posso esercitarlo perché, beh....sono in maternità. Nonostante abbia ormai superato abbondantemente i 7 mesi mi fa ancora strano dirlo. Non che non si veda eh?! Ormai ho una pancia che sembra abbia infilato un cocomero sotto i vestiti  e portarsela appresso non è sempre agevole. Ammetto che non sono affatto pronta per tutto ciò che verrà. E come potrei esserlo? Non ho mai, e dico MAI, avuto a che fare con bambini: figlia unica, senza cugini, prima fra gli amici più stretti a figliare, gli unici bambini che ho frequentato erano coetanei. Da sempre sono considerata, da chi mi conosce bene, una donna anti-bambino: non provo alcun tipo di attrazione verso questi esserini urlanti, non li capisco, non ho voglia di spupazzarli, né di prenderli in braccio. Nella migliore delle ipotesi li ignoro. Confido nel fatto che con il mio piccolo sarà diverso e che quell'istinto materno che aspetto da una vita si faccia finalmente vivo! Ma allora perché decidere di riprodursi? La realtà è che non lo so: da anni sapevo del desiderio paterno del maschio alfa e solo adesso mi sono decisa a capitolare. Strano a dirsi ma, benché non abbia sentito emergere in me questa voglia matta di bebè, ho capito che era il momento di provarci. Detto, fatto: nell'arco di un paio di mesi la frittata era fatta! Lavorando in un laboratorio chimico ciò ha comportato il mio immediato congedo, catapultandomi dall'oggi al domani in un mondo, di cui ignoravo l'esistenza, fatto di corsi pre-parto, liste di nascita, culle e passeggini. Da donna in carriera a donna ripiena: sembro un tacchino farcito!
Dunque l'inverno sta per finire e una nuova stagione sta per iniziare, una nuova stagione della mia vita, per quanto mi riguarda, ma prima di abbandonare il freddo voglio proporre una ricetta calda, corposa e tradizionale che di più non si può. Ovviamente a base di trippa, tanto per restare in tema!
La trippa alla fiorentina, il modo più semplice e classico di cucinare questo taglio di carne, almeno dalle mie parti! Sugosa, saporita e deliziosa, la trippa alla fiorentina è un autentico comfort food, adatto a scaldare le ultime sere invernali.



TRIPPA alla FIORENTINA

Ingredienti (per 3-4 persone):
700-800 g trippa già lessata (per una trippa di buona qualità rivolgersi al proprio macellaio di fiducia)
1 spicchio d'aglio
1 foglia di alloro
1 cipolla rossa
1 carota
1 costola di sedano
3 bacche di ginepro
1 bicchiere di vino bianco secco
400 g pomodori pelati
parmigiano reggiano grattugiato
brodo vegetale o di carne (facoltativo)
olio evo
sale

Tagliare la trippa a listarelle e sciacquarla molto bene sotto acqua corrente. Tenere da parte a sgocciolare. Preparare un trito molto fine con lo spicchio d'aglio sbucciato, la cipolla, il sedano e la carota raschiata. In un ampio tegame a bordi alti far soffriggere a fiamma vivace con abbondante olio evo (circa 50-60 ml) il trito preparato insieme alla foglia di alloro e alle bacche di ginepro schiacciate. Lasciare appassire il soffritto per circa 5 minuti facendo attenzione che non bruci. Aggiungere la trippa tagliata a  listarelle e farla rosolare alcuni minuti. Salare e poi sfumare con il vino bianco. Quando l'alcool sarà evaporato aggiungere i pomodori pelati schiacciati, portare a bollore, poi abbassare la fiamma al minimo. Lasciare cuocere almeno 1 ora e mezza. Aggiungere eventualmente qualche mestolo di brodo caldo (o acqua calda) per mantenere sempre bella umida la trippa. Aggiustare eventualmente di sale a fine cottura. Servire ben calda spolverizzata di parmigiano grattugiato e abbondante pane.
Buon appetito!


sabato 4 marzo 2017

Cucina svedese (Patate Hasselback)

Ho già parlato della mia cena ispirata dall'Ikea e delle deliziose polpettine che avevo preparato in tale occasione (talmente buone che me le ha copiate perfino mia mamma!), ma non ero entrata nei particolari del contorno che ho servito insieme a tali polpettine. Ebbene, sono rimasta sul classico: patate al forno! Ma non le solite patate: mi sono cimentata con le famosissime patate Hasselback, così chiamate dall'omonimo ristorante di Stoccolma (ristorante Hasselbacken) che le ha inventate. Non era la prima volta che le preparavo e devo ammettere che sono proprio buone, oltre che scenografiche! D'altronde a chi non piacciono le patate arrosto??? Sono un modo originale di servire le patate come contorno e non presentano particolari difficoltà di esecuzione. Ammetto che ho modificato leggermente la ricetta originale aggiungendo al trito di erbe aromatiche anche del formaggio grattugiato che, a parer mio, ci sta benissimo e le rende ancora più saporite. Non aspettate a provarle....il pranzo della domenica si avvicina ed è un'ottima occasione per testarle e fare bella figura con la famiglia!



PATATE HASSELBACK

Ingredienti (per 3 persone):
3 patate di media grandezza
1 spicchio di aglio
 un paio di cucchiai di parmigiano reggiano grattugiato (o grana padano o pecorino romano)
abbondanti erbe aromatiche miste fresche e secche (prezzemolo, salvia, rosmarino, origano, timo, erba cipollina, dragoncello....)
50 g burro fuso
sale, pepe nero

Pulire molto bene la buccia delle patate sotto acqua corrente, in modo da rimuovere ogni traccia di terriccio. Asciugare e infilzare per lungo ogni patata con uno spiedo di legno a circa un centimetro dalla base. Mantenere la buccia e incidere la patata nel senso della larghezza per creare delle fettine molto sottili: lo stecco di legno serve per non rischiare di tagliare la fetta fino in fondo. Una volta praticate le incisioni lo stecco di legno può essere rimosso. Immergere le patate in una ciotola piena d'acqua per una decina di minuti: in questo modo la patata perderà gran parte del suo amido e in cottura la buccia diventerà più croccante. Scolare le patate e asciugarle. Preparare un trito fine con le erbe aromatiche a piacere e lo spicchio d'aglio sbucciato, poi aggiungere il formaggio grattugiato, salare e pepare a piacere.
Farcire ogni fetta di patata con il trito di erbette e formaggio. Ungere una teglia da forno con poco burro e adagiarvi le patate farcite. Spennellare le patate con il restante burro fuso e, se è avanzato del trito, distribuirlo sopra le patate.


Infornare in forno statico preriscaldato a 200°C per circa un'ora e mezza, poi sfornare e lasciare intiepidire prima di servire.
Buon appetito!