domenica 16 giugno 2013

Sushi a colazione (Rose intergrali con cipolla e ginger)

Dopo l'incazzatura dello scorso post torno a parlare del mio viaggio giapponese.
E' ovvio che per una fissata del cibo etnico, come me, la parte gastronomica ha costituito un'attrattiva irresistibile, tanto più che si tratta di una delle cucine più celebrate negli ultimi anni. Si sa che io sono una persona "di bocca buona", come si suole dire dalle mie parti: non mi tiro mai indietro, mi piace provare di tutto e, fino ad ora, non mi ero mai rifiutata di assaggiare qualcosa. Ho persino mangiato di gusto le uova sode nere dopo la cottura nelle acque sulfuree di Hakone!

 
Poi ci sono stati momenti esaltanti a base di ramen, tempura e sushi. Eccone alcuni esempi:







E poi notevoli esempi di cucina da strada come polpette di polpo,

e okonomiyaki, una sorta di frittata con noodles, cavolo, bacon, cipolla, uovo, le immancabili sfoglie di pesce essiccate e dio solo sa cos'altro (si vedono sempre nei cartoni animati: ricordo che le preparava il babbo di Kiss me Licia!)).

Ora, non per vantarmi (o un pochino magari si) ma il sushi era così buono e così a buon mercato che ne ho fatto delle incredibili scorpacciate, cosciente che in Italia non mi ricapiterà di mangiarne di così eccellente qualità (e quantità). Ne sono talmente ghiotta che, dopo l'imperdibile visita mattutina all'enorme e strabiliante mercato del pesce, dove ho visto cozze grandi quanto un tavolino da salotto (giuro che non sto esagerando!), pesci, molluschi e mitili di ogni forma e dimensione tanto che sembrava di essere finita a bordo del Nautilus, non ho potuto fare a meno di concedermi una lauta colazione a base di enormi maki, acquistati direttamente da una bancarella, come è in uso fare a Tokyo. Fantastico!


Poi ci sono stati altri momenti, decisamente meno esaltanti, in cui ho avuto la sensazione di essere finita nel film di Indiana Jones in cui deve mangiare serpenti e scarafaggi...beh, non eravamo proprio a quei livelli ma è tanto per rendere l'idea. Una sera ci siamo recati in un ristorantino molto tipico vicino al nostro albergo: si mangiava inginocchiati per terra, sulle stuoie di vimini (tatami), senza scarpe. Il locale era interamente rivestito di legno: tutto molto bello, molto caratteristico, molto giapponese. Unica pecca, il menù, che per i poveri sventurati forestieri, comprendeva solo pochi piatti, tutti a base di un ignoto pescetto chiamato Douzen (se qualcuno sa di che pesce si tratta, lo prego di farmelo sapere). In quel momento non mi sono preoccupata: a me il pesce piace. La situazione è decisamente cambiata quando è arrivato il primo piatto ordinato dal maschio alfa: pensava di aver ordinato dei pesciolini fritti e invece....si è trovato di fronte, si, un piatto di fritto, ma di lische di pesce!!! E la polpa del pesce che fine aveva fatto????


Alla vista delle lische fritte mi sono arresa: non riesco nemmeno a sopportare il pensiero di averle in bocca (anche se chi l'ha assaggiate ha detto che sono state la pietanza più buona della serata: sapevano di sardina fritta!) figuriamoci sgranocchiarle come fossero patatine! Il maschio alfa ha trangugiato tutto di gran gusto: la prossima volta che a casa si rifiuta di mangiare zucchine e melanzane gli ricorderò queta serata!
Ma non è finita qui. Finalmente arriva la pietanza principale: tutti hanno preso una sorta di frittata con questi famigerati filetti di pesce; io, avventurosa, mi sono vista servire (su un fantastico bracere di legno) un tegame pieno di pescetti. Erano piuttosto grandi, troppo grandi, interi e stavano ancora cuocendo. Noto che non sono eviscerati: ORRORE!!! Ho a mia disposizione solo un paio di bacchette: riesco solo a staccare la testa e a ingoiarli praticamente interi....Un saporaccio! Amari, grassi, nemmeno perfettamente cotti. Per i giapponesi potranno essere una prelibatezza (e l'afflusso di gente al risotrante lo confermava) ma per me erano rivoltanti!
Non parliamo poi dei dolci! Personalmente non condivido la passione per tutte quelle consistenze gelatinose e gommose, soprattutto se dadi di agar agar vengono nascosti nel gelato!
Insomma: la fame è una brutta bestia, che ti spinge a mangiare cose che non avresti immaginato. Adesso l'ho capito.

Per mettere pace tra Oriente e Occidente un po' di cucina "fusion": una italianissima focaccia con un pizzico orientale nella farcitura, preparata con il mio fidato licoli (anche se non ne parlo spesso siamo diventati amici) e apprezzata da tutti quelli che hanno avuto la fortuna di assaggiarla. Da leccarsi anche le orecchie!



 ROSE INTEGRALI con CIPOLLA e GINGER

Ingredienti:
2 grosse cipolle dorate
zenzero fresco (a piacere: per me un pezzo bello grosso)
160 g licoli (rinfrescato 3 volte)
250 g farina 00
200 g farina integrale
circa 200 ml acqua
olio evo
sale, pepe nero

Mettere il licoli nella ciotola dell'impastatrice insieme alle due farine e iniziare a impastare (io uso il gancio) a bassa velocità. Aggiungere l'acqua a poco a poco e un cucchiaino di sale. Impastare per 15-20 minuti. Secondo le farine che si usano l'impasto può risultare più o meno morbido: se è troppo morbido aggiungere poca farina, se troppo duro, pochissima acqua. L'impasto può essere preparato anche a mano ma decisamente ci vuole più olio di gomito e più tempo. Porre l'impasto in una ciotola, incidere a croce e far lievitare in luogo tiepido 2-3 ore (io tengo questi impasti nel forno spento con la luce accesa che scalda leggermente).
Affettare finemente le cipolle sbucciate, tritare lo zenzero e rosolare il tutto in una padella con 2 cucchiai di olio evo per una decina di minuti. Aggiustare di sale e pepe e lasciare raffreddare.
Stendere l'impasto su un piano infarinato a uno spessore di circa 2-3 mm e distribuirvi le cipolle allo zenzero, arrotolare e tagliare delle fette di circa 5 cm. Distribuire le fette ottenute in una tortiera unta precedentemente, a bordi alti e di circa 28 cm di diametro. Coprire con un panno e lasciare lievitare ancora per 6-8 (per me una notte intera) ore in luogo tiepido (il solito forno spento andrà benissimo). Cuocere in forno caldo a 190°C per circa 30 minuti (io aspetto fino a che la superficie non si colora leggermente). Lasciare raffreddare e servire. E' buonissima e si conserva soffice per diversi giorni!
Buon appetito!



3 commenti:

  1. Che bello il tuo viaggio!!!chè bontà anch'io avrei tanto voluto assaggiare quella frittata di noodles!!!beata te!e la tua torta di rose salata ha un bellissimo aspetto!!

    RispondiElimina
  2. Mamma mia che ridere...tra il racconto del supermercato e questo..ma tu sei un mito Jeggy...davvero mi sono scompisciata dale risate!!!Il taccheggio!!le lische fritte!!ahahah!!

    Che buona questa focaccia di rose salate...se solo sapessi cos'e' il licoli...ora vado a studiare consapevole della mia ingnoranza...faro' anche penitenza...

    RispondiElimina
  3. Ciao Jeggy, muoio dalla voglia di andare in Giappone, ma so che non mangerò, perché non mi piace nemmeno il sushi, figurati il resto! Mi piace solo il tempura, certo che le disavventure culinarie fanno apprezzare il cibo di casa propria. La tua torta è proprio buona e anche per me con tanto ginger! Bacione

    RispondiElimina

Dimmi cosa ne pensi!