domenica 27 ottobre 2013

Sindrome da lavagna vuota (Zuppa di cipolle e bietole alla birra)

Uno dei momenti peggiori dell'andare a scuola, almeno per quanto mi riguarda, era sicuramente essere chiamata alla lavagna per le interrogazioni: mi alzavo e mi dirigevo molto lentamente con faccia lugubre alla cattedra, manco camminasse nel braccio del morte. Arrivata alla cattedra mi veniva consegnato il gessetto bianco ed eccola lì, la mia nemica giurata, quell'enorme lavagna nera completamente a mia disposizione per mettere nero su bianco (anzi, bianco su nero) tutto il mio sapere. In quel momento mi sembrava che quel vuoto scuro fosse anche nella mia testa (nonostante studiassi come una matta e avessi voti altissimi) e non era infrequente che mi bloccassi. L'arte oratoria non è mai stata il mio forte.
In questo ultimo periodo, non so, sarà la stanchezza, sia  fisica che mentale, saranno i mille impegni ma quando mi siedo davanti al pc è come se fossi di nuovo davanti a quella maledetta lavagna: il vuoto cosmico!
Non è che non stia cucinando, anzi; è solo che non mi viene in mente niente di carino da scrivere. Passerà. Devo solo avere pazienza. Però non potevo aspettare l'ispirazione per pubblicare la prima zuppa d'autunno, calda e deliziosa come solo una zuppa sa essere, perchè è buona e perchè è tutta l'estate che aspettavo di provarla. Ho sudato sette camicie per mangiarla, non per prepararla, perchè se è vero che il calendario dice che siamo in autunno ormai inoltrato e le zuppe sarebbero il comfort food ideale per combattere il freddo incombente, è altrettanto vero che la maggior parte del tempo mi aggiro per casa e a lavoro in maglietta, accaldata. Pazienza, ancora. Tornerà anche il freddo, insieme all'ispirazione, e preparerò di nuovo questa zuppa semplicissima e veloce ma con quell'inaspettato tocco estroso dato dall'aggiunta di birra. Slurp!

ZUPPA di CIPOLLE e BIETOLINE alla BIRRA

Ingredienti (per 2-3 persone):
3 cipolle bianche secche
2 scalogni
1 mazzetto di bietolina fresca (circa 200 g)
2 foglie di alloro
200 ml di birra chiara
500-600 ml di brodo vegetale (o di pollo)
olio evo
sale, pepe nero
2 fette di pane toscano (facoltativo)
origano secco

Tagliare a fette abbastanza sottili le cipolle e gli scalogni (debitamente sbucciati) e stufare tutto una decina di minuti in una capace pentola con 3-4 cucchiai di olio evo e le foglie di alloro. Aggiungere le bietoline ben lavate e spezzettate grossolanamente e lasciarle appassire alcuni minuti insieme alle cipolle. Sfumare con la birra a fiamma alta, poi versare il brodo caldo (si può anche usare semplicemente acqua calda) e salare. Cuocere a fiamma bassa almeno mezz'ora dalla ripresa dell'ebollizione (le verdure devono essere molto morbide, praticamente sfatte).
Intanto ungere le fette di pane con un filo d'olio evo, salarle appena e cospargerle con origano secco. Disporle sulla placca del forno ben calda e farle tostare alcuni minuti.
Eliminare le foglie di alloro e servire la zuppa calda con una spolverizzata di pepe nero (se piace) e i crostini di pane tostato. Il maschio alfa suggerisce anche una manciata di parmigiano grattugiato che secondo lui ci sta bene!
Buon appetito!


domenica 20 ottobre 2013

Baba ganoush

La prima volta che l'ho sentito nominare da un amico siriano ho pensato che mi stesse prendendo per i fondelli: baba ganoush....e che roba è? Un nuovo tipo di babà napoletano? Una divinità indiana? Una parolaccia in milanese? Se lo si pronuncia più volte di fila diventa quasi uno scioglilingua: baba ganoush, baba ganoush, baba ganoush!
Poi la spiegazione: il babaganoush è simile all'hummus, solo che al posto dei ceci si usano le melanzane. Quindi una salsa di melanzane, fresca e speziata....mmm....buona! L'idea mi solleticava parecchio solo che non avevo la ricetta e improvvisare su quello che ho scoperto essere un classico della cucina medio-orientale non mi sembrava proprio il caso. Poi ho di nuovo poggiato gli occhi sul solito libro di cucina moresca (lo stesso delle ali di pollo al tahine), l'ho sfogliato ed eccola lì!
Mi è piaciuta talmente tanto che per tutta l'estate mi sono ingozzata di questa delizia spalmata sul pane o semplicemente gustata a cucchiaiate (c'è chi lo fa con la nutella ma io sono un po' anticonformista) come contorno.
Ovviamente le melanzane rientrano tra i tabù alimentari del maschio alfa, che si è tenuto a debita distanza da quella poltiglia color tortora. Ammetto che l'aspetto in sè non sia dei più invitanti ma basta ingentilire questa crema con una dadolata di pomodori maturi (con i quali si abbina a meraviglia) per avere un piatto gradevole da poter servire durante apericene o buffet.
Come al solito, provare per credere ma secondo me è da leccarsi i baffi!


BABA GANOUSH

Ingredienti:
1 grossa melanzana (500-600 g)
succo di 1 limone
2 cucchiai di tahine
1 spicchio d'aglio
olio evo
sale, pepe nero
1 pomodoro maturo (facoltativo)

Bucherellare la melanzana con i rebbi di una forchetta (per evitare che scoppi), avvolgerla nella carta stagnola e infornarla a 220°C per circa un'ora, fino a che non saranno tenere all'interno. Quando saranno abbastanza fredde da essere maneggiate senza ustionarsi, tagliare via il picciolo e sbucciarle, recuperando anche la polpa che resta eventualmente attaccata alla buccia con l'aiuto di un coltello.
In un mortaio pestare lo spicchio d'aglio insieme a una presa di sale fino a ridurlo in una pasta, aggiungerlo alla polpa di melanzana insieme al succo di limone, il tahine, 3-4 cucchiai di olio e un poco di pepe nero. Spappolare e lavorare tutto con una forchetta fino a ottenere una crema densa  ma non del tutto liscia. Aggiustare eventualmente di sale e pepe. Servire cosparso con il pomodoro a dadini e accompagnare con fettine di pane preferibilmente tostato.
Buon appetito!

domenica 6 ottobre 2013

Marziani e venusiane (Cozze alla marinara)

Un famosissimo libro di qualche anno fa sostiene che "gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere". Personalmente non mi sento così aliena ma, anche se non ho letto il libro, so che non è altro che un modo per dire che uomini e donne, fondamentalmente, sono molto diversi fra loro,non solo fisicamente ma, soprattutto, mentalmente.
Perchè le donne sono attratte da borse e scarpe e gli uomini da calcio e auto?
Mi rendo conto che si tratta di una generalizzazione ma è tanto per fare un esempio. E comunque le differenze non si fermano certo qui: è indubbio che la tortuosità della mente femminile lascia l'uomo in stato confusionale e di fronte a tali acrobazie ormonali l'unico modo per limitare i danni è tacere o fuggire a gambe levate. Purtroppo la fuga non è sempre una via praticabile...povero maschio alfa!
L'uomo, invece, in linea generale è un essere semplice, talvolta primitivo, con un modo di pensare che mi piace definire "lineare come una cozza". Sia ben chiaro, non ho niente contro le cozze, anzi, mi piacciono tantissimo, solo che non mi sembrano capaci di pensieri troppo complicati. Sono semplici, dirette...come i maschi! Hanno fame? Mangiano. Vogliono guardare la tivù? Guardano la tivù. Non hanno voglia di vedere i parenti? Lo dicono chiaramente. Inutile sperare che capiscano ciò che una donna vorrebbe che loro facessero.
Tenendo a mente il principio della linearità della cozza mi sono risparmiata un bel po' di fastidi con il maschio alfa. Per esempio: se chiedo democraticamente un parere (tipo: "andiamo al cinema o a vedere la partita allo stadio?) nella speranza che venga scelto ciò che vorrei...è tempo perso. Il maschio alfa sceglierà sistemanticamente l'opzione sbagliata. Perchè succede questo? Perchè lui non pensa a ciò che vorrei io ma sceglie semplicemente ciò che lui preferisce, senza pensare alle nefaste conseguenze che ciò comporta.
Diciamo la verità: a chi non è mai successo?
Per limitare inutili battibecchi ho eliminato il libero arbitrio: basta con le opzioni di scelta, si fa quello che dico io e siamo tutti più contenti!
Non dico che sia giusto ma per il quieto vivere talvolta si fa questo e altro.
Meno male che le cozze sono buone, pazienti e sopportano di tutto, compreso essere messe in padella!

Per rimanere in tema oggi cozze, secondo la mia ricetta fatta e rifatta un sacco di volte, in bianco, senza pepe ma con il peperoncino, con il vino e un tocco di limone che non guasta.




COZZE alla MARINARA

Ingredienti:
2 kg cozze
1 limone
4-5 spicchi d'aglio
peperoncino fresco
250 ml vino bianco secco
olio evo
1 mazzetto di prezzemolo
sale

Pulire le cozze sotto acqua corrente ed eliminare l'eventuale radichetta verde che fuoriesce dalle valve. Riempire per metà di acqua una grossa pentola e farla bollire, poi versarvi le cozze e mezzo limone. Lasciare cuocere fino a che l'acqua non riprende il bollore e le valve non si sono aperte (occorrono un paio di minuti), poi scolare tutto.
Tritare insieme gli spicchi d'aglio sbucciati e il  prezzemolo. In un tegame a bordi alti (o in uno wok) scaldare una quantità di olio evo tale da coprire abbondantemente il fondo del tegame in questione; quando è caldo aggiungere il trito di aglio e prezzemolo e il peperoncino a pezzi (quantità a piacere secondo al piccantezza che si desidera) e tenere il fuoco basso per un minuto in modo che tutto soffrigga ma non bruci.
Aggiungere anche le cozze, salare e sfumare con il vino dopo aver alzato la fiamma. Aggiungere anche il limone rimasto tagliato a fettine e mescolare continuamente in modo che tutte le cozze si insaporiscano in modo omogeneo. Cuocere finchè il fondo di cottura non si è ritirato di circa la metà (occorrono una decina di minuti). Servire immediatamente, magari spolverizzando con altro prezzemolo tritato e accompagnando con abbondante pane. Buon appetito!