Se fino ad ora abbiamo goduto di un autunno fittizio, infine è giunto anche l'autunno sostanziale con le sue piogge e il cielo scuro e grigio. Inevitabile. L'importante è non lasciarsi scoraggiare dal grigiume e coglierne i lati positivi: non posso più indossare magliette come la scorsa settimana? Poco male: tiro fuori dall'armadio i miei fashionissimi cappottini e gli stivali. E mentre fuori dalla mia porta infuria una pioggia fredda e insistente da due giorni, mi viene da domandarmi: in questo momento, in quale altro luogo potrei stare così bene se non a casa mia, all'asciutto, con il calore dei fornelli accesi e un bel libro mentre mi rannicchio sotto il mio plaid zebrato? In fondo ogni stagione porta con sè lati positivi e negativi, basta saperli vedere. ;-)
E per riscaldare gli animi e contrastare il freddo pungente ecco un piatto decisamente "hot", che di certo sarebbe controindicato in estate!
Ho utilizzato la verza e l'ultimo peperone dell'orto, per evidenziare il passaggio di consegne dall'estate all'autunno e la mia amata 'nduja per dare più carattere al tutto. E' un contorno molto ricco, che accompagna molto bene carne di ogni tipo semplicemente grigliata, ma può essere utilizzato anche per farcire dei bei crostoni di pane abbrustolito. E la cena è pronta...anche se fuori piove!
PADELLATA di VERZA e PEPERONI PICCANTE
Ingredienti (per 6 persone):
1 verza
60 g 'nduja
60 g pancetta tesa in una sola fetta
1 peperone rosso
1 cipolla rossa
1 spicchio d'aglio
olio evo
sale
Affettare la cipolla molto sottile e farla soffriggere insieme all'aglio sbucciato e schiacciato con 3 cucchiai di olio evo fino a che non è trasparente (attenzione a non farla bruciare), poi aggiungere la 'nduja e farla sciogliere dolcemente nel soffritto a fuoco basso. Aggiungere anche la pancetta tagliata a dadini. Nel frattempo affettare la verza a listarelle, eliminando le parti più dure. Togliere il picciolo al peperone ed eliminare i semi e i filamenti bianchi al suo interno, poi tagliarlo anch'esso a listarelle. Eliminare l'aglio, salare (poco, la 'nduja e la pancetta sono già molto saporite) e versare il peperone e la verza nel tegame insieme al soffritto. Stufare tutto a fuoco medio per almeno mezz'ora aggiungendo eventualmente acqua calda nel caso il fondo di cottura si asciugasse troppo. Il contorno è pronto quando la verza è morbida.
Buon appetito!
martedì 30 ottobre 2012
sabato 20 ottobre 2012
Non tutti sanno che...
Ho sempre avuto difficoltà ad argomentare. La cosa potrà sembrare strana, dato il mio infinito sproloquiare su questo blog, ma è così: a scuola i miei temi raramente superavano le 2 colonne e venivano solitamente scritti furiosamente nell'ultima mezz'ora del tempo concesso. Non è che mi manchino le idee, è solo che mi risulta difficile tradurle in parole coerenti fra loro. Date le premesse ci si potrebbe chiedere come mi è venuto in mente di lanciarmi in questa avventura da blogger e la risposta è sempre lui: il maschio alfa.
Perchè è lui il vero letterato della coppia: lettore accanito di tomi immensi, aspirante scrittore, mio personale editor, nonchè blogger (pure lui!) di cinema, libri e musica prevalentemente. Voglio fargli un po' di pubblicità, quindi ecco il link: http://mygreendarling.blogspot.it/ e voglio anche dire che nel prossimo numero della rivista "Il mucchio selvaggio" è pubblicato un suo racconto che ha vinto il concorso indetto dalla rivista stessa. Ne siamo strafelici!
Nel corso degli anni ha cercato di trasferirmi la sua passione per la scrittura così, alla fine, mi ha convinto a condividere le ricette che preparo (e di cui spesso mi veniva richiesta la ricetta) e a dare un tocco personale al blog scrivendo qualcosa, che è anche un ottimo modo per mantenere in esercizio la grammatica e l'italiano in generale.
La ricetta di oggi quindi è dedicata a colui che mi ha spinta ad iniziare a scrivere in modo che non diventi "un'analfabeta di ritorno", come diceva sempre il nostro professore di italiano. In effetti i biscotti di oggi somigliano molto al mio compagno: esteriormente hanno un aspetto duro, scontroso e sembrano dei sassi screpolati ma è solo timidezza perchè l'interno è incredibilmente morbido, scioglievole, dolce ma con il carattere forte del cioccolato fondente e poi la nota fresca e sorprendente data dalla menta, che stupisce senza coprire il resto. Magari potranno non essere perfetti ma a me piacciono esattamente così!
MINT-CHOCOLATE CRINKLES
Ingredienti (per circa 20 biscotti):
100 g cioccolato fondente
60 g zucchero
1 uovo
40 g burro
125 g farina
15 g cacao amaro
3 cucchiai sciroppo di menta
1 bustina di vanillina
1 punta di cucchiaio di lievito per dolci
sale
zucchero
zucchero a velo
Setacciare la farina con il lievito, il cacao e un pizzico di sale. Spezzettare il cioccolato e scioglierlo a bagnomaria: quando è fuso togliere dalla fiamma, aggiungere il burro a pezzetti e mescolare con una spatola fino a che non si è ottenuto un composto lucido e omogeneo. Lasciare intiepidire.
A parte montare l'uovo con lo zucchero fino a che non è gonfio e spumoso, unire la vanillina, lo sciroppo di menta e il composto di cioccolato e burro. A questo punto aggiungere anche le polveri, gradualmente e mescolare fino a che non sono state completamente assorbite. Risultra un impasto piuttosto morbido. Coprire la ciotola con pellicola e far riposare in frigo almeno un'ora (in questo modo l'impasto si rassoda). Dopo il riposo l'impasto risulta decisamente più consistente ed è lavorabile. Prelevare il composto ottenuto con le mani, formare palline di circa 2/2.5 cm di diametro e schiacciarle leggermente ai "poli". Passare le palline prima nello zucchero semolato e poi nello zucchero a velo. Adagiare le palline ottenute (con queste dosi ho ottenuto circa 20 biscotti) su una teglia rivestita di carta da forno e far riposare ancora in frigo per circa 15 minuti. Cuocere in forno preriscaldato a 170°C per 9 minuti (sfornare appena si formano le crettature in superficie): in questo modo il cuore resta morbido e scioglievole. Appena sfornati sembrano crudi tanto sono morbidi ma basta lasciarli raffreddare per ottenere la consistenza perfetta.
Buon appetito!
Perchè è lui il vero letterato della coppia: lettore accanito di tomi immensi, aspirante scrittore, mio personale editor, nonchè blogger (pure lui!) di cinema, libri e musica prevalentemente. Voglio fargli un po' di pubblicità, quindi ecco il link: http://mygreendarling.blogspot.it/ e voglio anche dire che nel prossimo numero della rivista "Il mucchio selvaggio" è pubblicato un suo racconto che ha vinto il concorso indetto dalla rivista stessa. Ne siamo strafelici!
Nel corso degli anni ha cercato di trasferirmi la sua passione per la scrittura così, alla fine, mi ha convinto a condividere le ricette che preparo (e di cui spesso mi veniva richiesta la ricetta) e a dare un tocco personale al blog scrivendo qualcosa, che è anche un ottimo modo per mantenere in esercizio la grammatica e l'italiano in generale.
La ricetta di oggi quindi è dedicata a colui che mi ha spinta ad iniziare a scrivere in modo che non diventi "un'analfabeta di ritorno", come diceva sempre il nostro professore di italiano. In effetti i biscotti di oggi somigliano molto al mio compagno: esteriormente hanno un aspetto duro, scontroso e sembrano dei sassi screpolati ma è solo timidezza perchè l'interno è incredibilmente morbido, scioglievole, dolce ma con il carattere forte del cioccolato fondente e poi la nota fresca e sorprendente data dalla menta, che stupisce senza coprire il resto. Magari potranno non essere perfetti ma a me piacciono esattamente così!
MINT-CHOCOLATE CRINKLES
Ingredienti (per circa 20 biscotti):
100 g cioccolato fondente
60 g zucchero
1 uovo
40 g burro
125 g farina
15 g cacao amaro
3 cucchiai sciroppo di menta
1 bustina di vanillina
1 punta di cucchiaio di lievito per dolci
sale
zucchero
zucchero a velo
Setacciare la farina con il lievito, il cacao e un pizzico di sale. Spezzettare il cioccolato e scioglierlo a bagnomaria: quando è fuso togliere dalla fiamma, aggiungere il burro a pezzetti e mescolare con una spatola fino a che non si è ottenuto un composto lucido e omogeneo. Lasciare intiepidire.
A parte montare l'uovo con lo zucchero fino a che non è gonfio e spumoso, unire la vanillina, lo sciroppo di menta e il composto di cioccolato e burro. A questo punto aggiungere anche le polveri, gradualmente e mescolare fino a che non sono state completamente assorbite. Risultra un impasto piuttosto morbido. Coprire la ciotola con pellicola e far riposare in frigo almeno un'ora (in questo modo l'impasto si rassoda). Dopo il riposo l'impasto risulta decisamente più consistente ed è lavorabile. Prelevare il composto ottenuto con le mani, formare palline di circa 2/2.5 cm di diametro e schiacciarle leggermente ai "poli". Passare le palline prima nello zucchero semolato e poi nello zucchero a velo. Adagiare le palline ottenute (con queste dosi ho ottenuto circa 20 biscotti) su una teglia rivestita di carta da forno e far riposare ancora in frigo per circa 15 minuti. Cuocere in forno preriscaldato a 170°C per 9 minuti (sfornare appena si formano le crettature in superficie): in questo modo il cuore resta morbido e scioglievole. Appena sfornati sembrano crudi tanto sono morbidi ma basta lasciarli raffreddare per ottenere la consistenza perfetta.
Buon appetito!
martedì 9 ottobre 2012
Mal comune, mezzo gaudio?
Quando, una delle prime mattine di autunno, il maschio alfa si sveglia e ti comunica con voce gracchiante che ha un po' di mal di gola, tu sai già che ne pagherai le conseguenze molto presto. Detto, fatto: stamattina mi sono alzata con la gola in fiamme, naso tappato, voce da oltretomba e aspetto da sopravvissuta a una esplosione nucleare. Penso che chiunque abbia inventato gli zombie si sia ispirato a qualcuno con un pesante raffreddore! Siamo una bella coppia... non c'è che dire! Quando eravamo più giovincelli e rampanti la sera brindavamo con mojito e cosmopolitan: ieri sera ci siamo guardati negli occhi lucidi semi-influenzati e abbiamo amabilmente condiviso una aspirina effervescente prima di andare a dormire. Le nuove frontiere del romanticismo!
Con la difficoltà di respirazione anche mangiare diventa faticoso, quindi cosa c'è di più adatto di una calda e corroborante zuppa? Questa versione è sempre stata preparata da mia mamma ma devo ammettere che sono molto soddisfatta del risultato. Semplice e buona: un vero toccasana.
ZUPPA di CIPOLLE
Ingredienti (per 4 persone):
4 cipolle bianche
1 carota
1 costola di sedano
1 patata
2 spicchi d'aglio
prezzemolo
3 cucchiai farina integrale
noce moscata
olio evo
sale, pepe nero
pane toscano
Formaggio Asiago (o pecorino fresco)
Preparare un brodo vegetale con la carota raschiata, la patata sbucciata, la costola di sedano, una cipolla, un mazzetto di prezzemolo e un litro e mezzo di acqua. Lasciare sobbollire un paio d'ore. Nel frattempo affettare le restanti cipolle e soffriggerle con 4 cucchiai di olio, gli spicchi d'aglio sbucciati e schiacciati e poca acqua (in modo che non si brucino) fino a che non sono morbide. Salare e pepare a piacere durante la cottura.Quando il brodo è pronto frullare tutto con il pimer a immersione e tenere in caldo. Scaldare una pentola e tostarvi la farina a fiamma alta per un paio di minuti al massimo, poi iniziare ad aggiungere gradualmente il brodo caldo mescolando velocemente con una frusta perchè non si formino grumi. Una volta terminato il brodo aggiungere le cipolle stufate (dopo aver eliminato gli spicchi d'aglio) e lasciare insaporire una decina di minuti a fiamma media. Aggiungere una macinata di noce moscata e aggiustare di sale.Servire calda accompagnata con crostini di pane toscano farciti con qualche fettina sottile di formaggio e tostati in forno 5 minuti. Io ho usato l'Asiago, che ci stava splendidamente (il connubio cipolle-formaggio? Godurioso!), ma credo che anche un pecorino poco stagionato sarebbe un valido sostituto.
Buon appetito!
Con la difficoltà di respirazione anche mangiare diventa faticoso, quindi cosa c'è di più adatto di una calda e corroborante zuppa? Questa versione è sempre stata preparata da mia mamma ma devo ammettere che sono molto soddisfatta del risultato. Semplice e buona: un vero toccasana.
ZUPPA di CIPOLLE
Ingredienti (per 4 persone):
4 cipolle bianche
1 carota
1 costola di sedano
1 patata
2 spicchi d'aglio
prezzemolo
3 cucchiai farina integrale
noce moscata
olio evo
sale, pepe nero
pane toscano
Formaggio Asiago (o pecorino fresco)
Preparare un brodo vegetale con la carota raschiata, la patata sbucciata, la costola di sedano, una cipolla, un mazzetto di prezzemolo e un litro e mezzo di acqua. Lasciare sobbollire un paio d'ore. Nel frattempo affettare le restanti cipolle e soffriggerle con 4 cucchiai di olio, gli spicchi d'aglio sbucciati e schiacciati e poca acqua (in modo che non si brucino) fino a che non sono morbide. Salare e pepare a piacere durante la cottura.Quando il brodo è pronto frullare tutto con il pimer a immersione e tenere in caldo. Scaldare una pentola e tostarvi la farina a fiamma alta per un paio di minuti al massimo, poi iniziare ad aggiungere gradualmente il brodo caldo mescolando velocemente con una frusta perchè non si formino grumi. Una volta terminato il brodo aggiungere le cipolle stufate (dopo aver eliminato gli spicchi d'aglio) e lasciare insaporire una decina di minuti a fiamma media. Aggiungere una macinata di noce moscata e aggiustare di sale.Servire calda accompagnata con crostini di pane toscano farciti con qualche fettina sottile di formaggio e tostati in forno 5 minuti. Io ho usato l'Asiago, che ci stava splendidamente (il connubio cipolle-formaggio? Godurioso!), ma credo che anche un pecorino poco stagionato sarebbe un valido sostituto.
Buon appetito!
domenica 7 ottobre 2012
Globalizzazione
E' ricominciata la stagione dei cavoli nell'orto e io ne sto già approfittando ampiamente: verze, cappucci cavolfiori... tutti deliziosi.
Per utilizzare un piccolo cavolo cappuccio stavolta ho preparato la mitica insalata di cavolo (o coleslow), un classico della cucina americana. L'ho assaggiata per la prima volta questa estate, durante la nostra vacanza a Budapest. A Budapest???? E che c'entra la coleslow con Budapest? Niente, ovviamente, non fosse per il fatto che il primo impatto con la città è stato piuttosto traumatico: poche indicazioni e tutte in ungherese (chiunque capisca questa lingua ha tutto il mio rispetto), cartine non aggiornate, non trovavamo la metro, il bancomat, il bus navetta... E' stata una fatica raggiungere il centro città come non mi era mai capitato. Eravamo stanchi e un po' scoraggiati e appena giunti in prossimità dell'albergo abbiamo sentito il bisogno di rifocillarci, così ci siamo rifugiati in un noto e rassicurante Kentucky Fried Chicken.
Lo so che di solito faccio la salutista, che non mangia porcherie e snobba i fast food ma le alette di pollo fritte del KFC mi mandano letteralmente fuori di testa e non perdiamo mai l'occasione, all'estero (visto che solo in Italia non esiste!), di sbafarci inaudite quantità di untissimo pollo fritto. Budapest non ha fatto eccezione solo che stavolta, insieme al pollo al colesterolo, veniva servita anche una ignota piccola scatolina con all'interno una specie di insalatina condita da una salsa bianca. Il temerario maschio alfa si è comportato da vero cavaliere ("Prima le signore!") e mi ha caldamente invitato ad assaggiare per prima, per scoprire cosa fosse. E' stato lì che ho avuto la rivelazione: insalata di cavolo! Da allora, quando c'è un cavolo cappuccio a giro per casa, non riusciamo a fare a meno di prepararla perchè è davvero buona e saporita, un contorno speciale per wurstel e salsicce alla griglia (ma non solo)!
L'unica cosa strana è che quando la mangio, invece di pensare a New York o Chicago o San Francisco mi viene in mente Budapest!!! Magari in futuro le cose cambieranno, anche perchè conto di assaggiare presto l'originale coleslow. Ma questa è un'altra storia...
INSALATA di CAVOLO (COLESLOW)
Ingredienti (per 4 persone):
350 g cavolo cappuccio
1 carota
1 cipollotto fresco
125 g yoghurt bianco magro
2 cucchiai di maionese
1 cucchiaio di senape
1 cucchiaio di aceto di vino
1 cucchiaio di zucchero
erba cipollina fresca
sale, pepe nero
Per prima cosa occorre preparare la salsa: riunire in una terrina lo yoghurt, la maionese, la senape, l'aceto, lo zucchero, un a presa di sale e pepe nero appena macinato in quantità a piacere. Aggiungere anche un mazzetto di erba cipollina finemente tritata e mescolare tuttto fino a che non è omogenea. Affettare molto sottilmente il cavolo e il cipollotto. Grattugiare la carota (dopo averla raschiata) con la grattugia a fori larghi e mischiarla con il cavolo e il cipollotto. Condire l'insalata ottenuta con la salsina preparata e servire.
Buon appetito!
Per utilizzare un piccolo cavolo cappuccio stavolta ho preparato la mitica insalata di cavolo (o coleslow), un classico della cucina americana. L'ho assaggiata per la prima volta questa estate, durante la nostra vacanza a Budapest. A Budapest???? E che c'entra la coleslow con Budapest? Niente, ovviamente, non fosse per il fatto che il primo impatto con la città è stato piuttosto traumatico: poche indicazioni e tutte in ungherese (chiunque capisca questa lingua ha tutto il mio rispetto), cartine non aggiornate, non trovavamo la metro, il bancomat, il bus navetta... E' stata una fatica raggiungere il centro città come non mi era mai capitato. Eravamo stanchi e un po' scoraggiati e appena giunti in prossimità dell'albergo abbiamo sentito il bisogno di rifocillarci, così ci siamo rifugiati in un noto e rassicurante Kentucky Fried Chicken.
Lo so che di solito faccio la salutista, che non mangia porcherie e snobba i fast food ma le alette di pollo fritte del KFC mi mandano letteralmente fuori di testa e non perdiamo mai l'occasione, all'estero (visto che solo in Italia non esiste!), di sbafarci inaudite quantità di untissimo pollo fritto. Budapest non ha fatto eccezione solo che stavolta, insieme al pollo al colesterolo, veniva servita anche una ignota piccola scatolina con all'interno una specie di insalatina condita da una salsa bianca. Il temerario maschio alfa si è comportato da vero cavaliere ("Prima le signore!") e mi ha caldamente invitato ad assaggiare per prima, per scoprire cosa fosse. E' stato lì che ho avuto la rivelazione: insalata di cavolo! Da allora, quando c'è un cavolo cappuccio a giro per casa, non riusciamo a fare a meno di prepararla perchè è davvero buona e saporita, un contorno speciale per wurstel e salsicce alla griglia (ma non solo)!
L'unica cosa strana è che quando la mangio, invece di pensare a New York o Chicago o San Francisco mi viene in mente Budapest!!! Magari in futuro le cose cambieranno, anche perchè conto di assaggiare presto l'originale coleslow. Ma questa è un'altra storia...
INSALATA di CAVOLO (COLESLOW)
Ingredienti (per 4 persone):
350 g cavolo cappuccio
1 carota
1 cipollotto fresco
125 g yoghurt bianco magro
2 cucchiai di maionese
1 cucchiaio di senape
1 cucchiaio di aceto di vino
1 cucchiaio di zucchero
erba cipollina fresca
sale, pepe nero
Per prima cosa occorre preparare la salsa: riunire in una terrina lo yoghurt, la maionese, la senape, l'aceto, lo zucchero, un a presa di sale e pepe nero appena macinato in quantità a piacere. Aggiungere anche un mazzetto di erba cipollina finemente tritata e mescolare tuttto fino a che non è omogenea. Affettare molto sottilmente il cavolo e il cipollotto. Grattugiare la carota (dopo averla raschiata) con la grattugia a fori larghi e mischiarla con il cavolo e il cipollotto. Condire l'insalata ottenuta con la salsina preparata e servire.
Buon appetito!
lunedì 1 ottobre 2012
Cena alternativa
Premetto che mangiare mi piace (se non si fosse capito) e mi piace sia la quantità che la qualità. Però quando è troppo, è troppo. Non è nemmeno un mese che sono a casa e già mi sembra di scoppiare. La mia disoccupazione fa si che io sia a casa per pranzo ogni giorno e, dato che sono sola, la soluzione più naturale è pranzare dai miei, che abitano molto vicino. Un unico problema: se non si mangia primo, secondo, contorno, frutta non può essere classificato come pranzo, al massimo spuntino.Considerando che negli ultimi anni mi sono abituata a mangiare una sola portata a pasto, seppur abbondante e con le ovvie eccezioni di uscite, feste e ricorrenze, si fa presto a capire come un pranzo completo ogni giorno mi provochi un certo appesantimento e una fantastica sonnolenza pomeridiana.
La sera, molto spesso, mi scopro a non essere affamata ma, per evitare di arrivare a mezzanotte e aver voglia di addentare anche il tavolino, mi costringo (si vabbè....non è poi una così grossa violenza) a una cena più frugale, di solito a base di verdura.
Potrei controllarmi di più a pranzo invece di abbuffarmi? In linea teorica si, solo che quando ho davanti tutto quel ben di dio la mia forza di volontà migra in luoghi lontani e la mia gola prende decisamente il controllo della situazione.
E allora c'è bisogno di qualche escamotage serale per evitare di brucare la solita insalata o i soliti spinaci saltati: questa, secondo me, è una valida alternativa.
Patate. Ebbene si, sono delle banalissime patate al vapore: leggere ma molto sazianti. Però le patate bollite sono noiose! Ecco allora che le ho condite con una salsina sorprendente a base di birra, più delicata di quanto si possa immaginare ma abbastanza saporita da rendere queste patate un contorno speciale o, nel mio caso, un appetitoso piatto unico!
PATATE alla BIRRA
Ingredienti (per 3 persone):
600 g patate
1 cipollotto bianco fresco
100 ml birra chiara
1 cucchiaio di senape
alcune foglie di salvia fresca
olio evo
sale, pepe nero
Sbucciare le patate, tagliarle a tocchetti e cuocerle al vapore (oppure bollirle) una ventina di minuti. Scolarle e lasciarle raffreddare. Tritare molto finemente il cipollotto. Preparare il condimento: riunire in una ciotolina la birra fredda, la senape, il cipollotto tritato, 3-4 cucchiai di olio evo, una presa di sale e del pepe nero (meglio se appena macinato) ed emulsionare il tutto con una forchetta. Condire le patate ormai fredde con la salsina preparata e profumare con alcune foglie di salvia spezzettate. Servire subito oppure conservare in frigo per il giorno successivo.
Buon appetito!
La sera, molto spesso, mi scopro a non essere affamata ma, per evitare di arrivare a mezzanotte e aver voglia di addentare anche il tavolino, mi costringo (si vabbè....non è poi una così grossa violenza) a una cena più frugale, di solito a base di verdura.
Potrei controllarmi di più a pranzo invece di abbuffarmi? In linea teorica si, solo che quando ho davanti tutto quel ben di dio la mia forza di volontà migra in luoghi lontani e la mia gola prende decisamente il controllo della situazione.
E allora c'è bisogno di qualche escamotage serale per evitare di brucare la solita insalata o i soliti spinaci saltati: questa, secondo me, è una valida alternativa.
Patate. Ebbene si, sono delle banalissime patate al vapore: leggere ma molto sazianti. Però le patate bollite sono noiose! Ecco allora che le ho condite con una salsina sorprendente a base di birra, più delicata di quanto si possa immaginare ma abbastanza saporita da rendere queste patate un contorno speciale o, nel mio caso, un appetitoso piatto unico!
PATATE alla BIRRA
Ingredienti (per 3 persone):
600 g patate
1 cipollotto bianco fresco
100 ml birra chiara
1 cucchiaio di senape
alcune foglie di salvia fresca
olio evo
sale, pepe nero
Sbucciare le patate, tagliarle a tocchetti e cuocerle al vapore (oppure bollirle) una ventina di minuti. Scolarle e lasciarle raffreddare. Tritare molto finemente il cipollotto. Preparare il condimento: riunire in una ciotolina la birra fredda, la senape, il cipollotto tritato, 3-4 cucchiai di olio evo, una presa di sale e del pepe nero (meglio se appena macinato) ed emulsionare il tutto con una forchetta. Condire le patate ormai fredde con la salsina preparata e profumare con alcune foglie di salvia spezzettate. Servire subito oppure conservare in frigo per il giorno successivo.
Buon appetito!
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