mercoledì 25 novembre 2015

Un sogno che diventa realtà (Pollo Tandoori)

Ero una bambina di circa 7-8 anni. Frequentavo la scuola elementare e ogni anno una delle maestre partiva per un viaggio all'estero. Allora era abbastanza raro perciò la cosa aveva grande risonanza all'interno dell'istituto. Al suo rientro veniva dedicato un giorno di scuola per la visione delle diapositive delle foto scattate durante il viaggio. Ricordo le foto di Perù, Cile, Bolivia, Brasile ma sono state le foto dell'India che mi hanno stregato. Quei templi riccamente decorati, i colori, i fiori, la controversa storia del Paese, le religioni hanno catturato la mia speciale attenzione, scatenando la mia fantasia su viaggi e avventure esotiche. Forse è stato proprio lì, in quella piccola aula buia stipata di bambini, che è nata la mia voglia di viaggiare.
Prima di capire che cosa volessi fare nella mia vita sapevo che volevo andare in India, anche se ho sempre percepito questo desiderio come di improbabile realizzazione.
E ora invece sono qui, il passaporto in una mano, un biglietto aereo per Nuova Delhi nell'altra e ancora non riesco a capacitarmi che stia succedendo davvero.
Domani vado in India.
Nonostante tutto ciò che ho letto, studiato, sognato e immaginato non so davvero cosa aspettarmi, sono ancora incredula. So che sarà un'esperienza forte, ricca di contrasti, un sogno che diventa realtà.
Non posso che lasciare l'Italia con un classico della cucina indiana: il pollo tandoori. Lo preparo da anni, sempre secondo la stessa ricetta, che mi piace moltissimo, anche più di quello che mangio nei ristoranti etnici. In pratica si tratta di pezzi di pollo marinato in un mix di yoghurt e spezie e successivamente cotto nel tradizionale forno di terracotta, il tandoori, appunto, da cui prende il nome questo tipo di cottura. Con il tandoori si ottiene una cottura che è una via di mezzo tra il forno tradizionale e il barbecue. Ovviamente io non ho un tandoori in casa e mi sono arrangiata con il forno. Al mio ritorno saprò dire se sono riuscita a riprodurre quei sapori oppure no! ;-)
Intanto buon viaggio a me!



POLLO TANDOORI

Ingredienti (per circa 4 persone):
1 pollo a pezzi
300 ml di yoghurt bianco
3 cucchiaini di mix di spezie per tandoori
3 spicchi d'aglio
1 scalogno tritato
1 cucchiaio di paprica in polvere
1 cucchiaino di peperoncino in polvere
1 cucchiaio di ginger fresco tritato
1 cucchiaino di semi di senape
1 cucchiaio di semi di cumino
1 cucchiaino di curcuma
qualche grano di pepe bianco
2 cucchiaini di concentrato di pomodoro
succo di 1 limone
sale

Spellare il pollo e tagliarlo a pezzi incidendo un po' le carni. Massaggiare il pollo con il succo di limone e un cucchiaio di sale e lasciare riposare una decina di minuti.
Sbucciare l'aglio e pestarlo in un mortaio insieme ai semi di senape, di cumino e al pepe bianco fino ad ottenere una purea.
In una ciotola mescolare lo yoghurt, la purea di aglio e spezie, lo scalogno, il ginger, il concentrato di pomodoro, le altre spezie e un po' di sale (non troppo: la carne è già stata salata!), poi versare sul pollo in modo che sia tutto ben impregnato. Lasciare riposare in frigo tutta la notte. Trascorso il tempo di riposo disporre i pezzi di pollo sulla leccarda del forno e cuocere per 30-35 minuti a 200°C avendo cura di girare i pezzi a metà cottura. Alla fine le estremità del pollo dovranno essere appena abbrustolite.
Servire accompagnato da riso basmati bollito o da naan.
Buon appetito!


giovedì 19 novembre 2015

Senza parole (Cosci di tacchino porchettati)

Sono giorni che non ho il coraggio di pubblicare. Non ci riesco.
Mi vergogno a parlare di cibo e ricette quando fuori dalle mie quattro mura c'è un orrore e un odio che non riesco a concepire.
E ho paura. Ho paura per il futuro, ho paura perchè sembra che all'abbrutimento umano non ci sia mai fine, che dagli sbagli del passato non si sia imparato niente.
"Tutti li tempi tornano, li uomini sono sempre li medesimi", così diceva un mio grande professore, citando Machiavelli, e non è altro che la triste realtà.
Nonostante tutto non riesco a provare rabbia, sento solo di essere infinitamente triste, di una tristezza che annichilisce.
Eppure la vita deve continuare, la paura non può e non ci deve sopraffare. Anche se di questi tempi il cordoglio è purtroppo cosa quotidiana, non possiamo lasciarci andare ad esso. Mi rifiuto di cedere a questo clima di terrore.
In tanti sembrano avere facili soluzioni. Io non ne ho ma credo che non sia nascondendosi, nè facendo guerra che avremo pace e giustizia.
Intanto torno a scrivere, anche se so essere cose futili come del tacchino arrosto.



COSCI di TACCHINO PORCHETTATI

Ingredienti:
2 cosci di tacchino con la pelle
pancetta tesa (un paio di fette tagliate spesse)
4-5 spicchi di aglio
salvia
rosmarino
olio evo
sale
pepe nero

Preparare un trito abbondante con salvia, rosmarino e aglio, dopo unire sale e pepe nero a piacere. Lavare i cosci di tacchino e asciugarli bene. Praticare delle incisioni piccole ma profonde nella carne (circa 6-7 per ogni coscio). Ungere i cosci con poco olio, poi massaggiare la carne con un poco del trito preparato. Tagliare a pezzetti la pancetta: le dimensioni devono essere tali da entrare nei fori praticati nella carne. Infilare in ogni foro un pezzetto di pancetta e un po' del trito aromatico.
Porre il tacchino in una teglia da forno (magari insieme a delle patate!), ungere con poco olio e infornare a 180°C per circa un'ora. Girare i cosci a metà cottura. Per ottenere una pelle croccante gli ultimi 15 minuti alzare la temperatura del forno a 220°C, magari attivando la funzione grill.
Prima di servire controllare che la carne sia ben cotta: incidere dove la carne è più spessa e controllare che non sia rosa e non ci siano tracce di liquido rossastro. Nel caso proseguire ancora la cottura.
Buon appetito!

venerdì 6 novembre 2015

Tradizione pistoiese (Carcerato)

Nata a Prato ma ormai pistoiese d'adozione, ho imparato che esistono deliziosi piatti tipici pistoiesi che nessuno conosce al di fuori della provincia, segreti ben custoditi dalle massaie e dai ristoratori locali.
Dato che il mantenimento della memoria di antiche ricette è una ricchezza che non deve andare persa e che sento, nel mio piccolo, di voler portare avanti, ecco la mia proposta di oggi: il carcerato. Personalmente non ne avevo mai nemmeno sentito parlare e anche i miei amici fiorentini, che vantano una secolare cultura culinaria inerente le frattaglie, erano all'oscuro dell'esistenza di tale prelibatezza. Un piatto povero, anzi, poverissimo. Il pasto dei carcerati. Una zuppa. Pane secco e frattaglie varie, retaggio di un passato in cui i macelli si trovavano accanto al carcere di Santa Caterina in Brana. Si dice che i detenuti, vedendo passare nel fiumiciattolo, la Brana appunto, gli scarti della lavorazione della carne, avessero chiesto di potersene appropriare, per arricchire il loro pasto a base di pane e acqua. Così nacque il carcerato ed è anche facile capire perchè sia stato chiamato così.
Oggi, arricchito da pancetta e verdure, è diventato un piatto di una bontà disarmante, uno di quei comfort-food perfetti quando fuori fa freddo, nonostante la povera semplicità degli ingredienti.
Astenersi detrattori di trippa e affini!



CARCERATO

Ingredienti (per 3-4 persone):
250 g trippa
250 g lampredotto
250 centopelli
300 g pane raffermo
1,5 l circa brodo misto di carne e verdure
1 porro
1 scalogno
1 carota
1 costola di sedano
20 g pancetta tesa
3 bacche di ginepro
pepe nero in grani
1 foglia di alloro
olio evo
sale

Bollire in acqua per 5-10 minuti le frattaglie (trippa, lampredotto e centopelli), scolare e lasciare raffreddare a temperatura ambiente prima di tagliare tutto a listarelle. Preparare un trito con carota, sedano, scalogno e pancetta e far soffriggere insieme a 3-4 cucchiai di olio evo, la foglia d'alloro e le bacche di ginepro appena schiacciate a fuoco basso in una grossa pentola. Aggiungere anche il porro tagliato a rondelle. Quando le verdure si sono appassite aggiungere anche le frattaglie e lasciare insaporire alcuni minuti. Iniziare ad aggiungere il brodo caldo e il pane secco tagliato a tocchetti. Far prendere il bollore, incoperchiare e abbassare la fiamma al minimo. Lasciare cuocere molto lentamente per un paio d'ore, mescolando ogni tanto in modo che la zuppa non si attacchi al fondo. Il pane assorbirà molto brodo, perciò aggiungerne gradualmente, sempre caldo: la zuppa deve essere sempre umida. A fine cottura aggiustare di sale e servire calda.
Buon appetito!

lunedì 2 novembre 2015

Dolci scherzetti (Muffin zucca e cioccolato)

Cosa ha lasciato la notte di Halloween al maschio alfa? Dolcetto o scherzetto? E se fossero entrambi?
Sembrano innocui muffin al cioccolato questi qua sotto? Non lo sono. C'è l'ingrediente segreto. La zucca, che da brava strega, ammaliante e infida, ho spacciato al maschio alfa come carota, dato che sostiene di non amarla, la zucca.
E così da due giorni facciamo colazione con questi semplici, rustici muffin con zucca e cioccolato, con l'ignaro maschio alfa che li trangugia con somma soddisfazione. Sono buoni, molto cioccolatosi e la nota della zucca si percepisce appena. Soffici, nonostante non contengano burro, cosa che li rende pure leggeri e digeribili.
Diciamo la verità: ce ne fossero di streghe come me!



MUFFIN ZUCCA e CIOCCOLATO

Ingredienti (per 6 muffin):
80 g farina 00
80 g farina integrale
1 uovo
75 g zucchero di canna
100 g zucca sbucciata
60 ml olio di semi di girasole
40 ml latte
1/2 cucchiaino bicarbonato
un pizzico di sale
100 g cioccolato fondente

In una ciotola mescolare le farine, il bicarbonato e il sale. Tritare la zucca nel mixer.
Con l'aiuto di una frusta elettrica montare leggermente l'uovo con lo zucchero (meglio se di canna: dona un aroma particolare al muffin) e l'olio di semi. Aggiungere il latte e la zucca tritata continuando a mescolare.
Aggiungere le farine con il bicarbonato e il sale e amalgamare velocemente. Non impastare troppo a lungo altrimenti il dolce perde in sofficità. Spezzettare il cioccolato  a scaglie, infarinarle leggermente (in modo che restino in sospensione nell'impasto) e incorporarle velocemente all'impasto. Riempire i pirottini da muffin per circa 2/3 e infornare a 190°C per 30 minuti. Fare comunque la prova stecchino prima di sfornare.
Lasciare raffreddare e gustare con una buona tazza di thè caldo.
Buon appetito!

venerdì 30 ottobre 2015

Un dolce Halloween (Torta sbrisolona al cacao con nutella e nocciole)

Buon Halloween a tutti!!!
Anche se non si tratta di una festa "nostrana" mi piace l'idea di una notte dedicata agli spiriti e alle streghe. Sarà che mi sono sempre sentita un po' strega. Trovo intrigante l'immagine di queste donne anticonformiste e indipendenti, additate e perseguitate da una società bigotta e retrograda, a volte solo perchè in possesso di conoscenze apparentemente "magiche".  Inutile dire che un paio di secoli fa sarei finita sul rogo in piazza!
Quest'anno ho colto l'occasione per cimentarmi in una torta che avevo visto qui e di cui mi sono innamorata all'istante: è davvero buona e goduriosa e ha riscosso molto successo tra i cioccolatari di casa! E poi è dark, come si conviene per una simile ricorrenza!
Ora però scusatemi, che io e la mia gatta nera dobbiamo inforcare la scopa e andare a spaventare i bambini per strada!



TORTA SBRISOLONA al CACAO con NUTELLA e NOCCIOLE

Ingredienti:
300 g farina 00 (+20 g)
20 g cacao amaro (+5 g)
80 g nocciole
130 g zucchero di canna
125 g burro a temperatura ambiente
2 uova
1/2 bustina lievito per dolci
1 bustina vanillina
1 pizzico di sale
250 g nutella
80 g formaggio fresco spalmabile


Per la frolla al cacao e nocciole: tritare 40 g di nocciole e mescolarle a 300 g di farina. Aggiungere anche lo zucchero, il lievito, la vanillina, il cacao, un pizzico di sale e amalgamare. Formare una specie di fontana e al centro mettere il burro morbido (ma non sciolto) e le uova. Impastare velocemente fino ad amalgamare gli ingredienti.
Prelevare 2/3 dell'impasto e stenderlo con il mattarello tra 2 fogli di carta da forno (così da evitare che l'impasto si attacchi al mattarello) ad uno spessore di circa 1/2cm. Mantenendo la carta forno, rivestire con la frolla uno stampo da crostata di circa 26 cm di diametro; solo a questo punto togliere il pezzo di carta forno superiore. Pareggiare i bordi con un coltello e unire l'eccedenza con l'impasto tenuto da parte.
Aggiungere all'impasto tenuto da parte 20 g di farina 00, 5 g di cacao e 40 g di nocciole tritate grossolanamente con un batticarne: in questo modo l'impasto diventa più duro e sbricioloso e in cottura formerà una copertura più biscottosa e croccante. Porre entrambi gli impasti in frigo a riposare per una mezz'ora.
In una terrina lavorare la nutella con il formaggio ed eventualmente qualche goccia di latte per ammorbidire il tutto.
Farcire la base di frolla con la crema di nutella livellandola bene, poi sbriciolarvi sopra il secondo impasto in modo da coprire uniformemente tutta la superficie della crostata, senza lasciare la crema esposta.
Infornare a 180°C per 30-35 minuti. Sfornare e lasciare raffreddare completamente prima di rimuovere la torta dallo stampo e servire.
Buon appetito!

lunedì 26 ottobre 2015

Fiacca stagionale (Zucca grigliata al rosmarino)

Il primo abbassamento di temperatura stagionale mi ha messo KO: mi sembra di aver perso tutta l'energia e inizio a invidiare quegli animali che cadono placidamente in letargo con l'arrivo della stagione fredda. Non ho voglia di far niente, alzarsi la mattina e abbandonare le coperte calde è diventata una dura sfida giornaliera, la sera vorrei solo sprofondare sul divano con coperta e tisana e una pesantezza incredibile mi affligge per tutto il resto della giornata. E invece gli impegni si accavallano, richiedendo azione e attenzione e io non riesco a far altro che arrancare con fatica. Questo è anche uno dei motivi per cui non ho pubblicato la pastasciutta del sabato nel weekend: ho preferito farmi coccolare da mamma, per pranzo, piuttosto che ingegnarmi a pensare e cucinare.
Per gli altri giorni, per tirarmi un po' su di morale, ho pensato a qualcosa di veloce, leggero e colorato; ho pensato alla mia amata zucca, così buona e allegra da vedere.
Invece della solita vellutata ho voluto provare a grigliarla e a profumarla con aglio e rosmarino: una delizia e un prezioso aiuto per affrontare questo autunno.



ZUCCA GRIGLIATA al ROSMARINO

Ingredienti (per circa 2 persone):
250 g zucca gialla
rosmarino fresco
2-3 spicchi d'aglio
olio evo
aceto di mele
sale

Prima di tutto sbucciare la zucca e affettarla a fettine abbastanza sottili. Far scaldare bene una piastra ondulata antiaderente o di ghisa, o una griglia. Grigliare le fettine di zucca per circa 3 minuti per ogni lato: devono appena abbrustolirsi. Mentre la zucca cuoce cospargere con qualche aghetto di rosmarino.
Una volta cotta la zucca condire con sale, fettine di aglio, abbondante rosmarino, olio evo (attenzione a non esagerare: ne basteranno un paio di cucchiai, giusto per inumidire la superficie. Non devono affogarci dentro!) e una spruzzata di aceto di mele per dare una nota dolce-acidula che ci sta una meraviglia. Lasciare riposare qualche ora in modo che la zucca si impregni del condimento prima di servire in accompagnamento a carne o pesce alla griglia.
Buon appetito!


venerdì 23 ottobre 2015

Sorprendente riciclo (Torta salata di pane secco)

Cos'è quella cosa indispensabile, che in casa non manca mai ma che avanza sempre?
Il pane. Si, proprio il pane. Nonostante ne compri pochissimo, ne consumo ancor meno. Potrei optare per delle pagnotte più piccole? No, perchè altrimenti indurisce nell'arco di un giorno. E poi mi piace la fetta con tanta mollica! L'annoso problema si ripropone ogni volta e finisco sempre con l'avere il portapane pieno di pane secco che non oso buttare.
Come smaltirlo? Panzanella d'estate, pappa d'inverno, polpette, gnocchi di pane.....
Poi, la scorsa settimana, l'occhio mi è caduto su una ricetta del famigerato libro di Benedetta Parodi (di nuovo!): vederla e pensare di farla immediatamente è stato un tutt'uno!
Devo ammettere, anche se un po' a malincuore, che è stato amore al primo assaggio: morbida, saporita, appagante. Da provare.
Certo io ho fatto le mie belle modifiche, guarnendo la superficie con peperoni e cipolle invece di pomodorini e grana: ho pensato che con la scamorza nell'impasto fossero più indicati. In ogni caso....de gustibus: ognuno è libero di sbizzarrirsi e farcire con ciò che più piace o di lasciarla anche in bianco (che secondo me è buona lo stesso) per accompagnare dei salumi magari.
Insomma, io l'ho trovata sorprendente e non vedo l'ora di avere di nuovo un po' di pane raffermo per rifarla!



TORTA SALATA di PANE SECCO

Ingredienti:
250 g pane secco
500 ml latte
250 g ricotta
200 g scamorza affumicata
2 uova
1 peperone rosso
1 grossa cipolla dorata
olio evo
sale


Mettere in ammollo il pane spezzettato nel latte caldo per almeno mezz'ora. Trasferire nel mixer e frullare tutto insieme alla ricotta e alle uova fino ad ottenere un composto morbido.
Aggiungere anche la scamorza grattugiata (grattugia a fori larghi) e aggiustare di sale.
Sbucciare la cipolla e affettarla (non importa sia a velo). Togliere il picciolo, i semi e i filamenti bianchi interni al peperone e tagliarlo a striscioline.
Spadellare le verdure per 10 minuti con 2-3 cucchiai di olio evo a fiamma alta (se si abbrustoliscono appena è pure meglio!). Salare poco a fine cottura.
Foderare con carta da forno una tortiera quadrata da circa 25 cm e versarvi il composto di pane. Livellare bene con una spatola, poi distribuire sulla superficie le cipolle e i peperoni premendo leggermente perchè affondino appena nell'impasto.
Infornare a 180°C per 40 minuti, poi sfornare e lasciare raffreddare un po' prima di servire. Per una presentazione "finger food" tagliare a piccoli quadrotti.
Buon appetito!

N.B. Una accortezza: salare il composto solo se si usa pane senza sale, altrimenti evitare.
N.B. E' buona anche fredda!



sabato 17 ottobre 2015

Grinta nel piatto (Penne all'arrabbiata)

Finalmente una vittoria! Dopo un inizio zoppicante la squadra del maschio alfa conquista finalmente 3 sudatissimi punti.
Mi piace pensare che sia anche un po' merito mio: per far arrivare il coach bello carico e agguerrito al campo per pranzo gli ho preparato delle penne all'arrabbiata molto piccanti, grazie al peperoncino appena colto dall'orto!


Questa è stata la mia proposta per il pranzo del sabato, per dare la giusta grinta pre-partita al maschio alfa!
Si tratta probabilmente dell'emblema della cucina italiana: un primo piatto semplice, veloce, colorato e ricco dei più classici sapori mediterranei; diventa eccellente se gli ingredienti sono ben dosati e di buona qualità. Io credo che sia questo ciò a cui pensa uno straniero quando si parla di cucina italiana! Insomma, un classicone che è bene tenere a mente e riproporre di tanto in tanto, giusto per non scordare le origini di una delle cucine più famose del mondo!



PENNE all'ARRABBIATA

Ingredienti (per 2 persone):
250 g penne rigate
300 g pomodori pelati
1 peperoncino fresco
2 spicchi d'aglio
prezzemolo
olio evo
sale
pecorino romano o parmigiano reggiano grattugiato (facoltativo)

Cuocere la pasta (preferibilmente penne rigate) in abbondante acqua salata per circa 10 minuti: dipende dal tempo di cottura indicato sulla confezione. Mentre la pasta cuoce preparare il sugo: in una padella saltapasta scaldare 2-3 cucchiai di olio evo e quando è caldo ma non fumante, aggiungere l'aglio sbucciato e schiacciato (per un gusto più deciso tagliarlo a pezzetti, per un gusto più leggero lasciare la buccia) e il peperoncino fresco tagliato a rondelle. Se non si ha a disposizione il peperoncino fresco si può comunque usare quello secco intero, a scaglie o in polvere, secondo il proprio gusto. Certo che con quello fresco, oltre al piccante si apprezza anche il gusto del peperoncino. Far soffriggere per un minuto a fiamma media facendo attenzione che l'aglio non bruci. Se l'aglio non piace toglierlo dalla padella e aggiungere i pomodori pelati (sostituibili con polpa di pomodoro) e spezzettarli con un cucchiaio. Lasciar cuocere una decina di minuti in modo che il sugo si restringa. Aggiustare di sale. Scolare la pasta al dente e saltarla per un minuto nel sugo preparato. Cospargere con abbondante prezzemolo fresco tritato, mescolare e servire subito.
Se piace, aggiungere del pecorino romano grattugiato o del parmigiano reggiano. Personalmente la preferisco senza formaggio.
Buon appetito!

sabato 10 ottobre 2015

Cedimenti? (Carne ammucciata)

Alla terza giornata di campionato il maschio alfa comincia a dare segni di cedimento: complice l'ora tarda prevista per la partita, invece della solita pasta semi-scondita ha acconsentito a pranzare normalmente. Ne ho approfittato per provare una ricetta di carne trovata nel libro di ricette di Benedetta Parodi. Benchè lei non mi ispiri particolare simpatia, devo ammettere che il libro mi piace: le ricette sono semplici, a prova di principiante, ma comunque originali e sfiziose, molto spesso degne di essere provate.
Ne è un esempio questa teglia di patate, cipolle e carne: ingredienti semplici e saporiti che piacciono a tutti e che permettono anche una presentazione carina invece della solita fettina all'olio.



CARNE AMMUCCIATA

Ingredienti (per 2 persone):
300 g di fettine di manzo
3 patate medie
1 cipolla dorata grande
parmigiano reggiano o grana padano grattugiato (3 cucchiaiate)
origano secco
pangrattato
olio evo
burro
sale

Sbucciare le patate e tagliarle a fette sottili. Affettare sottilmente anche la cipolla e raccogliere tutto in una terrina. Condire patate e cipolle con 3 cucchiai di olio evo, il parmigiano grattugiato, poco sale e abbondante origano, mescolando delicatamente. Ungere una piccola teglia con una noce di burro. Coprire il fondo della teglia con metà del composto di patate e cipolle. Stendere sopra le fettine di manzo tagliate a pezzetti (tipo straccetti), salarle leggermente e ricoprirle con l'altra metà delle patate. Spolverizzare la superficie con altro origano, un cucchiaio di pangrattato e poco altro parmigiano grattugiato. Cuocere in forno a 200°C per 35-40 minuti: le patate in superficie dovranno essere appena abbrustolite.
Buon appetito!

N.B. Per avere una carne più tenera si possono battere le fettine con il batticarne prima di tagliarle a straccetti.

N.B.2: Si formerà del liquido sul fondo della teglia (che comunque è buono per fare scarpetta): se si vuole limitare questo fenomeno usare il forno ventilato.

N.B.3: "ammucciata" significa "nascosta", ecco perchè non si vede! Giuro che sotto le patate e le cipolle la carne c'è, solo che non ho fatto in tempo a fotografarlaperchè avevamo parecchia fame!

mercoledì 7 ottobre 2015

Triplice soia (Spezzatino di tofu orientale)

Da un po' di tempo ho iniziato a consumare regolarmente tofu. Non che mi piaccia, sia chiaro, anzi, continuo a pensare che abbia lo stesso sapore del cartone, nonostante ne abbia provate varie marche. E allora perchè ostinarsi a mangiare qualcosa che non piace? Il fatto è che il tofu ha un lungo periodo di conservazione e posso tenerlo in frigo come scorta di emergenza, oltre al fatto che si cucina davvero in pochissimo tempo e senza sporcare troppo. Per renderlo appetibile l'importante è intrugliarlo bene bene con qualcosa di più saporito e avevo già messo a punto qualche ricetta qui e qui ma ultimamente, vista anche l'abbondanza di peperoni dall'orto, ho preferito un tocco più orientale. Giuro che con cipolla, peperoni, ginger e salsa di soia non sembra nemmeno di mangiare tofu! E poi mi piace l'idea della triplice soia: tofu, germogli e salsa!



SPEZZATINO di TOFU ORIENTALE

Ingredienti (per 1 persona):
125 g tofu
1 falda di peperone
1 cipolla dorata piccola
germogli di soia (freschi o in salamoia, purchè ben sgocciolati)
ginger fresco
salsa di soia
olio di semi di sesamo (in alternativa olio di semi di girasole)
sale
peperoncino in polvere (facoltativo)

Sbucciare la cipolla e affettarla sottile. Togliere la corteccia ad un pezzetto non troppo grande di ginger e tritarlo. Scaldare un paio di cucchiai di olio di semi di sesamo e farvi appassire la cipolla con il ginger. Aggiungere il tofu tagliato a dadini piuttosto piccoli e lasciarlo insaporire per un minuto nella cipolla, poi sfumare con 3-4 cucchiai di salsa di soia. Aggiungere anche il peperone tagliato a listarelle e i germogli di soia e lasciare cuocere massimo 5 minuti a fiamma vivace. Se il fondo di cottura si asciuga troppo aggiungere poca salsa di soia o acqua calda (non dovrebbe essercene bisogno: le verdure producono abbastanza liquidi in cottura). Aggiustare di sale a fine cottura ed eventualmente spolverizzare con poco peperoncino in polvere. Servire caldo con riso basmati bollito come accompagnamento: si ottiene un piatto unico completo, saporito e saziante!
Buon appetito!

sabato 3 ottobre 2015

Secondo round (Pasta ai capperi)

Seconda giornata di campionato e di dieta ascetica del bravo maschio alfa. Siamo a quota 1 sconfitta e 1 pareggio.....un solo misero punticino. Vediamo se la pastasciutta di oggi gli porterà più fortuna!
Oggi un primo piatto che letteralmente adoro ma che non preparavo da anni data l'avversione del maschio alfa per i capperi. E' super saporita e il condimento si prepara in 5-minuti-5. Certo bisogna essere dei fanatici dei capperi e io, modestamente, lo sono!



PASTA ai CAPPERI

Ingredienti (per 1 persona):
100 g fusilli (o altra pasta corta a piacere)
capperi sotto sale
1 spicchio d'aglio
peperoncino fresco (facoltativo)
origano secco
olio evo

Bollire i fusilli in abbondante acqua salata per 9-10 minuti. Per me sempre un minuto in meno rispetto al tempo indicato sulla confezione perchè la pasta mi piace al dente.
Mentre la pasta cuoce preparare il condimento: considerare una manciata circa di capperi a persona, sciacquarli bene sotto acqua corrente per eliminare il sale e strizzarli. Tritare grossolanamente i capperi e tenerli da parte. Sbucciare l'aglio e tagliarlo a fettine sottili. In una padella scaldare 3 cucchiai di olio evo; quando l'olio è caldo ma non bollente buttarvi le fettine di aglio e qualche fettina di peperoncino fresco piccante. Dopo un minuto in cui l'aglio sfrigola nell'olio (attenzione! Non deve assolutamente abbrustolirsi!) versare anche il trito di capperi e spolverizzare generosamente con origano secco. Spengere il fuoco dopo un minuto.
Scolare la pasta e farla saltare pochi secondi nel condimento preparato. Servire subito.
Buon appetito!

N.B.1: Se il sapore d'aglio non piace lo si può lasciare intero e toglierlo dopo averlo soffritto.
N.B.2: Non c'è bisogno di usare sale visto che i capperi restano abbastanza salati nonostante vengano dissalati.

sabato 26 settembre 2015

Pranzo sportivo (Pasta con prosciutto e fichi)

Inizio dell'anno calcistico e, per la prima volta in circa 30 anni, il maschio alfa non si presenterà al campo come giocatore. Dopo tanti anni di gioco, vittorie e sconfitte, infortuni e riabilitazione, squadre, spogliatoi e trasferte sembra che finalmente si sia deciso ad appendere gli scarpini al chiodo. Dovrei esserne felice? Solo in parte: posso capire quanto può essere difficile rinunciare al proprio sport. Pensavo di potermi finalmente godere il sabato pomeriggio insieme; già sognavo gite fuori-porta nel weekend e invece......
E' diventato allenatore!!!!
Ciò implica che gli impegni e gli orari saranno esattamente gli stessi di quando giocava anche se non praticherà più! Svaniti in un attimo tutti i miei piani per i weekend invernali...
Mi consola il fatto che almeno pranzeremo insieme il sabato e posso comunque cucinare qualcosa di buono per entrambi invece della solita pasta in bianco o al pomodoro.
Tragico errore anche stavolta: per essere solidale coi suoi giocatori il bravo allenatore continuerà la dieta dello sportivo con pasta olio e parmigiano o pomodoro, al massimo.
Ammetto che quando me lo ha detto avrei voluto strozzarlo a mani nude!
Con la calma, poi, ho capito che è inutile arrabbiarsi tanto: meglio cercare il lato positivo di una situazione che altrimenti fa girare i cosiddetti. Ne approfitterò per preparare (solo per me, ovvio) tutte quelle pastasciutte che mi piacciono tanto ma che non ho mai proposto in casa per non andare contro i gusti difficili del maschio alfa.
Oggi quindi inauguro la rubrica "la pastasciutta del non-sportivo": ogni sabato in cui LUI avrà una partita e si nutrirà con un pasto ascetico, io mi concederò un lauto piatto di pasta per pranzo, con un condimento veloce ma che sia solo di mio gradimento!
Per iniziare un primo piatto suggeritomi da una di quelle amiche "che non cucina": pasta con fichi e prosciutto!
I fichi sono gli ultimi della stagione, dolcissimi, e mi sono stati regalati: dato che non ce la facevo più a mangiarli al naturale e di fare una marmellata non se ne parla, ho pensato di usarli come velocissimo condimento per la pasta, in abbinamento al classico prosciutto crudo e a deliziose scaglie di ricotta salata. Il risultato è molto gradevole: un gusto dolce-salato decisamente sorprendente!



CASERECCE con FICHI e PROSCIUTTO

Ingredienti (per 1 persona):
100 g caserecce (o altra pasta corta)
3-4 fichi freschi
1 fetta spessa di prosciutto crudo toscano (o altro prosciutto crudo salato)
ricotta salata (o parmigiano reggiano)
olio evo
sale
pepe nero

Cuocere la pasta in abbondante acqua salata per il tempo indicato nella confezione. Mentre la pastacuoce preparare il condimento: in una padella scaldare un cucchiaino di olio evo e rosolare per 1 minuto il prosciutto crudo tagliato a striscioline sottili. Aggiungere anche i fichi sbucciati e tagliati a pezzettini e spengere il fuoco. Scolare la pasta e farla saltare per un minuto nel condimento preparato. Se dovesse risultare troppo asciutta aggiungere giusto un filo di olio evo a crudo. Spolverare con un po' di pepe nero (preferibilmente appena macinato) e cospargere con abbondanti scagliette di ricotta salata. Servire subito.
Buon appetito!



giovedì 24 settembre 2015

Autunno (Vellutata di verza e patate con pancetta croccante al timo)

Il calendario mi dice che ieri è iniziato l'autunno: prime piogge, primi freddi, foglie dorate che cadono dagli alberi.
Benchè durante il giorno le temperature siano ancora tiepide e gradevoli, la sera inizio a sentire la necessità del golfino sulle spalle o di una sciarpina attorno al collo e, per cena, qualcosa di caldo da mettere in pancia.
Poco male: inauguro la stagione delle zuppe calde con una bella vellutata di verza, presa direttamente dall'orto, con una nota scrocchiarella data dalla pancetta. Adoro la consistenza cremosa delle verdure!



VELLUTATA di VERZA e PATATE con PANCETTA CROCCANTE al TIMO

Ingredienti (per 2 persone):
1 piccola verza
2 patate
una noce di burro
50 g di pancetta
timo fresco
sale

Sbucciare le patate e tagliarle a pezzi grossi. Lavare la verza e tagliarla a fette. Mettere patate e verza in una pentola con una noce di burro e lasciarlo sciogliere un minuto a fiamma bassa. Aggiungere circa 1 litro di acqua (preferibilmente già calda), fino a coprire le verdure nella pentola e portare a bollore a fiamma alta, poi incoperchiare e abbassare la fiamma. Lasciare cuocere circa 40 minuti (le verdure dovranno essere praticamente sfatte). Togliere la pentola dal fuoco e frullare con il pimer fino a ottenere una crema; aggiungere acqua (calda) o brodo vegetale se dovesse essere troppo soda o rimettere sul fuoco se dovesse essere troppo liquida. Aggiustare di sale e tenere in caldo.
Tritare la pancetta, scaldare una padellina e farvi rosolare il trito di pancetta insieme a del timo fresco fino a che la pancetta non è abbrustolita e croccante.
Servire la vellutata calda o fredda guarnita con la pancetta croccante al timo.
Buon appetito!



lunedì 21 settembre 2015

Furberia (Pasta fredda con melanzane, pomodori secchi e ricotta salata)

Ho delle amiche fantastiche: simpatiche, intelligenti, belle e indipendenti. Passare del tempo insieme a loro è sempre un piacere. E poi sono furbe....molto furbe: non perdono mai l'occasione per dichiarare la loro incapacità ai fornelli cosicchè io possa fare la ruota del pavone e cucinare per tutti quanti."Non so fare questo, non so fare quello..." salvo poi ritrovarsi invitata per un compleanno o per un ritrovo di quelli "porta&mangia" e scoprire non solo che sanno cucinare, ma che sanno preparare un po' di tutto, dalle lasagne al cheesecake! Furbe....ma pigre!
Ad esempio, l'insalata di pollo, avocado e noci citata qui non l'ho preparata io ma una delle mie amiche: era talmente buona che ne avrei mangiata un secchio e appena mi capita l'occasione la rifaccio!
Anche la pasta fredda di oggi l'ho scoperta grazie ad un'altra amica e mi è piaciuta a tal punto che ho deciso di prepararla quanto prima. E' molto saporita, ideale per gustare le ultime melanzane della stagione.



PASTA FREDDA con MELANZANE, POMODORI SECCHI e RICOTTA SALATA

Ingredienti (per 4 persone):
350 g fusilli (o altra pasta corta)
1 melanzana media
2 spicchi d'aglio
7-8 pomodori secchi sott'olio
2 manciate di olive nere secche
100 g di ricotta salata
origano
olio evo
sale
peperoncino in polvere (facoltativo)

Tagliare la melanzana a cubetti piccoli e farli rosolare in padella con gli spicchi d'aglio sbucciati e schiacciati e 3-4 cucchiai di olio evo, a fuoco medio. Dato che la melanzana è molto spugnosa e assorbirà subito tutto l'olio, per evitare che si bruci durante la cottura aggiungere poca acqua calda alla volta. Aggiungere anche le olive e i pomodori secchi ben sgocciolati e tritati grossolanamente. Portare a cottura le melanzane (circa 15 minuti) e salare eventualmente solo alla fine. Lasciare freddare il condimento a temperatura ambiente.
Cuocere i fusilli in abbondante acqua salata e scolarli al dente. Fermare la cottura immergendo la pasta per pochi secondi in acqua fredda. Scolare di nuovo molto bene.
Condire i fusilli con il sugo di melanzane, un po' di origano secco e, se piace, una spolverata di peperoncino in polvere. Grattugiare la ricotta salata con la grattugia a fori larghi e aggiungerne a piacere alla pasta. Mescolare bene per far amalgamare tutto. Se la pasta dovesse risultare troppo asciutta, aggiungere un filo d'olio evo a crudo. Lasciare raffreddare in frigo almeno un paio di ore prima di servire.
Buon appetito!

mercoledì 16 settembre 2015

Eleganza in bianco (crumble di mirtilli e mandorle alla vaniglia)

"L'eleganza è uno stato dell'animo"
Non so a chi appartenga questa citazione ma mi trova pienamente d'accordo: non si tratta prettamente di fattori esterni quali abbigliamento, status sociale o ricchezza ma di quell'insieme di modi, comportamenti e buon gusto che permettono ad una persona di essere ricordata in modo piacevole, anche inconsciamente. Si può essere vestiti di stracci e risultare comunque eleganti, quando si ha la dignità per farlo; al contrario si può vestire griffati da capo a piedi, guidare una Ferrari ed essere comunque volgari.
Dopo tutto questo preambolo mi piacerebbe poter dire di essere una persona elegante ma temo di essere più simile ad uno scaricatore di porto che a Audrey Hepburn.
Ogni tanto però si può fingere di essere raffinati ed eleganti. E posso dire che il colore bianco aiuta molto!
La mia occasione annuale per sfoggiare la mia pseudo-eleganza è stata la Total White Dinner che si è tenuta a Pistoia lo scorso sabato: un candido tripudio shabby-chic!
Per l'occasione ho cercato di muovermi un po' più leggiadramente, senza smanacciare a caso come faccio di solito, di ridere sommessamente e di parlare a bassa voce.
Tutti i miei buoni propositi sono andati in frantumi quando, per l'ilarità delle mie due amiche, ho dovuto tagliare due bei pezzi di pecorino stagionato con un coltello da burro. Non c'è cappello che tenga: sembravo più un falegname che una lady e ne ho pure le prove.


Non parliamo poi della postura dopo un po' di vino.....


Almeno ho evitato di lanciarmi in improbabili danze e ho risparmiato il vestito da macchie e patacche varie, praticamente inevitabili quando si osa una mise total white!
La serata è stata comunque un successo, grazie anche alle mie splendide compagne che assecondano le mie stravaganti proposte per il sabato sera, e la fortuna ha voluto che sabato sia stato praticamente l'ultimo giorno veramente estivo prima dell'arrivo delle piogge.
E ora la ricetta del dessert che avevo preparato per l'occasione: un meraviglioso crumble di mirtilli con mandorle. Ora, non è per vantarmi ma mi è venuto proprio bene! I mirtilli freschi dell'Abetone, gentilmente regalati da mia suocera, profumatissimi si sposavano alla perfezione con la crosta superficiale dorata e croccante al punto giusto, con le mandorle incorporate e l'aroma di vaniglia. Mi è piaciuto da impazzire!
Un dolce che non attira l'attenzione ma che, una volta assaggiato, si lascia ricordare, come è giusto che sia.



CRUMBLE di MIRTILLI e MANDORLE PROFUMATO alla VANIGLIA

Ingredienti (per 4 persone):
pasta frolla
200 g mirtilli
75 g burro
50 g zucchero semolato
50 g zucchero di canna
100 g farina 00
40 g mandorle a scaglie
1 bustina di vanillina
sale

Preparare la pasta frolla come indicato qui: è la mia ricetta di fiducia e non la cambio! Ho solo usato meno lievito (circa 1/3 di cucchiaino). La base di frolla in questo caso è necessaria perchè i mirtilli sono troppo piccoli e acquosi: inzupperebbero troppo la crosta e vi si impasterebbero insieme facendo perdere la consistenza croccante al dolce.
Bagnare un pezzo di carta da forno, strizzarlo e usarlo per rivestire una piccola teglia rettangolare. Stendere metà della frolla sul fondo della teglia. Adagiare i mirtilli, lavati e asciugati, sulla frolla. Preparare il crumble pizzicando a mano il burro, lo zucchero semolato, lo zucchero di canna, la farina, la vanillina, le mandorle in scaglie e un pizzico di sale fino a che non si ottiene un composto omogeneo ma sbricioloso. Non si deve compattare come un panetto. Distribuire le briciole ottenute sui mirtilli.


Infornare a 200°C per 30-35 minuti, fino a che non si è ben dorata la superficie, che deve risultare croccante. Sfornare e lasciare raffreddare prima di servire.
Buon appetito!

N.B. Si può omettere la vaniglia nel crumble se lo si accompagna con una pallina di gelato alla vaniglia!

sabato 12 settembre 2015

Total white dinner 2015 (Zucchine in carpione light)

Giunta alla sua terza edizione torna stasera, nella città di Pistoia, la Total White Dinner, alias la cena in bianco! Già lo scorso anno avevo partecipato e ho trovato l'evento davvero originale e divertente per far sfoggio di eleganza e buone maniere. Questa volta l'evento più chic e glamour dell'anno avrà come scenario via Cavour, in pieno centro storico.
Il mio vestito bianco è pronto nell'armadio, i sandali bianchi con tacco alto aspettano solo di essere calzati, e il cappello bianco a tesa larga è già sul comò, accanto alle perle (finte!): se non è eleganza questa....
Non solo! Anche il menù è già pronto e impacchettato dentro le ceste di vimini:
- selezione di formaggi con mostarda di anguria bianca
- zucchine light in carpione
- pasta fredda con melanzane, pomodori secchi e ricotta salata
- insalata di pollo, avocado e noci
- crumble di mirtilli e mandorle profumato alla vaniglia
Non mi resta che rilassarmi e aspettare le mie amiche per godermi questa serata speciale!
Intanto ecco la versione light delle classiche zucchine in carpione, molto semplice e molto saporita, ottime per accompagnare salumi e formaggi o carni alla griglia.



ZUCCHINE in CARPIONE LIGHT

Ingredienti (per 6 persone):
3 zucchine tonde
1 bicchiere di vino bianco
2 cipolle rosse
1/2 bicchiere di aceto di vino bianco
grani di pepe nero
2 foglie di alloro
olio evo
sale

Lavare e asciugare le zucchine; eliminare le estremità spinose e tagliarle a fettine sottili.
Scaldare a fiamma molto alta una piastra di ghisa e grigliare le fette di zucchina un paio di minuti per lato, giusto perchè si abbrustoliscano leggermente. Salare appena. Tenere da parte le zucchine e preparare la marinata.
In un pentolino scaldare un paio di cucchiai di olio evo e far appassire le cipolle tagliate a velo insieme alle foglie di alloro e ad un cucchiaio di grani di pepe nero. Salare appena, sfumare con il vino e l'aceto (tenendo il fuoco vivace) e far riprendere il bollore. Dopo massimo 10 minuti spengere il fuoco e lasciare raffreddare: la marinata dovrà risultare molto liquida.
In un vasetto o in una terrina da poter chiudere disporre sul fondo un primo strato di zucchine. Irrorare con qualche cucchiaio di marinata e di cipolle. Continuare con uno strato di zucchine e uno di marinata fino ad esaurimento degli ingredienti (terminare con la marinata). Chiudere il contenitore e tenere in frigo almeno un giorno prima di consumare. Si conservano fino a 4-5 giorni in frigorifero.
Buon appetito!



domenica 6 settembre 2015

Pigro weekend (Muffin al cacao e crema di Speculoos)

Sabato pomeriggio. Dalle finestre aperte entra una calda luce dorata e un gradevole venticello. Mi godo un paio d'ore di solitudine sul divano, mentre Kiki sonnecchia tranquillamente accanto a me. Ogni tanto capita pure a me di aver bisogno di calma e tranquillità. Ho tempo per riposare e ripensare all'estate che, ahimè, anche per quest'anno sta finendo.
Guardo per l'ennesima volta le foto del mio viaggio in Belgio e penso che non c'è niente di meglio di una valigia in una mano e un biglietto aereo nell'altra. Ma oggi mi godo un momento di immobilità.
Mi frullano in testa mille ricordi e mi capita di soffermarmi sugli speculoos, i tradizionali biscotti speziati alla cannella, tipici del Belgio. Ne ho fatto scorta prima di tornare a casa e tra i vari souvenir che mi sono concessa c'è anche un barattolino di crema di speculoos, praticamente una sorta di nutella spalmabile fatta coi biscotti.
Non ci ho pensato due volte: tempo 15 minuti e ho infornato una teglia di muffin al cacao e crema di speculoos, perchè i ricordi non sono solo visivi ma anche olfattivi e gustativi!
Ottimi per una colazione o una merenda in terrazza, almeno finchè dura il bel tempo!



MUFFIN CACAO e CREMA di SPECULOOS

Ingredienti (per circa 6 muffin piccoli):
140 g farina 00
15 g cacao amaro
60 g zucchero
1 uovo
1 vasetto di yoghurt bianco (125 ml)
50 g burro
1 cucchiaino di lievito per dolci
sale
crema di speculoos

Far sciogliere il burro a bagnomaria o nel microonde e lasciare raffreddare.
In una terrina setacciare la farina, il cacao, il lievito e un pizzico di sale.
Montare l'uovo e lo zucchero con la frusta elettrica fino a che non si ottiene un composto spumoso. Aggiungere lo yoghurt e il burro fuso e mescolare. Aggiungere anche la farina con il cacao e amalgamare bene. Si ottiene un composto abbastanza denso. Versare una cucchiaiata di impasto nel fondo dei pirottini da muffin, poi mettere in ogni pirottino un cucchiaino di crema di speculoos. Coprire la crema con una abbondante cucchiaiata di impasto al cacao, fino a riempire il pirottino per circa 2/3.
Infornare in forno preriscaldato a 180°C e cuocere 25 minuti.
Sfornare,fare raffredare e servire.
Buon appetito!


Con questa ricetta partecipo al contest "Di cucina in cucina" di Barbara di Settembre-Ottobre 2015, intitolato "I Lievitati da Colazione" e ospitato dal blog La passione di Laura


mercoledì 2 settembre 2015

In caduta libera (Insalata di tacchino, noci e bacche di Goji)

Che io sia soggetta a situazioni ridicole e imbarazzanti è ormai un fatto assodato di cui ho molteplici esempi, collezionati nel corso degli anni. Ad esempio qui.
Tanto per arricchire la mia già folta raccolta un mesetto fa ho trascorso una serata in discoteca con amici: un vero evento per me, che non ne sono mai stati un'assidua frequentatrice e il cui concetto di "ballare" implica al massimo un convulso movimento di braccia e fianchi.
Dopo qualche bicchiere di vino mi lascio convincere dall'amica di turno a scendere in pista e, successivamente, a salire su un cubo, così, tanto per ridere.
Tutto è accaduto molto velocemente: un ignoto ragazzino, palesemente alticcio, si avvicina per intromettersi in una foto. Con la coda dell'occhio lo vedo scivolare dal cubo; si aggrappa a me mi tira giù con sè. Il mio angelo custode ha fatto si che abbia avuto la presenza di spirito di saltare giù a piedi pari, nonostante i tacchi alti, senza fracassarmi le caviglie. Pensavo di essermela cavata ma l'inerzia acquisita era troppa e sono finita comunque gambe all'aria tra l'ilarità generale, mentre il piccolo teppista si era già dileguato tra la folla.
Per fortuna la buona provvidenza ha voluto che per una sera avessi abbandonato le mie amate gonne per una tuta-pantalone: mostrare le mutande con la stampa muccata sarebbe stato un ulteriore duro colpo alla mia dignità, già terribilmente provata dalla serata.
Ne ho concluso che è decisamente meglio se trascorro le mie serate nella solitudine della mia cucina, lasciando i miei dimenamenti per delle solitarie sessioni di Wii!

Mi sono resa conto che questa estate non ho ancora pubblicato nemmeno un'insalata: rimedio oggi con quella che definirei "l'insalata dell'estate 2015"! L'ho preparata e ripreparata più volte e mi piace un sacco! Ci sono le noci e le bacche di goji (che finalmente mi sono decisa a provare e che stanno benissimo in insalata), il tacchino arrosto, il sedano e il cipollotto: insomma un concentrato di gusto. Perfetta per gli ultimi caldi di stagione.


INSALATA di TACCHINO, NOCI e BACCHE di GOJI

Ingredienti (per 1 persona):
Insalata gentile (o di altro tipo secondo preferenza)
tacchino arrosto affettato (4 fette a testa)
1 cucchiaio di bacche di goji
1 costola di sedano
1/2 cipolla di Tropea
3-4 gherigli di noce
olio evo
aceto di mele
sale

Lavare l'insalata e il sedano. Spezzettare a mano l'insalata e porla nel piatto di portata. Togliere i filamenti duri del sedano e tagliarlo a fettine. Affettare sottilmente la cipolla di Tropea fresca. Disporre sull'insalata sedano, cipollotto, i gherigli di noce spezzettati a mano, le bacche di goji e infine le fette di tacchino (io le ho arrotolate a formare delle rose ma si possono tagliare a striscioline o quadratini....). Condire con una presa di sale, olio evo e una spruzzata di aceto di mele. Servire subito.
Buon appetito!




mercoledì 26 agosto 2015

Birra e patatine fritte (Tortino di verdure e ricotta al curry)

No, non sono sparita e non ho abbandonato il blog: ero in vacanza! Quest'anno, per ricaricare le batterie, siamo stati in Belgio (con noi intendo io e il maschio alfa, non era un pluralis majestatis!). Paese affascinante, più di quanto mi aspettassi, con la sua architettura medievale e un gusto per l'ironia surreale. Ci siamo mossi tra la capitale, Bruxelles, la fiabesca Bruges e la giovane e vitale Ghent. Ci siamo persi alla ricerca dell'art noveau di Horta, l'arte surreale di Magritte mi ha intrigato e divertito, i graffiti di Tintin mi hanno sorpreso per le vie di Bruxelles.Ho visto il grande Atomium, ormai simbolo di Bruxelles, una enorme molecola di ferro che accoglieva i visitatori dell'esposizione universale del 1958.


Ho assaporato i romantici scorci dei canali di Bruges e Ghent e passeggiato per le loro fascinose stradine lastricate.




Storia antica e moderna si mescolano in questo piccolo stato con piccole città, visitabili a piedi in non più di 2 giorni, ma dalla grande personalità. Mi è piaciuto il rispetto per l'ambiente (la gente si sposta prevalentemente in bici e a Ghent è stato istituito il "giovedì vegetariano") e lo stile di vita agiato e rilassato. E poi, oltre alla storia, l'arte, la cultura, l'irrinunciabile lato enogastronomico: carbonnade flamandes (stufato di manzo alla birra belga), stinco alla senape, coniglio alla birra alla ciliegia, stoemp (salsicce locali con purè), cozze alla birra o con vino e panna e, soprattutto, le patatine fritte più buone che abbia mai mangiato! Non avevo idea che fossero i belgi gli inventori di tale prelibatezza e ne hanno fatto una sorta di bandiera nazionale (esiste addirittura il museo della patata fritta, meta obbligatoria a Bruges!). Guai a dire french fries! E' stato un malinteso: sono i belgi gli inventori! Ho scoperto che il segreto è l'uso di patate fresche appena sbucciate e, soprattutto, una doppia frittura a diverse temperature in strutto di manzo o vitello: inutile inorridire di fronte al grasso....sono buonissime! Non sarò mai in grado di replicare ma sono strafelice di essermene ingozzata fino a scoppiare praticamente ogni giorno!
Per fortuna era freschetto e camminavamo tantissimo per smaltire!

Altro colpo di fulmine: le birre. Ne sono sempre stata una estimatrice ma ammetto di essermi letteralmente innamorata delle birre belghe, della loro incredibile varietà  e della cura nella presentazione. Sembra che ogni paese, ogni pub, per quanto minuscolo e sperduto, abbia la sua birra, prodotta o servita solo da loro, in un bicchiere dedicato, con un orgoglio e una cura quasi religiosa. Ho amato follemente questi posti e le birre alla spina erano davvero deliziose, sebbene a gradazione alcolica decisamente importante!

Il ritorno alla realtà è stato traumatico, come sempre d'altronde, e all'insegna della depurazione: tanta acqua e tisane, frutta e verdura a volontà. Ma chi ha detto che bisogna rinunciare al gusto per stare un po' a dieta???
Ecco la mia proposta golosa, colorata e a basso impatto calorico!



TORTINO di VERDURE e RICOTTA al CURRY

Ingredienti (per 4 persone):
3 uova
250 g ricotta vaccina
250 g piselli lessati
1 piccolo peperone
1 cipolla dorata
2 carote
curry
olio evo
sale

Sbucciare la cipolla e le carote e affettarle sottilmente. Scaldare un cucchiaio di olio evo in una padella e far appassire cipolle e carote. Aggiungere eventualmente qualche cucchiaio di acqua per evitare di bruciare tutto. Aggiungere il peperone privato di picciolo, semi e filamenti bianchi e tagliato a listarelle. Dopo un paio di minuti aggiungere anche i piselli sgocciolati e un cucchiaio di polvere di curry. Lasciare insaporire tutto per 5 minuti a fiamma media, poi aggiustare di sale.
In una terrina mescolare le uova e la ricotta, poi aggiungere le verdure al curry e amalgamare. Foderare una teglia a bordi altri di circa 22 cm di diametro con carta da forno e versarvi il composto. Cuocere in forno a 200°C per circa 30 minuti: deve essere appena dorato in superficie.
Sfornare, tagliare a fette e servire, caldo o freddo accompagnando con una fresca insalatina.
Buon appetito!


domenica 26 luglio 2015

Ispirazione cinematografica (Tarka Dahl)

Qualche mese fa mi è capitato di vedere un film che mi incuriosiva: Amore, cucina e curry.
Come dice il titolo, parla di India, una storia d'amore e cucina: tutti temi a me molto cari. Ad un certo punto al protagonista viene chiesto quale fosse il suo piatto preferito e la sua risposta mi ha lasciata perplessa. Il dahl. E che diavolo è questo dahl????
Si sa che sono curiosa, perciò mi sono informata, ho studiato e ho scoperto che il dahl è una tipica preparazione indiana a base di lenticchie e spezie. Ne esistono una miriade di versioni in base al tipo di lenticchie (circa 60 varietà in India, dove è probabilmente il legume più utilizzato), al tipo e quantità di spezie usate, alla presenza o meno del soffritto; può essere frullato o lasciato con le lenticchie intere, può essere servito come zuppa o come cremoso contorno. Insomma è qualcosa di veramente versatile e personalizzabile e non mi sono lasciata sfuggire l'occasione di provarlo. La mia versione prevede la presenza di un soffritto speziato da aggiungere prima di servire (tarka) e ho lasciato le lenticchie intere e abbastanza asciutte per poterle servire come contorno insieme a del pane naan.
Che dire? Era delizioso, anche servito freddo nei giorni successivi.



TARKA DAHL

Ingredienti (per il dahl per 3-4 persone):
350 g lenticchie secche (preferibilmente rosse)
olio di semi
1 pezzo di ginger fresco
1 carota
1 scalogno
1 pomodoro maturo
cumino in semi
semi di coriandolo
6 bacche di cardamomo
curcuma in polvere
garam masal
sale

Per il tarka:
1 scalogno
semi di senape
1 peperoncino verde
 olio di semi o ghee

Dahl: 
Preparare un trito con lo scalogno, la carota e il ginger sbucciati. Schiacciare le bacche di cardamomo con la parte piatta di un coltello e recuperarne i semi all'interno. Pestare insieme con un cucchiaino di semi di cumino e un cucchiaino di semi di coriandolo. Sciacquare le lenticchie sotto acqua corrente.
In una pentola scaldare un paio di cucchiai di olio di semi (o di ghee) e soffriggere a fiamma bassa il trito insieme ai semi di cardamomo, di cumino e di coriandolo. Attenzione a non bruciare le spezie! Dopo 2-3 minuti aggiungere le lenticchie scolate, un cucchiaino di curcuma in polvere, un cucchiaino di garam masala e il pomodoro tagliato a pezzi. Aggiungere anche 600 ml di acqua calda e lasciare cuocere con il coperchio molto lentamente per almeno un'ora, mescolando ogni tanto. Aggiustare di sale a fine cottura. Alla fine la consistenza dovrà essere quella di una crema soda: le lenticchie dovranno essere molto morbide e sfaldarsi parzialmente. Se lo si vuole servire come zuppa aumentare il quantitativo di acqua iniziale in cui cuociono i legumi.

Tarka:
Affettare sottilmente uno scalogno e il peperoncino. In una padellina molto piccola scaldare 2-3 cucchiai di olio di semi (o di ghee) e farvi rosolare per alcuni minuti o scalogno, il peperoncino e un cucchiaio di semi di senape fino a che non iniziano a scoppiettare. Anche in questo caso fare molta attenzione a non bruciare le spezie e a non abbondare con l'olio, che deve solo servire a estrarre gli aromi.

Servire le lenticchie, calde o fredde a piacere, dopo avervi versato sopra il tarka a insaporire ulteriormente il tutto accompagnando con naan.
Buon appetito!


giovedì 2 luglio 2015

La scimmia sulla spalla (Naan)

E' stato un periodo di latitanza, me ne rendo conto. Un sacco di ricette da postare e poco tempo a disposizione per sistemare tutto.
Potrei dare colpa all'eccesso di lavoro, lo sfinimento da calura estiva, tutti i miei malanni, il torneo di beach volley cui partecipo ma niente di tutto ciò corrisponde alla verità.
La realtà dei fatti è che sono caduta in un infido tunnel che ha risucchiato ogni secondo del mio tempo libero: i libri di una saga fantasy.
Nelle ultime 3 settimane ho trascorso ogni ritaglio di tempo con un libro in mano: durante la colazione, in bagno, prima di dormire, in pausa pranzo... Avessi letto così voracemente i libri di testo a quest'ora avrei almeno 3 lauree!
Non che abbia scoperto la lettura alla veneranda età di 34 anni; sono sempre stata una discreta lettrice. Il problema sorge quando mi appassiono in maniera esagerata al libro che sto leggendo e la situazione degenera ulteriormente quando tale libro fa parte di una saga. In questo caso vivo, respiro, soffro e amo insieme ai personaggi: diventa quasi un'ossessione perchè devo sapere assolutamente come finisce la storia e lo devo sapere il prima possibile, prima che perda il sonno, l'appetito e la salute mentale!
Ieri sera, dopo un turno di lettura di circa 4 ore, con gli occhi stanchi ma soddisfatta, ho concluso il sesto e ultimo libro della saga. Finalmente ho stanato la scimmia e posso tornare a vivere una vita normale!
E ora bando alle ciance, che ho un sacco di ricette da pubblicare!
Oggi parlo di un pane, anzi, IL pane indiano per eccellenza: Naan. Così si chiamano quelle specie di focaccine che vengono cotte nel forno tandoori, per accompagnare tutte quelle meravigliose pietanze speziate e salsine varie.
Io ho usato il mio lievito in coltura liquida (licoli) ma si può preparare anche con il classico lievito di birra. La cottura, invece che nel forno tandoori, che per ovvie ragioni non possiedo, è stata fatta in una padella antiaderente. Velocissime e fantastiche per accompagnare un pranzo etnico, come ho fatto io!




NAAN

350 g farina 00
100 g di licoli attivo
200 g yoghurt bianco
1 cucchiaino di miele
burro
sale

Mescolare la farina con un pizzico di sale, poi mettere nella planetaria e impastare a bassa velocità con licoli, yoghurt e miele per una decina di minuti con il gancio. L'impasto risultante deve essere omogeneo e piuttosto morbido. Fare una palla con l'impasto, metterlo in una terrina e coprire con pellicola. Lasciare l'impasto a temperatura ambiente 1-2 ore, poi riporre in frigo a lievitare per una notte.
Prelevare circa 50-60 g di impasto e stenderlo con il mattarello su un piano infarinato: dovrà avere più o meno le dimensioni di un piatto piccolo e uno spessore di circa 1/2 cm.
Scaldare a fiamma alta una padella antiaderente con fondo piatto; quando è ben calda poggiare una focaccina e lasciare cuocere un paio di minuti per ogni lato (per girare la focaccina io ho usato un mestolo forato).
Proseguire fino al termine dell'impasto. Spennellare con burro fuso prima di servirle calde da accompagnamento per salse o per stufati speziati.
Buon appetito!

N.B. Questa volta le mie naan erano semplici ma possono essere arricchite aggiungendo alla fine, prima di servire, spezie (cumino, peperoncino...), erbe (come la menta o il coriandolo tritati) o aglio tritato.