Non sono mai stata una dormigliona ma devo ammettere che il rientro a casa è stato come un brusco risveglio da un bellissimo sogno: solo alcuni giorni fa gironzolavo felicemente al sole in maglietta e bermuda e ora tuoni e fulmini, pioggia, freddo, grigiume. Una doccia fredda. Letteralmente.
Ebbene si, sono tornata e con sommo rammarico devo constatare che la mia casina non mi è mancata così tanto come avrei creduto e che una vita "on the road", con valigia sempre al seguito e tanti motel, non mi è dispiaciuta affatto.
E' difficile anche solo raccontare cosa è stato per me un viaggio del genere: troppe cose da dire, luoghi favolosi da descrivere, sensazioni, risate, cibo, amici. Così dovrebbe essere la vita.
Per non fare confusione partirò dall'inizio e dedicherò un post ad ogni tappa del mio viaggio, a cui abbinerò una ricetta che in qualche modo cercherà di essere attinente.
Pronti. Attenti. Via!
MIAMI
Dopo più di 12 ore di volo su dei sedili Alitalia incredibilmente scomodi, finalmente abbiamo poggiato piede per la prima volta su suolo americano. Due sono state le cose che mi hanno immediatamente colpito:
1) L'enorme quantità di palme: se qui in Italia il paesaggio è punteggiato da pini e querce, in Florida l'albero più diffuso è sicuramente la palma, di tutte le dimensioni e altezze: indispensabile per una atmosfera caraibica. Fantastiche. Me ne sono letteralmente innamorata tanto che ho un sacco di foto in cui le abbraccio affettuosamente!
2) L'atmosfera natalizia. Appena giunti in aeroporto, mentre ci toglievamo gli strati di maglioni per il gran caldo, la prima cosa che ci è comparsa davanti è stato un imponente albero di Natale da cui provenivano musichette natalizie (in seguito abbiamo scoperto che esiste un canale radio che trasmette solo musica natalizia!!!). Incredibile ma vero, a metà novembre si vedevano ovunque addobbi e alberi di Natale (palme comprese). Oltre alla precocità nella preparazione di tale festività, la cosa che lascia stupefatto un turista italiano è che il tutto si svolge in una ambientazione calda in cui tutti vanno a giro in bermuda e ciabatte! Non capisco proprio con che coraggio le caffetterie propongano piatti e bevande natalizie tipo cioccolata calda speziata o gingerbread quando sarebbe più indicata una bella granita!
A parte l'iniziale shock natalizio ci siamo goduti la città (che si divide in Miami downtown, sulla terraferma, e Miami Beach, molto lussuosa e circondata dall'acqua) per quasi 2 giorni. La parte più caratteristica è sicuramente South Beach, con i suoi bassi edifici Art Deco in colori pastello, molto vip. Ovviamente, per sentirci vip anche noi, è lì che abbiamo deciso di soggiornare! L'emblema di questa zona è Ocean Drive, strada antistante una strepitosa spiaggia, strapiena di localini alla moda e molto costosi: per certi versi sembrava di essere in passeggiata a Viareggio!
Di notte la via si trasforma e le tonalità pastello sono sostituite da insegne al neon multicolor, musica e una fauna locale in abiti piuttosto succinti. La notte sembra di stare a Rimini!
Di tutt'altra pasta è Miami downtown, il centro degli affari, più seriosa, dove si possono ammirare i famigerati grattacieli
e Little Havana, il quartiere cubano dove ci siamo avventurati alla ricerca di un po' di folklore ispanico e sigari (cubani, ovviamente). C'è persino chi ha avuto il coraggio di prendere un gelato gigante in una nota gelateria (secondo la guida) dall'aspetto decisamente inquietante. Comunque il gelato al mango era effettivamente buono e non ci sono state conseguenze gastrointestinali!
In definitiva Miami non mi ha colpito particolarmente: si tratta di una città culturalmente non molto ricca, più incline al divertimento ma che si presta bene per passeggiate curiose!
Dimenticavo la parte gastronomica! Per la prima sera in America non potevamo che recarci in un diner talmente caratteristico da sembrare appena uscito da un quadro di Hopper dove ci siamo abbuffati con ottimi ed enormi hamburger e french fries: più caratteristico di così!
La prima ricetta che associo al mio viaggio americano è questo delicatissimo risotto alla melagrana che con i suoi colori mi ricorda Ocean Drive.
Ero un po' scettica quando l'ho provato, ma l'abbondanza di melagrane provenienti dall'albero nell'orto mi imponeva di inventarmi qualcosa per consumarle. Beh, mi sono dovuta ricredere alla grande: non solo è delizioso secondo i miei gusti, ma lo è anche per il maschio alfa (giuro che mi stavo per commuovere quando mi ha detto che gli piaceva), per il mio babbo (ancor più stupefacente) e persino per i miei tradizionalissimi suoceri. Provare per credere.
Tra l'altro si tratta di una ricetta adattissima per le feste e in particolare per il cenone dell'ultimo dell'anno: dicono che le melagrane portano fortuna...cercherò di farne indigestione!
RISOTTO alla MELAGRANA e PORRO
Ingredienti (per 3 persone):
200 g riso originario
2 melagrane
1 porro
50 g robiola
30 g burro
brodo vegetale (circa 400 ml)
vino bianco
olio evo
sale, pepe nero
Affettare il porro e stufarlo dolcemente con 10 g di burro e 1 cucchiaio di olio evo. Salare leggermente e quando è morbido toglierlo dal fuoco e frullarlo con il minipimer fino a ottenere una crema (aggiungere eventualmente qualche cucchiaio di brodo per rendere il tutto più fluido).
In una casseruola scaldare il restante burro con 2 cucchiai di olio evo. Quando il burro è sciolto e spumeggiante aggiungere il riso e lasciarlo tostare alcuni minuti a fiamma alta, dopo salare, sfumare con un bicchierino di vino bianco e abbassare la fiamma. Aggiungere la crema di porro e un mestolo di brodo caldo e mescolare con un cucchiaio di legno. Cuocere lentamente fino a che il riso non è morbido (occorreranno almeno 20 minuti) aggiungendo poco brodo caldo alla volta in modo che il riso non si asciughi troppo.
Sgranare le melagrane e tenere da parte una manciata di chicchi. Ricavare il succo di melagrana dai restanti chicchi schiacciandoli con il passaverdura (o centrifugandoli). Quando il riso è quasi giunto a cottura versare il succo di melagrana e mescolare: tutto assumerà una deliziosa tonalità rosa!
Mantecare alla fine con la robiola e servire caldo spolverizzato con del pepe nero appena macinato e i chicci di melagrana tenuti da parte.
N.B. La cremosità del risotto dipende da quanto liquido viene aggiunto. A me non piace troppo morbido (ma nemmeno troppo asciutto) perciò per avere la giusta consistenza ho usato circa 400 ml di brodo, ma niente vieta di usarne di più se si vuole un risotto più "all'onda".
Il sapore è molto delicato perciò consiglio di non aggiungere altri formaggi e di sostituire la robiola al massimo con del mascarpone o della ricotta per non coprire il gusto della melagrana.
Buon appetito!
Con questa ricetta partecipo alla raccolta di Sapori in valigia
Bentornataaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa.. io attenderò ogni tuo singolo post come questo! Adoro i reportage.. soprattutto di posti dove non son mai stata!!! Buono anche il risotto.. e cmq.. io son anni che mangio melograno e lenticchie.. ma sta fortuna ndo sta?? ahahahahaah baci e buona domenica :-)
RispondiEliminaWow!!ma eri a Miami??mi sono persa dei pezzi...
RispondiEliminaBentornata carissima!!!! Concordo con Claudia, anche io aspetto kuuunghi reportage e tante belle fotine :) Intanto complimenti per il risotto perchè deve essere squisito!
RispondiEliminaMa ciao bella ragazza viaggiatrice! Mi piace il tuo racconto "miamino". Lo shock del Natale in bermuda l'ho avuto nel viaggio in Sudafrica, stessa cosa, ma ci tornerei adesso, subito!!!! Risotto da copiare e in quantità se davvero portafortuna. Intanto aspetto gli altri racconti. Un abbraccio grandissimo
RispondiEliminaBentornata Jeggy!!!! che bello seguirti nel tuo magnifico viaggio!!! bella l'idea della ricetta abbinata al luogo, non vedo l'ora di leggere le prossime!!in attesa di un viaggio che anch'io prima o poi spero di fare!!!!
RispondiEliminaGrazie!!! Anche questa ricettina non la conoscevo, mi ispira un sacco!!! E che posti... complimenti :-)
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