Finora ho raccontato della bellezza africana e della poesia di quei tramonti infuocati che nemmeno "Via col vento" ma la realtà è che gli italiani all'estero sono comunque soggetti beceri, disorganizzati e spesso incauti. Diciamo la verità: non c'è paragone con l'efficiente organizzazione del turista tedesco o con l'ordinatissima orda di turisti giapponesi! Data la premessa mi accingo a narrare le disavventure di 6 sprovveduti italiani a passeggio per il Sudafrica....
Durante il tratto costiero lungo la Garden Route abbiamo fatto tappa a Plettenberg Bay, la Portofino sudafricana: belle case affacciate sull'oceano e un'accoglienza molto curata.
Cena vista mare a base di ottimo pesce, fiumi di vino e una maionese al wasabi di cui mi sono innamorata e di cui mi sono fatta dare la ricetta dallo chef.
Il mattino successivo, ben riposati e ristorati, ci prepariamo per l'escursione alla Robberg Peninsula: 9 km di passeggiata intorno ad un promontorio che è parco naturale. La giornata è splendida, i cespugli sono tutti in fiore e i paesaggi da sogno.
Incuranti di vari teschi segnalati sulla mappa del sentiero ci siamo incaminati baldanzosi: avvistiamo tantissime foche e qualche notevole esemplare di maschio sudafricano che fa jogging.
Poi il sentiero inizia a stringersi e ci troviamo sull'orlo di un baratro roccioso a picco sul mare. Il maschio alfa, che soffre terribilmente di vertigini, inizia a sudare copiosamente e a stringermi convulsamente le mani. In qualche modo continuiamo ad avanzare sul ciglio, un po' salendo e un po' scendendo, seguendo le indicazioni ma aumentando il livello di difficoltà, tanto più che non ci sono parapetti o protezioni di alcun tipo. Siamo fortunati perchè non c'è vento che, presumibilmente, avrebbe potuto scaraventarci facilmente giù. A circa metà percorso, i segnali a forma di foca che indicano il percorso sono posizionati in punti sempre più astrusi e il sentiero è ormai praticamente invisibile ai nostri occhi: ci muoviamo arrancando malamente tra sassi spigolosi e scogli giganti tanto più che proprio quel giorno nessuno calzava scarpe da trekking. Intantoil cielo inizia a rannuvolarsi...
Al colmo della stanchezza inizia a cadere una sottile ma insistente pioggerellina che si infila pure negli occhi. Lo sgomento: siamo soli, indietro non si può tornare e avanti il percorso prosegue su scogli bagnati mentre il mare si ingrossa. Iniziano le derapate sui sassi sdrucciolevoli ed è praticamente un miracolo se nessuno si è nemmeno storto una caviglia. A questo punto i miei ricordi diventano confusi per la stanchezza anche se ho l'immagine di me, bagnata fradicia, arrampicata su una fangosa parete verticale, aggrappata con piedi, mani e ginocchia.
Abbiamo fatto su e giù non so quante volte, su scogli scivolosi, enormi rocce da aggirare sull'orlo del baratro, scalando dune di sabbia giganti...sembrava di esser in una puntata di "Lost". Ad un certo punto mi aspettavo persino di vedere uno di quei maledetti segnali a forma di foca in mezzo al mare, per fare anche un tratto a nuoto! Avessi avuto il numero dell'elisoccorso....
Quando finalmente siamo riusciti a raggiungere il parcheggio (dopo circa 5 ore di "passeggiata") eravamo tutti bagnati e infreddoliti, le gambe tremavano per la fatica e abbiamo dovuto cambiarci nei bagni pubblici, offrendo uno spettacolo ben poco edificante di persone in mutande che si asciugano col getto dell'asciugamani. Di avventura ne avevamo avuta abbastanza. Non so come il maschio alfa sia riuscito a sopravvivere a tutto ciò, anche se alla fine mi ha guardato intensamente e mi ha detto "Adesso vado a evacuare tuto il coraggio che ho accumulato!". Quando si dice "farsela addosso dalla paura"....
Dopo tanto mare e tanta paura non posso che parlare di pesce, ma una ricetta tranquilla tranquilla, un classico della cucina di mare, senza sorprese ma buonissima!
MOSCARDINI al POMODORO
Ingredienti (per 2 persone):
900 g moscardini decongelati
400 g pomodori pelati
1 peperoncino piccante (fresco o secco), opzionale
150 ml vino bianco
2 spicchi d'aglio
prezzemolo fresco tritato
olio evo
sale
Sbucciare e schiacciare gli spicchi d'aglio. Soffriggere appena l'aglio e il peperoncino in un tegame a bordi alti (la cosa migliore sarebbe un tegame di coccio) con 3-4 cucchiai di olio evo, poi aggiungere i moscardini puliti e lavati. Io ho usato quelli congelati già puliti, ovviamente vanno benissimo, anzi meglio, quelli freschi a cui però occorre eliminare le interiora e "l'occhio". Appena i moscardini si sono scottati e hanno rilasciato parte dei loro liquidi, salare e sfumare con il vino. Aspettare alcuni minuti che l'odore di vino si sia attenuato, poi aggiungere i pomodori pelati schiacciati e poca acqua. Far prendere il bollore, poi abbassare la fiamma, incoperchiare parzialmente e lasciare cuocere 30-40 minuti, mescolando di tanto in tanto. Se il fondo di cottura si adovesse asciugare troppo aggiungere dell'acqua calda. La cottura piuttosto lunga è necessaria per ammorbidire la carne dei moscardini che, con cotture più veloci, diventerebbero gommosi. A fine cottura scoperchiare, cospargere con prezzemolo e alzare la fiamma per far addensare il fondo (solo nel caso sia ancora troppo brodoso). Servire caldo con pane casereccio arrostito e una generosa spolverata di prezzemolo fresco tritato.
Buon appetito!
O_O.. e poi O_O... e ancora O_O.. einfine :-O ossignur!!!!!!!!!!!!!!!!! Io sarei sicuramente morta!!!! Complimenti davvero.. a me è salita l'ansia solo a leggere.. mamma mia.... Vabbè.. riprendo fiato mangiando il tuo piatto dimoscardini.. decisamente una bella e gustosa visione... baci e buona domenica :-)
RispondiEliminaMa che è successo? Forse ci volevano cartelli più espliciti dei teschi!!! Per fortuna non è successo niente, e tutto è bene quel che finisce bene... i moscardini sono squisiti, bacioni ;)
RispondiEliminaAdoro i moscardini mann li ho mai fatti!
RispondiEliminaCiao Jeggy, ti lascio un abbraccio, a presto!
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