Pagine

domenica 16 dicembre 2012

Hemingway, gatti e un tramonto

Lasciata Miami alle nostre spalle siamo partiti alla volta delle isole Keys, destinazione Key West. Lungo la strada non potevamo esimere dal fermarci a fare colazione con dei deliziosi bagel, i miei arcinemici. E sul fatto che siano i miei arcinemici non ci sono dubbi: non solo non mi riescono ma ne ho mangiati talmente tanti che il mio girovita è aumentato in maniera vergognosa. So che è colpa loro! Eppure arriverà il giorno in cui imparerò a prepararli come si deve!
Proseguendo nel viaggio le paludi e gli acquitrini del sud della Florida hanno gradualmente lasciato spazio all'oceano e, praticamente senza accorgercene, ci siamo ritrovati nel bel mezzo di un fittissimo arcipelago di isolette tutte collegate tra loro da una specie di autostrada, in massima parte costituita da ponti, la Overseas Highway: uno spettacolo unico. Talvolta le isole erano talmente piccole e strette che si poteva vedere l'oceano da entrambi i lati della strada! Viaggiando sui ponti (il più lungo dei quali misura più di 7 miglia: è l'autostrada sul mare più lunga del mondo), circondati da un'oceano di mille sfumature, dal blu notte al verde chiaro. A volte si aveva più l'impressione di stare in barca che non di guidare un'auto. Lontano, all'orizzonte, l'azzurro del cielo sembrava fondersi con l'oceano, non fosse stato per le increspature sulla superficie.

              
Giunti a a Key West siamo rimasti sorpresi dall'atmosfera retrò dell'isola: tutte quelle deliziose casette di legno mi facevano venir voglia di mollare tutto e trasferirmi lì per gustarmi il tramonto seduta sotto un portico di legno, con un panama bianco in testa e un bel bicchiere di rum!


Per prima cosa abbiamo deciso di recarci a Mallory Square per il "Sunset celebration". La piazza si affaccia sull'oceano e ogni sera, a partire da 2 ore prima del tramonto, vi si esibiscono acrobati e artisti di strada di ogni genere. E questo è solo l'inizio delle notti festaiole di Key West!


Narra la leggenda che una sera Tennessee Williams (uno dei tanti scrittori vissuti sull'isola) festeggiasse ubriaco la conclusione di un suo libro proprio in questa piazza e che, rapito dalla bellezza del tramonto, abbia iniziato ad applaudirlo. Da qui nasce l'usanza del sunset celebration!
Un altro famosissimo scrittore che si era stabilito su questa splendida isola è Ernest Hemingway! Dato che il maschio alfa è un suo fan non potevamo non visitare la sua casa-museo, una meravigliosa villa in legno, immersa nella vegetazione tropicale, con tanto di piscina e...gatti! Tanti gatti, tantissimi! A quanto pare Hemingway amava moltissimo queste bestiole tanto che aveva costituito una colonia nella sua casa, in cui continuano a vivere i discendenti. Come si capisce che sono proprio i discendenti dei gatti di Hemingway? Semplice: sono gatti polidattili, ovvero hanno un dito in più! Troppo carini!



Capisco benissimo perchè Hemingway decise di vivere lì e capisco anche perchè quando si è trasferito in Idaho ha poi deciso di suicidarsi!
Sono stati due giorni fantastici: abbiamo fatto il bagno di notte (rigorosamente in piscina: nelle prossime puntate spiegherò il perchè!), ci siamo svegliati all'alba per passeggiare lungo la costa, abbiamo mangiato pesce, aragosta, alligatore fritto (sa di pollo!) e la specialità locale: la Key lime pie, di cui ho prontamente cercato la ricetta.
Mi è dispiaciuto lasciare l'isola: era un vero paradiso! Per consolarci, sulla via del ritorno verso la terraferma, ci siamo fermati a pranzare in una specie di vecchia baracca di legno, una sorta di rivendita di esche dove attraccano i pescatori di aragoste e dove abbiamo potuto gustato uno stupefacente Reuben all'aragosta. Certo che solo gli americani infilerebbero l'aragosta in un panino! Era comunque delizioso, soprattutto gustato con buoni amici, riparati da uno splendido sole, sotto un portico affacciato sull'oceano....

Per ricordare queste mie amatissime isolette comunque non ho replicato il panino all'aragosta! Ho invece preparato una torta "griffata", stra-famosa, sontuosa e golosa: la Reine de Saba! L'ho preparata per il compleanno di mia mamma ed è stata molto apprezzata da tutti i  golosoni di casa. Preparata con ingredienti molto tropicali come il cioccolato, il rum e il caffè mi ha fatto pensare che a Hemingway sarebbe piaciuta!



TORTA REINE DE SABA

Ingredienti:
160 g farina 00
160 g burro
160 g cioccolato fondente
160 g zucchero  + 2 cucchiai
100 g farina di mandorle
4 uova
4 cucchiai di caffè
3 cucchiai di rum
1 cucchiaino di essenza di mandorle

Per la glassa:
120 g cioccolato fondente
120 g panna fresca
3 cucchiai di caffè
1 cucchiaio di rum

Per decorare:
mandorle a lamelle (50 g)
cacao amaro (2 cucchiai)
polvere di caffè (1 cucchiaio raso)

Sciogliere il cioccolato a bagnomaria, poi aggiungere il caffè e il rum e lasciare intiepidire. Con le fruste elettriche montare il burro morbido a temperatura ambiente con lo zucchero fino a che il composto non è soffice e spumoso, poi aggiungere il cioccolato fuso continuando a montare.
Dividere i tuorli dagli albumi e montare a neve questi ultimi. Quando sono quasi perfettamente montati aggiungere i 2 cucchiai di zucchero per stabilizzare la massa. Sbattere leggermente i tuorli e incorporarli al composto di burro e cioccolato, poi aggiungere la farina di mandorle e l'essenza di mandorle.
Aggiungere all'impasto 1/4 degli albumi montati mescolando dall'alto verso il basso, poi procedere alternando aggiunte di farina e albumi, mescolando sempre delicatamente.
Imburrare e infarinare uno stampo rotondo a cerniera da 22 cm e versarvi l'impasto ottenuto. Livellare con una spatola e cuocere a 180°C per 30 minuti. La torta è cotta quando inserendo uno stuzzicadenti esso risulterà asciutto ai bordi e leggermente oleoso al centro.
Per la glassa: portare a ebollizione la panna in un pentolino, poi togliere dal fuoco e aggiungere il cioccolato mescolando velocemente fino a che non si è sciolto completamente. A questo punto aggiungere il caffè e il rum e amalgamare. Lasciare raffreddare la glassa in modo che si rapprenda.
Dopo aver sformato la torta e averla lasciata raffreddare ricoprirla completamente con la glassa. Decorare i bordi con le mandorle a lamelle e spolverizzare la superficie con cacao e polvere di caffè precedentemente mescolati.
Buon appetito!

Con questa ricetta partecipo alla raccolta di Sapori in valigia



6 commenti:

  1. Che bello.. quanto mi piace leggere il tuo resoconto.. Con questo post di oggi ho sognato un pò e viaggiato anche io col pensiero!!! Troppo carini i gatti con 6 dita te prego!!!! :-) Attendo ancora post ok??? Complimenti epr il dolce.. stra bomba de vita!!!! baci e buona serata :-)

    RispondiElimina
  2. I gatti polidattili mi mancavano... che bel racconto Jeggy, sei brava a raccontare e anche a fare le torte, sono sicura che Hemingway se la sarebbe sbafata in un battibaleno. Io di sicuro ;) Bacione alla prossima

    RispondiElimina
  3. Che bello...tante cose non le sapevo!Forse dovrei rileggere un po' di H. :)
    Quelle palme così alte mi fanno impazzire.
    La tua torta pure :>

    RispondiElimina
  4. Ciao Jeggy, tantissimi auguri per un sereno Natale, bacioni a presto

    RispondiElimina
  5. Questa torta non la conoscevo... cosa mi ero persa... mi sembra di sentire il profumo da qui!!! Grazie della ricetta e dei racconti.. Buon weekend :-)

    RispondiElimina

Dimmi cosa ne pensi!