Ultimamente passo la maggior parte del tempo in emeroteca, dove ho scoperto una nutrita collezione di riviste che ne comprende anche alcune di cucina! E' in questo angolo di biblioteca, con comode poltroncine rosse e pareti in vetro da cui filtra il sole del mattino, che ho scoperto Cucina Naturale, una fantastica rivista che non conoscevo! Ne ho sfogliato alcuni numeri e ho trovato un sacco di ricette e spunti originali. Da quella volta, quando vado in biblioteca, mi porto carta e penna per le annotazioni!
Sfogliando un vecchio numero ho trovato un accenno ad una antica zuppa medievale a base di pane, porri e latte che mi ha fatto letteralmente venire l'acquolina in bocca: la porrata. Non c'erano foto, nè dosi così mi sono documentata un po' per altre vie. Si tratta di una antichissima zuppa, molto amata in Italia e in Francia, un piatto povero della tradizione contadina preparato in inverno con quello che c'era (pane secco, cipolla, porri, latte di vario tipo) in grado di soddisfare il palato e pienare la pancia.
Dopo essermi "acculturata" con queste nozioni di archeogastronomia mi sono fiondata in cucina e ho preparato la porrata (che fra l'altro è anche un ottimo modo per non buttare il pane raffermo!): l'ho trovata deliziosa! Ho sempre saputo che i contadini in cucina ci sanno fare!
Porrata |
PORRATA
Ingredienti (per 3-4 persone):
250 g pane raffermo
3 porri
1 cipolla bianca o dorata
1/2 l latte
brodo leggero (vegetale o di pollo)
noce moscata
burro
olio evo
sale, pepe nero
Mettere in ammollo in acqua calda il pane raffermo per una decina di minuti. Affettare molto sottilmente la cipolla e farla soffriggere in una pentola per alcuni minuti insieme a una noce di burro e 3 cucchiai di olio evo: deve appassire bene ma non scurirsi. Lavare e tagliare i porri a rondelle sottili, poi aggiungerli al soffritto di cipolla e farli stufare aggiungendo mezzo bicchiere di brodo caldo. Quando sono morbidi salare leggermente. Strizzare bene il pane e aggiungerlo ai porri, mescolare e far prendere il bollore. Aggiungere il latte caldo e un pizzico di noce moscata e lasciare sobbollire il tutto a fiamma bassissima per un'ora circa, mescolando ogni tanto. Se la zuppa dovesse risultare troppo asciutta aggiungere brodo a piacere (in cottura) fino alla consistenza desiderata. Servire calda magari spolverizzata di pepe nero appena macinato e un buon pecorino grattugiato. Accompagnata da un bel bicchiere di vino rosso è la morte sua!
Buon appetito!
Con questa ricetta partecipo al contest di Pensieri e pasticci
e alla raccolta di Menta Piperita & Co.
Mi hai fatto pensare che è una vita che non entro in una biblioteca e me ne è presa voglia, soprattuto di quel buon odore dic arta e mi stanno tornando in mente libri che ho letto dfa ragazzina e che non ricordo più nemmeno come si intitolavano....
RispondiEliminaDeliziosa la porrata, non la conoscevo prima di arrivare nel tuo blog. un abbraccio
piacere di conoscerti e grazie per aver partecipato!
RispondiEliminaUna ricetta davvero perfetta per il contest!
Buona serata
Beate te che ancora ti puoi godere questi momenti di pace interiore e di nutrimento celebrale!!! non ti dico il mio sab...inizia alle 7 per portare ascuola la grande poi spesa casa pulizie pranzo, dopo il pranzo già preparo la cena mentre aiuto la grande a fare i compiti così forse, e dico forse, prima di cena posso sedermi un'oretta sul divano... ti risparmio la domenica che inizia sempre con un'alzataccia per portare la grande al catechismo e poi Messa obbligatoria... quindi la morale? intanto goditela e per favore facci avere tutte le ricette interessanti di quella rivista, questa porrata mi fa impazzire!!! mi ricorda tanta la "panada" trentina che faceva mia nonna... mi piace sempre un sacco leggerti!!!
RispondiEliminaPiatto corroborante e gustosissimo!
RispondiEliminaIo invece non son mai stata in biblioteca mi credi??? ottima questa minestra povera.. che poi alla fine così povera non è.. riempie!!!! baci .-)
RispondiEliminaDavvero buona, Jeggy. E come mi piace il tuo raccontino sulla biblioteca e sulla carta stampata. Condivido in pieno. Quando Fnac era su due piani, prima dell'alluvione, mi rintanavo al piano di sotto a leggere e sfogliare qualunque cosa. Non c'era il silenzio di una biblioteca, ma nemmeno troppo rumore, e poi quando ho un libro in mano, per me, può cascare il mondo, che non me ne rendo conto. Un bacio
RispondiEliminaChe tomantica visione questa di te e la tua biblioteca! Io ho dei ricordi orribili di quella della mia università...ma lasciamo stare...
RispondiEliminaLa porrata...beh è ovvio che no la conoscevo!
Baci
Ciao Jeggy, io sono una topa da biblioteca!! Quella della mia città è una città in se e ogni volta che ci entro mi perdo..piena di scaffali, un piccolo paese dei balocchi per me che son sempre alla ricerca di qualche bel libro che mi tenga compagnia..quindi mi piace il tuo racconto e condivido tutto anche io!!! E non parliamo delle cose belle che si possono scoprire! La porrata non la conoscevo prima d'ora quindi grazie, è un piatto da provare prima o poi!! Un bacione e buon we! smack
RispondiEliminaCiao Jeggy buona settimana!
RispondiEliminaCiao Jeggy c'è un premio per te sul mio blog. Bacio
RispondiEliminaConcordo con te su diverse cose:
RispondiEliminaAdoro il profumo della carta, anche se ho il tablet, non scarico e book ....
Adoro il silenzio delle biblioteche, non quello delle chiese che mi angoscia invece!
Adoro quella rivista è bellissima, la trovo raramente; nella contea di Camelot non é reperibile, mi devo spostare alla ricerca, ma ne sono ripagata ogni volta che la sfoglio
Adoro questo tipo di zuppe!