Finito il trambusto di San Valentino, giornata dedicata a cuori, amore, fiori, dolci e talvolta discutibili citazioni alla melassa. Tutto molto carino, per carità, purchè sia solo per un giorno. Personalmente non credo che il 14 febbraio sia il giorno più rappresentativo di una storia d'amore. Per questo dico "cuore, amore e sudore", dove sudore è inteso come sforzo e impegno quotidiano, perchè stare insieme a qualcuno non è come concedersi un cioccolatino o un dolcetto una volta ogni tanto ma qualcosa di più continuo e quotidiano. Come il pane: è lì ogni giorno, sulle nostre tavole e anche se non è sempre l'assoluto protagonista rimane una presenza costante e fondamentale. Proprio come per preparare il pane a volte portare avanti una relazione può sembrare una cosa lunga e faticosa, ci vuole tempo e pazienza, ma alla fine ne vale la pena.
Quindi, per omaggiare in modo alternativo il mio bel maschio alfa in un giorno che NON è dedicato agli innamorati, torno a preparare un lievitato con il mio parco animaletti personali (a ognuno il suo animaletto domestico), il licoli. No, non ho smesso di usarlo anche se non ne parlo spesso, anzi, ogni settimana viene rinfrescato e utilizzato almeno per fare la pizza. So che sto centellinando le mie ricette con il licoli, ma sono poche e richiedono un lungo periodo di ottimizzazione prima di esser divulgate!
Oggi un intramontabile classico, qualcosa che piace proprio a tutti: la focaccia genovese. Non me ne vogliano i genovesi: la ricetta originale non la conosco e questo è quanto di più simile sono riuscita a produrre! Carla, invoco il tuo perdono se ho fatto qualche bestialità!
Secondo me è buonissima, alta e soffice, oleosa e salata al punto giusto: l'ho proposta per cena, merenda e colazione e nessuno si è mai lamentato, anzi! Si presta bene ad essere farcita (ecco qui un ottimo suggerimento) ma anche da sola fa ottima figura!
FOCACCIA GENOVESE con LICOLI
500 g manitoba + 150 g farina 0 (oppure 600 g di sola manitoba)
170 g licoli attivo rinfrescato 3 volte
400 ml acqua
1 cucchiaio di sale
1 cucchiaio di zucchero
olio evo
sale grosso
Schema dei rinfreschi del lievito (distanziati di circa 8 ore in inverno e 5-6 ore in estate)
1) 10 g licoli, 10 g manitoba, 13g acqua
2) 33 g licoli, 33 g manitoba, 44 g acqua
3) preparazione del poolish: 60 g licoli, 60 g manitoba, 60 g acqua
Intiepidire l'acqua e sciogliervi il sale e lo zucchero. Aggiungere 40 ml circa di olio evo e 300 g di manitoba. Impastare nella planetaria (io uso il gancio) per 5 minuti a bassa velocità: si formerà un impasto piuttosto liquido. Aggiungere il licoli e il resto della farina e impastare ancora per 5 minuti (la focaccia non ha bisogno di lunghe manipolazioni). Ungere bene una teglia dai bordi alti (con queste dosi io uso una lasagnera da 35x25 cm) magari aiutandosi con un pennello da cucina, veersare l'impasto e stenderlo velocemente per dargli forma rettangolare dentro la teglia. Ungere tutta la superficie con l'olio presente nella teglia stessa e far lievitare in luogo riparato (io metto tutto nel forno spento) coperto da un canovaccio per minimo 3 ore (il volume deve raddoppiare) o meglio ancora tutta una notte, come faccio io che impasto la sera e lascio tutta la notte a lievitare. Ovviamente dipende da quanto è attivo il licoli e questa è una cosa che occorre imparare a valutare da soli. Verso metà del tempo di lievitazione, stendere ulteriormente con le mani l'impasto in modo che occupi uniformemente lo spazio della teglia e ungerne di nuovo la superficie con l'olio presente nella teglia. La mattina succcessiva fare i "buchi" nell'impasto con le dita o con il manico di una posata. Preparare la salamoia emulsionando in parti uguali acqua e olio evo: 40 ml di acqua e 40 ml di olio. Irrorare la focaccia con la salamoia e accendere il forno a 200°C. Quando è caldo cospargere la superficie della focaccia con del sale grosso e infornare per circa 35 minuti. Sfornare appena è dorata, lasciare raffreddare. Servire tagliata a quadrotti oppure farcita a piacere.
Buon appetito!
Pagine
▼
domenica 16 febbraio 2014
mercoledì 12 febbraio 2014
Il teletrasporto felino (Pollo al curry thailandese)
Inizio a sospettare che Houdini e David Copperfield siano in qualche modo imparentati con Kiki, altrimenti non si spiegano quelli che sembrano a tutti gli effetti giochi di prestigio da parte di quella gatta indemoniata.
La vedo infilarsi sotto il tavolo, mi abbasso per acchiapparla... e mi accorgo che miagola dietro di me come se mi stesse prendendo in giro. Più volte siamo stati assolutamente sicuri di averla chiusa nelle stanze a lei consentite per poi accorgersi, un paio di minuti dopo, che si sta placidamente affilando gli artigli sul divano in salotto (ci tengo a precisare che sia io che il maschio alfa abbiamo una buona vista e non soffriamo di arteriosclerosi!). Tanto è lo sbigottimento quando ci succedono queste cose e sono abastanza sicura che LEI se la ride di gusto sotto i suoi baffetti neri. Ma la cosa più sconvolgente è successa qualche giorno fa. Durante la notte Kiki può vagare libera tra lo studio, le scale che portano in soffitta e il disimpegno su cui si affacciano le porte della camera e del bagno, che restano chiuse, così come la porta scorrevole che dà sulla cucina. Incredibilmente, la mattina dopo, l'ho trovata chiusa in cucina....O_O
Meglio soprassedere sulla condizione in cui ho trovato il piano di lavoro, il tavolo e il lavello: diciamo solo che mancava di trovare segni di zampette sul soffitto, perchè l'opera fosse completa.
Ma come diavolo ha fatto???? E' passata attraverso la porta??? Sospetto una negligenza da parte del maschio alfa nel chiudere bene la porta prima di andare a dormire (anche se sono convinta che riterrà più probabile che il gatto abbia imparato a teletrasportarsi da una stanza all'altra!). O è così, oppure avremo bisogno di un esorcista per gatti! Forse nel Medioevo non avevano tutti i torti ad associare i gatti al demonio!
Tanto per cambiare, una ricetta etnica, talmente buona che non smetterei mai di mangiarla: pollo al sapore d'Oriente, di sole, di caldo che mette subito di buonumore e fa sognare paesi esotici. Fondamentali il latte di cocco, il ginger (che non è mai abbastanza secondo i miei gusti) e la varietà di polvere per curry; infatti il gusto cambia radicalmente secondo la miscela di spezie che si utilizza. Vanno benissimo le versioni più "classiche" che si trovano anche al supermercato; personalmente ho optato per una miscela piccante dello Sri Lanka a marchio Altromercato (così si fa anche una buona azione aiutando il commercio equo e solidale). E' abbastanza diversa dalle solite, a partire dal colore che è marrone e non giallo (probabilmente c'è meno curcuma) ma è comunque deliziosa. Insomma, in questo caso è questione di gusti personali ma la ricetta è assolutamente da provare per tutti gli amanti delle spezie!
POLLO al CURRY THAILANDESE
Ingredienti (per 3-4 persone):
1 pollo a pezzi (senza petto per me)
250 ml di latte di cocco
radice di zenzero fresco
1 cipolla dorata
polvere per curry
olio evo
sale
200 g riso basmati o thaibonnet (a chicco lungo)
1 cucchiaio di semi di cumino
Spellare il pollo e farlo marinare nel latte di cocco per almeno un'ora (in realtà si può lasciare anche tutta una notte, in frigo). Raschiare un bel pezzo di ginger e tritarlo molto finemente insieme alla cipolla. In un largo tegame scaldare 3-4 cucchiai di olio evo (ma va bene anche un olio di semi), versarvi il trito e soffriggere un paio di minuti, facendo attenzione a non bruciarlo. Scolare i pezzi di pollo dalla marinatura, adagiarli ben stesi nel tegame e rosolarli su tutti i lati. Salare a piacere. Mescolare un cucchiaio abbondante di polvere per curry al latte di cocco rimasto nella marinatura e irrorare il pollo. Far prendere il bollore, poi abbassare la fiamma e incoperchiare. Lasciare cuocere circa mezz'ora girando ogni tanto i pezzi di pollo. Se il fondo di cottura asciugasse troppo, aggiungere qualche cucchiaio di acqua calda (generalmente non ce n'è bisogno). Si formerà una deliziosa crema speziata nel fondo del tegame.
Mentre il pollo cuoce, lessare il riso (di varietà a chicco lungo) per circa 12-13 minuti in abbondante acqua bollente salata addizionata dei semi di cumino appena schiacciati. Scolarlo e servirlo caldo in accompagnamento al pollo.
Buon appetito!
La vedo infilarsi sotto il tavolo, mi abbasso per acchiapparla... e mi accorgo che miagola dietro di me come se mi stesse prendendo in giro. Più volte siamo stati assolutamente sicuri di averla chiusa nelle stanze a lei consentite per poi accorgersi, un paio di minuti dopo, che si sta placidamente affilando gli artigli sul divano in salotto (ci tengo a precisare che sia io che il maschio alfa abbiamo una buona vista e non soffriamo di arteriosclerosi!). Tanto è lo sbigottimento quando ci succedono queste cose e sono abastanza sicura che LEI se la ride di gusto sotto i suoi baffetti neri. Ma la cosa più sconvolgente è successa qualche giorno fa. Durante la notte Kiki può vagare libera tra lo studio, le scale che portano in soffitta e il disimpegno su cui si affacciano le porte della camera e del bagno, che restano chiuse, così come la porta scorrevole che dà sulla cucina. Incredibilmente, la mattina dopo, l'ho trovata chiusa in cucina....O_O
Meglio soprassedere sulla condizione in cui ho trovato il piano di lavoro, il tavolo e il lavello: diciamo solo che mancava di trovare segni di zampette sul soffitto, perchè l'opera fosse completa.
Ma come diavolo ha fatto???? E' passata attraverso la porta??? Sospetto una negligenza da parte del maschio alfa nel chiudere bene la porta prima di andare a dormire (anche se sono convinta che riterrà più probabile che il gatto abbia imparato a teletrasportarsi da una stanza all'altra!). O è così, oppure avremo bisogno di un esorcista per gatti! Forse nel Medioevo non avevano tutti i torti ad associare i gatti al demonio!
Tanto per cambiare, una ricetta etnica, talmente buona che non smetterei mai di mangiarla: pollo al sapore d'Oriente, di sole, di caldo che mette subito di buonumore e fa sognare paesi esotici. Fondamentali il latte di cocco, il ginger (che non è mai abbastanza secondo i miei gusti) e la varietà di polvere per curry; infatti il gusto cambia radicalmente secondo la miscela di spezie che si utilizza. Vanno benissimo le versioni più "classiche" che si trovano anche al supermercato; personalmente ho optato per una miscela piccante dello Sri Lanka a marchio Altromercato (così si fa anche una buona azione aiutando il commercio equo e solidale). E' abbastanza diversa dalle solite, a partire dal colore che è marrone e non giallo (probabilmente c'è meno curcuma) ma è comunque deliziosa. Insomma, in questo caso è questione di gusti personali ma la ricetta è assolutamente da provare per tutti gli amanti delle spezie!
POLLO al CURRY THAILANDESE
Ingredienti (per 3-4 persone):
1 pollo a pezzi (senza petto per me)
250 ml di latte di cocco
radice di zenzero fresco
1 cipolla dorata
polvere per curry
olio evo
sale
200 g riso basmati o thaibonnet (a chicco lungo)
1 cucchiaio di semi di cumino
Spellare il pollo e farlo marinare nel latte di cocco per almeno un'ora (in realtà si può lasciare anche tutta una notte, in frigo). Raschiare un bel pezzo di ginger e tritarlo molto finemente insieme alla cipolla. In un largo tegame scaldare 3-4 cucchiai di olio evo (ma va bene anche un olio di semi), versarvi il trito e soffriggere un paio di minuti, facendo attenzione a non bruciarlo. Scolare i pezzi di pollo dalla marinatura, adagiarli ben stesi nel tegame e rosolarli su tutti i lati. Salare a piacere. Mescolare un cucchiaio abbondante di polvere per curry al latte di cocco rimasto nella marinatura e irrorare il pollo. Far prendere il bollore, poi abbassare la fiamma e incoperchiare. Lasciare cuocere circa mezz'ora girando ogni tanto i pezzi di pollo. Se il fondo di cottura asciugasse troppo, aggiungere qualche cucchiaio di acqua calda (generalmente non ce n'è bisogno). Si formerà una deliziosa crema speziata nel fondo del tegame.
Mentre il pollo cuoce, lessare il riso (di varietà a chicco lungo) per circa 12-13 minuti in abbondante acqua bollente salata addizionata dei semi di cumino appena schiacciati. Scolarlo e servirlo caldo in accompagnamento al pollo.
Buon appetito!
sabato 1 febbraio 2014
L'uragano Kiki (Palombo e patate in umido)
Mi sono sempre chiesta secondo quale criterio vengono assegnati i nomi agli uragani. Ormai sono quasi sicura che chiunque sia ad avere questa responsabilità possiede un gatto e la convivenza non è esattamente pacifica...
La piccola Kiki sta benissimo: si è abituata splendidamente alla sua nuova abitazione e, anzi, è diventata la pressochè indiscussa signora del maniero, col tacito benestare del maschio alfa, che la adora, letteralmente. Quella che non si è ancora abituata sono io, relegata ad osservare impotente la scia di distruzione che la pelosetta lascia dietro di sè.
Il periodo natalizio è stato particolarmente drammatico: l'albero decorato ha rappresentato un'attrattiva troppo forte per poter resistere. A nulla sono valsi i rimproveri, le urla, le punizioni fisiche (qualche sculaccione) e psicologiche (a letto senza cena!): dopo 2 giorni sembrava che il povero albero fosse stato travolto da un camion. Dopo una settimana ho desistito dal ricomporlo giornalmente e alla fine sembrava davvero che fosse rimasto vittima di un uragano di classe 6! Tutt'ora vengono rinvenute palline e decorazioni varie sparpagliate per la casa, sotto i mobili. Il povero alberello finto giace sulle scale che portano in soffitta e attualmente costituisce la personale riserva boschiva della gatta. Suppongo che il prossimo anno sarò costretta a rinnovare tutto l'ambaradan festivo....
Visto che lei fa arrabbiare me, io provo a far arrabbiare lei. Cucinare del pesce, che le piace un sacco ma che non può mangiare a causa del sale e dei condimenti, è la mia vendetta! Almeno per la mezz'ora necessaria a preparare questo semplicissimo piatto sta seduta sul tappeto a guardarmi con occhietti imploranti senza distruggere niente!
PALOMBO e PATATE in UMIDO
Ingredienti (per 2-3 persone):
600 g fette di palombo spellato
2 patate grandi
10-12 pomodorini (o in alternativa circa 200 ml di passata di pomodoro)
2 spicchi d'aglio
vino bianco
un rametto di rosmarino
peperoncino fresco o secco (facoltativo)
olio evo
sale
Tritare gli spicchi d'aglio sbucciati e soffriggerli leggermente (attenzione che non imbruniscano) con 3-4 cucchiai di olio evo in un tegame abbastanza largo e fondo piano, per un paio di minuti. Aggiungere le patate sbucciate e tagliate a fette spesse o a tocchetti, un pezzetto di peperoncino (fresco o secco, quantità a piacere secondo i propri gusti) e il rametto di rosmarino. Far cuocere a fiamma bassa per una decina di minuti in modo che le patate si ammorbidiscano. Adagiare il pesce nel tegame in modo che le fette siano tutte stese e farle scottare un paio di minuti per ogni lato, poi sfumare con una tazzina di vino bianco. Salare e aggiungere anche i pomodorini lavati e tagliati a metà. Incoperchiare e cuocere a fuoco basso per una ventina di minuti (o comunque fino a che le patate non sono cotte). Se il fondo di cottura si dovesse asciugare troppo versare qualche cucchiaio di acqua calda mescolando delicatamente. Servire immediatamente.
Buon appetito!
La piccola Kiki sta benissimo: si è abituata splendidamente alla sua nuova abitazione e, anzi, è diventata la pressochè indiscussa signora del maniero, col tacito benestare del maschio alfa, che la adora, letteralmente. Quella che non si è ancora abituata sono io, relegata ad osservare impotente la scia di distruzione che la pelosetta lascia dietro di sè.
Il periodo natalizio è stato particolarmente drammatico: l'albero decorato ha rappresentato un'attrattiva troppo forte per poter resistere. A nulla sono valsi i rimproveri, le urla, le punizioni fisiche (qualche sculaccione) e psicologiche (a letto senza cena!): dopo 2 giorni sembrava che il povero albero fosse stato travolto da un camion. Dopo una settimana ho desistito dal ricomporlo giornalmente e alla fine sembrava davvero che fosse rimasto vittima di un uragano di classe 6! Tutt'ora vengono rinvenute palline e decorazioni varie sparpagliate per la casa, sotto i mobili. Il povero alberello finto giace sulle scale che portano in soffitta e attualmente costituisce la personale riserva boschiva della gatta. Suppongo che il prossimo anno sarò costretta a rinnovare tutto l'ambaradan festivo....
Visto che lei fa arrabbiare me, io provo a far arrabbiare lei. Cucinare del pesce, che le piace un sacco ma che non può mangiare a causa del sale e dei condimenti, è la mia vendetta! Almeno per la mezz'ora necessaria a preparare questo semplicissimo piatto sta seduta sul tappeto a guardarmi con occhietti imploranti senza distruggere niente!
PALOMBO e PATATE in UMIDO
Ingredienti (per 2-3 persone):
600 g fette di palombo spellato
2 patate grandi
10-12 pomodorini (o in alternativa circa 200 ml di passata di pomodoro)
2 spicchi d'aglio
vino bianco
un rametto di rosmarino
peperoncino fresco o secco (facoltativo)
olio evo
sale
Tritare gli spicchi d'aglio sbucciati e soffriggerli leggermente (attenzione che non imbruniscano) con 3-4 cucchiai di olio evo in un tegame abbastanza largo e fondo piano, per un paio di minuti. Aggiungere le patate sbucciate e tagliate a fette spesse o a tocchetti, un pezzetto di peperoncino (fresco o secco, quantità a piacere secondo i propri gusti) e il rametto di rosmarino. Far cuocere a fiamma bassa per una decina di minuti in modo che le patate si ammorbidiscano. Adagiare il pesce nel tegame in modo che le fette siano tutte stese e farle scottare un paio di minuti per ogni lato, poi sfumare con una tazzina di vino bianco. Salare e aggiungere anche i pomodorini lavati e tagliati a metà. Incoperchiare e cuocere a fuoco basso per una ventina di minuti (o comunque fino a che le patate non sono cotte). Se il fondo di cottura si dovesse asciugare troppo versare qualche cucchiaio di acqua calda mescolando delicatamente. Servire immediatamente.
Buon appetito!