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domenica 22 marzo 2015

Neve sul Bosforo (Gamberoni al brandy)

Se qualcuno oltre a me poteva pensare che a Istanbul a febbraio avrei potuto trovare una primavera precoce, beh, si sbagliava di grosso: il giorno prima della nostra partenza tutti i voli in partenza dall'aeroporto internazionale sono stati cancellati per emergenza neve....
Appena scesi dall'aereo, in piena notte, siamo stati accolti da un'arietta fredda e pungente e da cumuli di neve accatastati ai lati della strada, ma è stato solo la mattina successiva che ci siamo resi conto della portata del fenomeno: tetti bianchi e strade ghiacciate su cui slittavo molto poco leggiadramente con i miei stivaletti scamosciati (quanto di meno adatto per camminare nella neve).
Eppure... voglio tornare a Istanbul, o Bisanzio, o Costantinopoli che dir si voglia, crocevia di religioni e culture, la porta d'Oriente, una delle città più antiche e ricche di storia del mondo, poliedrica e affascinante come solo un mix culturale riesce ad essere.
Immaginate le moschee innevate che scintillano al sole o le fontane ghiacciate nel cortile dell'harem del Topkapi... che contrasto incredibile!


Voglio tornare per perdermi negli infiniti vicoli del Grand Bazar e inebriarmi con gli aromi di spezie, infusi e dolci al miele nel mercato delle spezie; voglio ammirare lo stretto del Bosforo e il Corno d'oro dalla terrazza della moschea di Solimano; voglio ancora bere tè alla mela e succo di melograno fresco e mangiare un panino con il pesce sotto il ponte di Galata.






Sono rimasta stregata dai meravigliosi arabeschi azzurri delle porcellane, dalle preghiere dei muezzin diffuse dagli altoparlanti all'interno di Hagia Sofia e dagli incredibilmente ipnotici balli dei dervisci rotanti.




Una città magica, da scoprire in ogni momento. Tantissime cose da fare, vedere e racconatare. Troppo pochi 3 giorni per andare oltre la superficie ma abbastanza per sognare di tornare.


Dato che al mercato del pesce di Istanbul ho visto dei gamberoni davvero enormi, al mio rientro ho pensato ad una ricetta semplicissima con questi meravigliosi crostacei.


GAMBERONI al BRANDY

Ingredienti (per 2 persone):
10 gamberoni
100 ml di brandy
1 spicchio d'aglio
peperoncino fresco
prezzemolo
olio evo
sale

Lavare i gamberoni e togliere le zampette, poi incidere il carapace sul dorso con le forbici ed eliminare il filamneto nero.
In una padella scaldare un paio di cucchiai di olio evo insieme a poco peperoncino tritato e farvi rosolare uno spicchio d'aglio sbucciato e tagliato a fettine. Aggiungere anche i gamberoni e farli dorare un paio di minuti per lato, poi salare e sfumare con il brandy a fiamma vivace. Quando il fondo si è ristretto (occorrono pochi minuti) spengere il fuoco e spolverizzare con prezzemolo tritato prima di servire ben caldi.
Buon appetito!

sabato 7 marzo 2015

Notte da uragano (Plumcake mais e cioccolato)

Ho sempre avuto paura del vento. Fin da piccola. Fin da quando vidi i danni provocati da una tromba d'aria al mare. Una scena che non riesco a dimenticare. Adesso, l'orrore che si ripete. Due notti fa la Toscana è stata flagellata da quello che può essere descritto solo come un uragano. Raffiche di vento fortissimo, fino a 170 km/h che mi hanno tenuta sveglia fin dalle 4 del mattino. Lo sentivo fischiare acutissimo attraverso le fessure e ululare fra gli edifici; sentivo la casa scricchiolare, tegole e vasi volare via e cadere ovunque.
Eppure è stato solo al mattino che ho avuto la percezione della gravità della situazione, quando ci siamo accorti che una grossa lastra di plastica, volata via dalla copertura di un capannone, bloccava la porta d'ingresso. Rimossa la lastra, sono stata letteralmente scaraventata contro la ringhiera appena ho provato ad uscire sul terrazzo: mai provato un vento così forte.
Il mio paese è stato tra i più colpiti: decine di alberi, vecchi di molti anni, divelti, se non proprio spezzati ingombrano ancora le strade creando uno scenario abbastanza apocalittico, tetti scoperchiati e aziende rase al suolo.
Da anni i climatologi paventano una estremizzazione dei fenomeni meterologici a seguito dei cambiamenti climatici globali che si stanno verificando: che questo sia l'inizio?
In teoria non dovrebbero formarsi uragani in similli zone: non siamo ai Tropici e nemmeno nelle sconfinate lande americane eppure ciò che è successo l'altra notte parla chiaro.
Se dovesse ripresentarsi una cosa del genere che faremo? Come ci prepareremo e difenderemo?
Non resta che indossare un paio di scarpette rosse e sperare che il vento ci porti nella terra di Oz...

Un dolce. C'è decisamente bisogno di un dolce. Particolare per la presenza della farina di mais, profumato da mandorle e brandy, goloso con il cioccolato ma facile e veloce, per chi non ha tempo da perdere ma vuole trovare un buon dolcino per colazione.



PLUMCAKE MAIS e CIOCCOLATO

Ingredienti:
110 g farina di mais tipo fioretto
50 g farina integrale
25 g maizena
40 g di mandorle spellate (o farina di mandorle)
125 g yoghurt bianco (anche magro)
2 uova
150 g di zucchero di canna
1 bustina di vanillina
1 bustina di lievito per dolci
25 ml olio di semi di arachide (o altro olio di semi)
1 bicchierino di brandy
3 cucchiai di gocce di cioccolato fondente

Tritare finemente le mandorle con il mixer. In una terrina montare le uova con lo zucchero di canna, quindi aggiungere le mandorle tritate, l'olio, lo yoghurt e il brandy. Mescolare la farina integrale, quella di mais (previamente setacciata in modo da eliminare le parti più grossolane), la maizena, il lievito e la vanillina e incorporare tutto al composto cremoso continuando a mescolare. Infine aggiungere le gocce di cioccolato leermente infarinate e omogeneizzare delicatamente il tutto. Rivestire uno stampo da plumcake con carta da forno, riempirlo con l'impasto ottenuto e infornare a 180°C per 40 minuti (controllare la cottura con uno stuzzicadenti). Sfornare, lasciare raffreddare e servire per accompagnare una tazza di thè o di caffèlatte.
Buon appetito!